Terza guerra mitridatica: differenze tra le versioni
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Nel corso di questo inverno, Lucullo mosse le sue armate verso il fronte orientale attraverso [[Bitinia]] e [[Galazia]],<ref name="PlutarcoLucullo14.1">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 14.1</ref> sottomettendo i territori precedentemente in mano [[Bitinia (provincia romana)|romana]] e raggiungendo la [[Themiscyra (pianura)|pianura di Themiscyra]] ed il fiume [[Termodonte]].<ref name="PlutarcoLucullo14.2">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 14.2</ref> Poco dopo raggiunse una regione assai ricca di risorse, che non aveva subito le devastazioni della guerra, e dove [[Appiano di Alessandria]] ci racconta che uno schiavo fu venduto per quattro [[Dracma greca|dracme]], un bue per una, mentre capre, pecore, indumenti ed altre cose in proporzione.<ref name="AppianoMitridatiche78"/> Secondo [[Plutarco]], invece, il generale romano fu costretto a chiedere aiuto al vicino ed alleato [[regno di Galazia]], che gli fornì approvvigionamenti di grano grazie a 30.000 suoi portatori.<ref name="PlutarcoLucullo14.1"/> Lucullo pose quindi sotto [[assedio (storia romana)|assedio]] la città di ''[[Amiso|Amisus]]''<ref name="PlutarcoLucullo15.1">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 15.1</ref> ed ''[[Eupatoria]]'', che Mitridate aveva costruito a fianco di ''Amisus'', dandole il proprio nome e dove fissò la sua residenza reale.<ref name="AppianoMitridatiche78"/>
Con un altro esercito Lucullo provvedette poi ad assediare anche
I Romani, invece che stavano assediando
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{{Citazione|Se sono qui come ambasciatori sono troppi. Se [sono qui] come nemici, del tutto troppo pochi.|[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 85; ed anche [[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 27.4.}}
Avendo Lucullo visto l'esercito del re avanzare, divise la sua armata in due parti: lasciò a Murena il compito di continuare l'assedio di Tigranocerta con 6.000 fanti, mentre egli si diresse contro l'armata nemica, a capo di sole 24 coorti di [[legione romana|fanteria "pesante"]] (pari a circa 10.000 armati) e con non più di 1.000 tra cavalieri, frombolieri ed arcieri.<ref name="PlutarcoLucullo27.1-2">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 27.1-2.</ref> La [[battaglia di Tigranocerta|battaglia che ne seguì]] portò ad una grande strage dell'armata di Tigrane.<ref>Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 1b.1.</ref> Nessuno dei Romani, inizialmente, si fermò a saccheggiare, poiché Lucullo lo aveva proibito con minacce di severe punizioni,
Quando Mitridate seppe della terribile sconfitta patita dalle truppe di Tigrane, corse incontro al sovrano armeno e pianse con lui per la comune disgrazia che li aveva colpiti, lo rincuorò affinché assemblassero insieme una nuova armata;<ref name="PlutarcoLucullo29.1-2">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 29.1-2.</ref> [[Mancheo]], intanto, preferì disarmare i suoi mercenari greci (che Dione dice essere Cilici<ref name="Dione36.2.3">Cassio Dione Cocceiano, ''Storia romana'', XXXVI, 2.3.</ref>), poiché temeva lo avrebbero tradito. Questi ultimi, temendo di essere arrestati, si armarono e riuscirono a resistere con grande coraggio ad un attacco delle truppe armene di Mancheo. Poi occupate alcune delle torri cittadine, chiesero aiuto ai Romani che assediavano Tigranocerta, permettendogli di entrare in città durante la notte.<ref name="PlutarcoLucullo29.1-2"/><ref name="Dione36.2.3"/> In questo modo la capitale di Tigrane fu occupata e con essa anche l'immensa ricchezza che vi era al suo interno.<ref name="AppianoMitridatiche86">Appiano, ''Guerre mitridatiche'', 86.</ref> Plutarco racconta che il tesoro reale ammontava a ben 8.000 talenti e che furono distribuite 800 dracme a ciascun soldato romano,<ref name="PlutarcoLucullo29.3">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 29.3.</ref> mentre alla numerosa popolazione greca che qui era stata deportata da Tigrane, fu concesso di far ritorno alle città d'origine, tanto che Lucullo fu riconosciuto da tutti come un benefattore ed un ri-fondatore.<ref name="PlutarcoLucullo29.4">Plutarco, ''Vita di Lucullo'', 29.4.</ref>
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