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Gli imperatori istituirono questo tipo di contratto, molto agevole per il concessionario che stabiliva le condizioni, con l'intento di aiutare la classe povera, dalla quale provenivano i due fratelli imperatori, oltre che quello di ripopolare territori abbandonati a causa specialmente di vicissitudini belliche. Il [[Canone (diritto privato)|canone]] da pagare in natura non era fisso ma, a fine annata, il concessionario versava al concedente una percentuale del raccolto di alcuni prodotti.
 
Questo contratto, in Italia, è stato utilizzato moltissimo nel Medioevo da privati, enti pubblici ed enti religiosi. La concessione poteva essere temporanea, per venti anni rinnovabili con la [[Ricognizione del proprio diritto|ricognizione]] al diciannovesimo anno, o perpetua. La versatilità di questo contratto diede luogo a confusione con altri tipi di contratto, specie con l'[[enfiteusi]], tanto che in tempi moderni non si riusciva più a distinguerlo. Fu il giurista [[Silvio Pivano]] che, agli inizi del Novecento, lo studiò e diede una definizione: “Precarie e livelli erano infatti contratti che potevano intercedere fra persone della più varia condizione sociale, cadere su beni di qualunque entità e natura, essere di qualunque durata, con canone di qualsivoglia valore e specie, con o senza obbligo di miglioramento dei fondi, in una parola senza alcuna specifica determinazione sostanziale. Per contro, nella grande varietà degli esempi, un elemento appariva costante e sicuro, quello della forma con cui dovevano essere conclusi”.<ref>Le notizie fin qui riportate provengono dal “[[Nuovissimo Digesto Italiano]]”</ref>
 
<ref>Le notizie fin qui riportate provengono dal “[[Nuovissimo Digesto Italiano]]”</ref>.
Generalmente in Italia, nella seconda metà del Novecento, il contratto di livello venne dimenticato anche perché il [[Codice civile italiano|Codice Civile]] non lo riporta più già dal tempo del [[Codice Feliciano]] (1865). I contratti intercorsi tra privati, spesso anche con enti religiosi, furono dimenticati e gli [[assegnatari livellari]] non pagarono più alcun canone.