Vincenzo Filonardi: differenze tra le versioni

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Convenzione dell'11 maggio [[1893]] tra Filonardi e il governo italiano:
:{{citazione|Al commercio, industria, agricoltura commerciale e le migrazioni dei coloni lungo la costa africana, sotto l'influenza italiana, incoraggiare e sviluppare l'azienda acquisisce V. Filonardi & Co. per la gestione delle stazioni commerciali nella zona di Benadir ([[Brava (Somalia)|Brava]], [[Merca]], [[Mogadiscio]] e [[Uarsciek|Warsheikh]]), e la rappresentanza del governo del Regno di Italia, con tutti i diritti e gli obblighi derivanti dalla concessione di licenze di 12 agosto [[1892]] ha rivelato - come pure la gestione e il controllo del territorio tra le montagne e il villaggio di [[Giuba Mruti]], a nord di [[Uarsciek|Warsheikh]]. La convenzione è limitata a tre anni.|Firmato: [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] -[[Ministro degli esteri]]-}}
 
Così, la società fondata da Filonardi si prese ufficialmente carico dell'amministrazione di quei territori, che il sultano di [[Zanzibar]] gli lasciò pochi anni prima in base a un accordo per ripianare i debiti per l'influenza italiana.
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La decisione di evitare l'esercizio diretto del potere da parte del governo, anche se potrebbe essere vero tuttavia che ha mostrato problemi sostanziali di fretta, se dovuti ad errori di carattere generale o di diverse carenze organizzative. Soprattutto sembrava che la neonata [[Società (diritto italiano)|società]] di Filonardi, appena creata da tre anni, fosse impossibilitata a gestire, una zona che era ancora molto incivile e poco esplorata. Era caduta così una [[società privata]] tra le cui funzioni erano quelle di conquista e di occupazione di zone inospitali per uso a scopo di difesa.
 
[[Immagine:Buono Rupia Somala.jpg|thumb|upright=1.3|[[Buono]] (fattura o banconota) di 5 [[rupia|rupie]] somale con firma di Vincenzo Filonardi]]
 
Un altro errore della [[Società (diritto italiano)|società]] di Filonardi è stato di non essere stata equipaggiata con un capitale sufficiente per costruire insediamenti, città e porti e per garantirne la sicurezza. La società non ha mai svolto e non poteva permettersi di svolgere nei suoi primi e unici tre anni di vita, attività che richiedevano questi investimenti. Dal momento che l'azienda era di proprietà dello [[Italia|Stato]], non poteva aspettarsi di poter incassare i soldi ricevuti dalle attività industriali e i commercianti [[autoctono|autoctoni]] e di ricavare un sostegno finanziario da esse. [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], che voleva dare vità alla nuova società di Filonardi in tutta fretta, non analizzò a fondo le difficoltà a cui essa andava incontro e il destino dell'impresa di Filonardi era incerto. [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] vide Filonardi semplicemente come uno strumento attraverso il quale avrebbe potuto realizzare le sue ambizioni [[Colonialismo italiano|coloniali]] nell'interesse dell'[[Italia]].
 
===In Somalia===
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Già prima della sua partenza per la [[Somalia]] assieme al [[governo italiano]] Filonardi strinse un accordo commerciale con la ditta "''Salomone Litografica''" di [[Roma]].
 
Decreto scritto da Filonardi sulle nuove banconote o [[Buono|buoni]] della società:
:{{citazione|Tenuto conto del continuo calo del valore del [[tallero]], che provoca gravi danni alla popolazione, decretiamo che:
1. Con effetto dal 1 ° [[Muharram]] 1312 l'Azienda Filonardi non adotterà più i [[Tallero di Maria Teresa|tallari Maria Teresa]] per il pagamento delle imposte e delle tasse.<br/>
2. Tutti i pagamenti delle imposte e delle tasse sono ormai effettuati in [[rupia|rupie]] indiane e fatturati della società stessa.<br/> 3. Il valore delle fatture ([[buono|buoni]] o banconote) della società, ciascuna del valore di 5 [[rupia|rupie]], è di 2,5 [[Tallero di Maria Teresa|talleri di Maria Teresa]].<br/> 4. Queste fatture ([[buono|buoni]] o banconote) della società destinate a circolare in tutte le città subordinate alla [[Società (diritto italiano)|Società]] di Filonardi a [[Benadir]] e a ciascuno dei capi locali dell'amministrazione doganale verrà rilasciata anche come bene remunerativo.|Firmato a [[Mogadiscio]], il 2 maggio [[1894]] dall'[[Amministratore delegato]] Vincenzo Filonardi.}}
 
