Storia dei servizi segreti italiani: differenze tra le versioni

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=== L'Ufficio Affari Riservati (AARR) ===
 
Nella sezione precedente abbiamo tratteggiato la situazione per quanto si riferisce all'[[informazione militare]]. Sul piano "civile", il fenomeno più interessante negli anni 1950 è il venire alla ribalta dell'[[Ufficio Affari Riservati]] del [[Ministero dell'Interno]] (poi ''Divisione Affari riservati'') che sarà soppresso solo nel [[1974]]<ref>Giacomo Pacini, ''Il cuore occulto del potere. Storia dell'ufficio affari riservati del Viminale,'' ed. Nutrimenti, 2010, ISBN 978-88-95842-61-5</ref>, con le sue sedi periferiche nelle questure. Due strutture, SIFAR e ''Affari riservati'', che spesso si intralceranno tra loro, se non addirittura contrasteranno.
Si tratta di organi civili che spesso diedero nel [[dopoguerra]] l'opportunità a ex esponenti di spicco dell'[[OVRA]] (come ad esempio [[Guido Leto]],<ref>[http://www.strano.net/stragi/stragi/sigle/ovra.htm OVRA (Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell'Antifascismo)]</ref> già direttore generale della pubblica sicurezza RSI a [[Valdagno]]), di “riciclarsi“ nei nuovi apparati di sicurezza interna.<ref name=dl45/>
Verso la fine della guerra, Leto era riuscito ad intrattenere rapporti mai ben chiariti con gli anglo-americani ed il [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]],<ref>Public Record Office, Kew Gardens, Wo 204/12849,C-340088, 6 nov. 1945 ([http://www.crems.bham.ac.uk/New%20docs/THE%20NATIONAL%20ARCHIVES.htm THE NATIONAL ARCHIVES – previously the Public Record Office – Kew, nr Richmond, Surrey])</ref> il che gli valse —dopo un breve periodo di traversie giudiziarie<ref name=dl47>De Lutiis, ''I servizi,'' op. cit. pag. 47</ref>— nel 1946 il rientro in [[Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza#Verso la nuova Polizia|Pubblica Sicurezza]], con l'altisonante qualifica di "direttore tecnico di tutte le scuole di polizia".<ref>Ernesto Rossi, ''Una spia del regime,'' Feltrinelli, 1957, pag. 276</ref> Nel 1952, approfittando di amicizie intessute ai tempi di Valdagno, lasciò la pubblica amministrazione, divenendo direttore della [[Jolly Hotels]], impresa lanciata dalla famiglia [[Marzotto]].<ref name=dl47/>