L'ora della verità (film 1952): differenze tra le versioni
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|titoloalfabetico = Ora della verità, L'
|titolooriginale = La Minute de vérité
|immagine = L'ora della verità (film 1952).png
|didascalia = Michèle Morgan e Jean Gabin in una scena del film
|paese = [[Francia]]
|annouscita = [[1952]]
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'''''L'ora della verità''''' (''La minute de vérité'') è un [[film]] del [[1952]], di produzione franco-italiana diretto
È il primo film interpretato da [[Jean Gabin]] sotto la direzione di [[Jean Delannoy]] e rappresenta il primo grande successo della seconda parte della sua carriera. I due personaggi maschili principali hanno il nome di due futuri attori del cinema francese: [[Pierre Richard]] e [[Daniel Prévost]]. Trattandosi di una coproduzione di questo film esistono due versioni, solo per la versione italiana il ruolo del pittore è stato interpretato da [[Walter Chiari]] che nella versione francese si limita ad una breve apparizione. ▼
==Trama==
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L'ospedale chiama per informare Pierre che Daniel è morto durante la notte, questo evento tragico può diventare l'occasione per la rinascita dell'amore della coppia?
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▲È il primo film interpretato da [[Jean Gabin]] sotto la direzione di [[Jean Delannoy]] e rappresenta il primo grande successo della seconda parte della sua carriera. I due personaggi maschili principali hanno il nome di due futuri attori del cinema francese: [[Pierre Richard]] e [[Daniel Prévost]]. Trattandosi di una coproduzione di questo film esistono due versioni, solo per la versione italiana il ruolo del pittore è stato interpretato da [[Walter Chiari]] che nella versione francese si limita ad una breve apparizione.
== Critica ==
{{Citazione|[...] L'ordito del film è fin troppo abile. Se si fosse accontentato, entro il racconto di una vita coniugale, di aprire e poi di più o meno sanare la parentesi di un adulterio, ogni istante e ogni notazione si sarebbero acuiti a darci, dal loro nascere al loro divenire, accenni, stati d'animo, situazioni; e con un loro respiro. Qui, invece, il grosso strappo drammatico si ha subito: tentato suicidio e scoperta. Allora, con tutte le civetterie e i pericoli dei continui incastri che deve avere un racconto incorniciato, i due protagonisti, così esplicitamente dichiarati, con quel loro riandare, e persino precisare, e persino discutere, più che protagonisti possono talvolta apparire, a seconda dei casi, o testimoni o parti lese. C'è qualcosa di processuale, in questa rievocazione; ed è un processo del quale fin dall'inizio si conosce la sentenza, che il dipanarsi del film confermerà. Questa intelligente, un po' voluta, e un po' artificiosa architettura toglie a parecchi istanti la calda e sofferta umanità che dovrebbero avere; e giova invece a notazioni allusive che non vogliono né giustificare né assolvere Maddalena, ma chiarire il suo animo e i suoi sensi, con parecchi tocchi che sarebbero calzanti, per la loro esatta intuizione, anche nelle pagine di un buon romanzo.<br>Alle prese con questo difficile e intelligente copione la regia del Delannoy si prodiga con un non meno intelligente e superiore mestiere. Ma mestiere. Quando avrebbe dovuto ora approfondire, ora aereare, caratteri e situazioni; e far maggiormente vibrare questi parigini e retrospettivi tristi amori, soprattutto donando maggior estro e rilievo alla figura del pittore, molto volonterosamente interpretata dal Chiari, ma qua e là opaca, persino un po' inerte. Pure la Morgan poteva essere più vibrante, un po' meno statica; ottimo invece il Gabin, che risulta il più vero protagonista di questo film che comunque si stacca dall'ordinario, e merita di essere veduto e discusso, anche se alla fine lasci l'impressione di un intarsio, e un po' geometrico.|[[Mario Gromo]] su [[La Stampa]] del 6 gennaio 1953<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0033_01_1953_0005_0003_12110374/ La recensione]</ref>}}
== Note ==
<references/>
==Collegamenti esterni==
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