Maestà con i santi Francesco e Domenico: differenze tra le versioni

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L'opera faceva parte della collezione Hutton di [[Londra]], dove venne acquistata, con il ''[[trittico della Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo]]'' di [[Ugolino di Nerio]], da [[Alessandro Contini Bonacossi]], in un viaggio con [[Roberto Longhi]] e la moglie [[Vittoria Contini Bonacossi|Vittoria]]. Pare che fu proprio la donna a intuire il valore di «un quadro brutto e polveroso che poi si rivelò un Cimabue». Rimasta nella collezione personale del conte, venne poi ceduta dagli eredi allo Stato italiano.
 
Il dipinto aveva originariamente forma rettangolare anziché cuspidata ed è molto simile nell'impostazione alla ''[[Maestà di Santa Maria dei Servi]]'' a [[Bologna]]. [[Roberto Longhi]] (1948) assegnò l'opera sicuramente a Cimabue, confermato da Bologna (1960), mentre altri in seguito l'hanno ricondotto alla bottega. [[Edward Garrison|Garrison]] (1949) parlò dello stesso autore della ''[[Maestà di Santa Mria dei Servi]]'' a Bologna con datazione 1310-1315, Brandi (1951) a un artista anonimo, Salvini (1956), Salmek Ludovici (1956), [[Carlo Ludovico Ragghianti|Ragghianti]] (1957) e [[Mario Salmi|Salmi]] alla bottega di Cimabue. venturoli parlò addirittura del giovane Giotto, mentre [[Luciano Bellosi]] chiamò in causa il [[Maestro della Cappella Velluti]].
 
==Descrizione e stile==