Carlo Pareschi: differenze tra le versioni

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Celebre agronomo, aderì al [[fascismo]] all'inizio degli anni venti e fu, durante la dittatura mussolinana, Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste. Dal [[1928]] al [[1932]] fu segretario generale della Confederazione fascista degli Agricoltori mentre nel [[1933]] entrò nel [[Gran Consiglio del Fascismo]], alle cui sedute non prese però parte personalmente.quale non partecipò di persona.
 
Nel luglio del [[1943]], alla sua prima partecipazione a una seduta del Gran Consiglio<ref>{{cita libro|autore = Enzo Biagi|titolo = I quattordici mesi|editore = Rizzoli|idISBN = ISBN 978-885860021488-586-0021-4|pagine = 108|url = http://books.google.it/books?id=AQqtmLEi0u8C&pg=PT108}}</ref> votò a favore dell'[[Ordine del giorno Grandi|ordine Grandi]] in maniera un po' anomala, persuaso dalle affermazioni del suo stesore, che gli aveva assicurato che [[Carlo Scorza|Scorza]] ne conosceva il contenuto. A chi gli fece notare che l'approvazione di tale decreto imponeva le dimissioni del [[duce]] rispose "''sono solo parole, come al solito non cambierà mai niente''". Anche dopo l'arresto di [[Benito Mussolini]], considerandosi un tecnico prestato quasi controvoglia alla politica, non calcolò la prevedibile voglia di vendetta dei fascisti e rimase a [[Roma]], dove ai primi di ottobre fu catturato dalle truppe della neonata [[Repubblica Sociale Italiana]].
 
Condotto a [[Verona]] e [[processo di Verona|processato]] insieme agli altri "traditori" del 25 luglio, fu condannato a morte insieme a [[Galeazzo Ciano]] nel [[1944]] e giustiziato l'11 gennaio dello stesso anno.