Andrea Cappellano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
→‎''De amore'': clean up, replaced: → , d' → d', L' → L' using AWB
Riga 24:
*il vero rapporto amoroso deve avere sempre luogo fuori dal [[matrimonio]].
Mentre Andrea si dilettava a parlare di amore libero, gli altri scrittori del tempo parlavano della ''caritas'', cioè l'amore verso Dio; ma che differenza c'è?
Andrea indica con ciò la superiorità della "fin'amor", o [[amor cortese]], rispetto all'amore coniugale, il che era un'idea pericolosa in una comunità cristiana. La sua idea di amore è ben distante dall’amore cortese, considerato un amore spirituale: per Andrea infatti l’amore nasce dalla visione della donna amata ed è quindi un amore carnale.
Queste sue idee erano talmente pericolose che nel terzo suo libro del ''De Amore'' dovette fare uso della ''reprobatio amoris'', con cui egli si pone contro l’amore e la donna, chiamata con parole derivate dai manuali di fisica e dai trattati dei moralisti cristiani più intransigenti. Il terzo libro del ''De Amore'' contraddice così, probabilmente a causa di minacce di morte, ciò che aveva portato avanti nei primi due scritti, seguendo quindi l'idea della superiorità dell'amore coniugale, fatto di passioni, di [[Chretien de Troyes]].
 
Riga 41:
#non sparlare degli amori altrui;
#essere sempre cortese e civile;
#non imporsi nei piaceri d' amore e concordare con la donna.
 
Potenzialmente, la "fin'amor" abbatte le barriere fra le classi; la sua potenzialità deriva dalla nobiltà d'animo.
Il cavaliere può ambire all'amore della donna, mentre è in secondo piano la nobiltà come convivenza sociale.
L' amore coniugale può essere valorizzato con il rispetto e quindi con concetti diversi dall'adulterino.
I primi due libri, seguendo la natura e la ragione umana dell'autore, insegnano l'arte dell'amore, ne codificano le teorie e ripercorrono, in modo lieve, una casistica; nel terzo libro l'autore, invece, forte degli insegnamenti religiosi e della fede, assume un pensiero contrario ai precedenti, e quindi critica e condanna ogni cedimento all'amore<ref>"Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.I., pag.216</ref>. Secondo altri critici la differenza di pensiero fra i tre volumi è giustificata dall'età dell'autore e dai suoi contrasti, visto che era pur sempre chierico.