Franz Joseph Gall: differenze tra le versioni

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Inoltre già nel 1801 l'imperatore [[Francesco II di Francia]] proibì le sue lezioni accusandolo di essere solamente un cirlatano.
 
Nel [[1805]] lasciò Vienna con l'amico e collega [[Johann Gaspar Spurzheim]] e intraprese un tour nelle principali università tedesche, spostandosi anche in Danimarca, OlandaPaesi Bassi, Svizzera e Francia, suscitando ulteriore interesse da parte della gente comune e perplessità da parte della comunità scientifica, che infatti diede inizio a numerosi dibattiti e a grandi critiche. Secondo molti suoi contemporanei, le ricerche che Gall aveva compiuto in ambito anatomico e neurofisiologico erano molto superficiali; egli infatti aveva descritto due diversi tipi di nervi: quelli che partivano dal cervello e quelli che arrivavano ad esso dalla periferia, cioè i nervi sensitivi e motori<ref>Lowell S. Selling, ''Uomini contro la pazzia'', Arnoldo Mondadori Editore, 1946</ref>. Per fare ciò sfruttò l'esperimento della piuma: toccando l'occhio con una piuma si crea una sensazione che viene poi trasmessa al cervello, dove viene elaborata; questo è il principio dell'impulso nervoso. Secondo Gall esso nel cervello attraversa diverse zone intermedie per poi ritornare al punto di partenza, dunque all'occhio: l'effetto è quello della chiusura della palpebra. Probabilmente Gall non fu creduto perché ebbe la pretesa di descrivere un sistema così complesso come quello del cervello, basandosi su pochissimi elementi; a distanza di molti anni tutte le critiche e le accuse contro Gall possono essere ritenute infondate, anche perché lo studio che fece sui nervi, benché forse approssimativo, risultava in buona parte veritiero. Nel [[1807]], all'apice della fama, decise di stabilirsi a [[Parigi]] e aprire uno studio medico, pur continuando nella diffusione delle sue teorie; il periodo parigino sembrò essere positivo anche perché molti suoi colleghi, tra cui [[Jean-Nicolas Corvisart]] e Demangeon<ref>Roy Porter (a cura di),''Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali'', Franco Maria Ricci editore, 1985-1988, Milano, pag.80</ref>, lo sollecitarono a rimanere e fecero in modo che si creasse una ricca clientela tra letterati e altri uomini illustri. In questo periodo pubblicò la maggior parte delle sue opere: ''Introduction au cours de physiologie du cerveau'' ([[1808]]), ''Recherches sur le système nerveux en général, et sur celui du cerveau en particulier'' ([[1809]]), i primi due volumi di ''Anatomie et physiologie du système nerveux en general, et du cerveau en paiticulier, avec des observations sur la possibilite de reconnautre plusieurs dispositions intellectuelles et morales de l’homme el des animaux par la configuration de leurs têtes'' ([[1810]], insieme a Spurzheim). Nel [[1811]] scrisse un trattato intitolato ''Des dispositions innées de l’aime et de l’esprit'' per difendersi dalle accuse di [[ateismo]] [[Baruch Spinoza|spinoziano]].
Nonostante le pressioni di [[Etienne Geoffroy Saint-Hilaire]] e la cittadinanza francese ottenuta nel [[1819]], Gall non riuscì mai ad entrare all'[[Accademia delle scienze francese|Accademia delle Scienze]]: ciò probabilmente a causa di tutte le accuse ricevute e anche perché lo stesso [[Napoleone Bonaparte]] volle impedire la sua influenza a Parigi. Quest'ultimo, già nel 1808, quando lo scritto ''Memoire concernant le recherches sur le systeme nerveux en general et sur celui du cerveau en partuculier'' venne presentato all'[[Institut de France]], lo aveva contrastato, pare anche deviando i giudizi dei commissari che, infatti, pur riconoscendo le novità anatomiche e fisiologiche lo rifiutarono. Il motivo di tale ostilità nei confronti di Gall era il fatto che Napoleone non condivideva l'interpretazione naturalistica del comportamento umano: nel giudicare un uomo, egli riteneva importanti solo gli atti compiuti. Infine tra il 1810 e il 1819 pubblicò quattro volumi intitolati ''Anatomie et Physiologie du systeme nerveux'', molto dettagliati anche a livello delle illustrazioni, che possono essere considerati un vero e proprio trattato di organologia; nel [[1822]] ne uscì una nuova edizione con un titolo diverso.
 
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Proprio per questa sottile osservazione Gall può essere considerato il fondatore della criminologia moderna; da ciò si può quindi capire perché egli criticasse molto aspramente tutti i legislatori e i moralisti: questi pensavano di essere gli unici a conoscere il significato di "lecito" o "illecito". Per la prima volta nella dottrina penalistica si fece un passo avanti; basta considerare le parole pronunciate dallo stesso medico:
 
{{quotecitazione|Il giudizio nelle azioni penali vien promunciato senza tenere conto della organizzazione mentale del colpevole<ref name="Lowell S. Selling 1946">Lowell S. Selling,''Uomini contro la pazzia'', Arnoldo Mondadori Editore, 1946, pag.129</ref>|F.J. Gall}}
 
{{quotecitazione|La legislazione penale si occupa unicamente di determinare quali atti debbano considerarsi colpevoli e fissare per ciascuno una pena proporzionale, senza considerare le circostanze differenti relative ai colpevoli, considerati come individui<ref name="Lowell S. Selling 1946"/>|F.J. Gall}}
 
Gall notò che la maggior parte dei criminali, da lui stesso esaminati, aveva avuto un'infanzia difficile, caratterizzata in particolare da povertà, da mancanza di educazione e di un ambiente morale corretto; tutto questo sicuramente influì sulla loro crescita e formazione, specialmente quella morale e psichica. Inoltre Gall cercò sempre di far valere le sue opinioni anche in ambito sociale; infatti sostenne sempre che un criminale non deve essere considerato un'entità astratta, ma una persona concreta, reale, capace di agire e quindi le sue azioni, i suoi singoli atti, devono essere valutati proprio in base alla natura degli individui stessi. In questo modo veniva rivalutato anche il significato e il ruolo delle prigioni stesse: non più luoghi di reclusione, ma vere "case di correzione", ambienti che tentassero il più possibile di correggere appunto quel difetto che tanto preoccupava la società della quale faceva parte il colpevole.