Data la moltitudine di commercianti [[india]]ni sulla costa [[Somalia|somala]], in questo momento, il denaro più usato era la [[rupia indiana]]. Mentre nell'entroterra somalo il [[tallero di Maria Teresa]] era comune. Due rupie corrispondevono a un [[tallero]] che a sua volta corrispondeva a tre [[Lira (moneta)|lire]] d'oro. Una [[rupia]] corrispondeva quindi 1,50 [[Lira (moneta)|lire]] d'oro, equivalente a un potere di spesa corrente di circa 5 €.
 
Filonardi all'inizio degli anni [[1890]] lavorava con i [[talleri]], ma col passare del tempo decise di optare per la [[rupia indiana]] visto che quest'ultima continuava ad acquistare sempre più valore. L'emissione delle fatture ([[buono|buoni]] o banconote) da uno lato aumentava la quantità di denaro in [[rupia|rupie]], ma dall'altro non riempiva le casse di [[Tallero di Maria Teresa|talleri di Maria Teresa]] con un conseguente deficit monetario.
In primo luogo, una parità tra la [[rupia]] e il [[tallero]] era stata fissata. Ciò era servito a tutelare gli interessi delle popolazioni economicamenti vulnerabili dell'entroterra somalo, che erano rappresentate quasi esclusivamente da pastori e agricoltori, rispetto alla classe di ricchi mercanti che vivevano sulla costa. Il volume di denaro prodotto attraverso questa conversione era quindi aumentato. Questa conversione è stata sostenuta dal patrimonio della società Filonardi.
 
===Fallimento della società===
Non è noto quante di queste fatture o [[buono|buoni]] siano stati rilasciati in quanto la quantità non appare nei bilanci della società. Molto probabilmente non più di 5.000 banconote (fatture o [[buono|buoni]]) sono state emesse, per un totale di 25.000 [[rupia|rupie]] (oggi circa 125.000 €).
Già nel primo anno di esercizio, la società di Filonardi ha dovuto far fronte a ogni tipo di difficoltà. Ci sono stati diversi episodi spiacevoli con la gente del posto, e al nuovo console italiano a Zanzibar, [[Antonio Cecchi (esploratore)|Antonio Cecchi]], era stato chiesto dal governo italiano di presentare una relazione sulle attività della società di Filonardi. Questa relazione dipinse un quadro sfavorevole dell'amministrazione Filonardi che era stato particolarmente criticato perché l'emissione dei nuovi [[buono|buoni]] (fatture o banconote) non era stata inserita nei bilanci della società.
 
Dubbi circa l'oggettività di [[Antonio Cecchi (esploratore)|Cecchi]] sono giustificati, perché era pesantemente coinvolto come il promotore di una nuova società, la ''Società Benadir'', infatti il contratto di 3 anni con Filonardi non fu rinnovato dal [[governo italiano]] e, nel [[1896]], la ''Società Benadir'' prese poi il posto della società di Filonardi.
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Filonardi deluso e rattristato per la decisione del governo, che premiò i suoi innumerevoli sforzi e tentativi con l'ingratitudine portò il caso in [[tribunale]]. Tuttavia non fu ascoltato e dopo pochi anni la sua società andò persa e fu liquidata.
 
I [[buono|buoni]] (banconote o fatture) della società Filonardi sono molto rare. È stato segnalato che, alla fine del [[1980]], un possibile discendente di Filonardi era ancora in possesso di solo 15 di questi [[buono|buoni]] però ancora in ottimo stato di conservazione. Queste sono anche le uniche fatture ([[buono|buoni]] o banconote) che siano mai emerse negli ultimi anni sul mercato.
 
==Note==