Lingua franca: differenze tra le versioni

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Più interessante è capire il futuro della lingua franca in quanto tale, ovvero se grazie alle nuove condizioni create dall'innovazione tecnologica nel campo della linguistica, la necessità di una lingua comune possa essere soddisfatta da qualcosa di diverso da una LF.
 
=== Potenziali lingue franche ===
Analizzando gli avvenimenti del passato riguardo la LF, è evidente che la diffusione del latino su tutta la costa occidentale del Mediterraneo fu intralciata dal prestigio culturale greco, contro cui le forze militari romane si rivelarono impotenti. Ciononostante, il greco venne sbaragliato dopo l'VIII secolo dalla combinazione di potenze arabe, turche e persiane nella sua diffusione asiatica. Il latino, nel frattempo, fu comunque capace di mantenere il primato come lingua della Chiesa, dello Stato e dell'istruzione per altri 1500 anni. Fu poi sostituito da nuove lingue europee grazie alle rivoluzioni ed ai cambiamenti radicali in atto in tutta Europa.
 
Nella zona orientale, invece, il prestigio religioso che rendeva l'arabo così fondamentale non bastò a mantenere l'arabo come LF, anzi: i turchi - che già disponevano di una propria lingua - accettarono di portare avanti la lingua persiana. Anche questa subì una perdita di potere quando, un millennio più tardi, l'invasione cristiana europea (quindi proveniente da fuori) portò anche nuove lingue, come l'inglese ed il russo.
 
Che i cambiamenti vengano da dentro (caso del latino) o da fuori (caso del persiano), è evidente che la storia di una LF non dipende mai solo da se stessa, ma dalla competizione che deve affrontare.<ref>{{Cita|Ostler|pp. 225-226}}</ref>
 
In ogni caso, rimane difficile pensare che l'inglese possa essere sostituito come LF, ed esistono motivazioni ben precise a sostegno di questa affermazione.
 
L'impressione che si ha analizzando la diffusione delle lingue nel mondo - eccetto l'inglese - è che esse siano presenti in aree “regionali”, risultando quindi più funzionali su scala continentale che globale. Il malese, per esempio, ha un numero di parlanti totale piuttosto alto, ma rimane concentrato in un’area geograficamente compatta (arcipelago del sud-est Asia).<ref>{{Cita|Ostler|p. 232}}</ref>
 
Uno dei fattori che storicamente ha funzionato come mezzo divulgativo della lingua è la migrazione massiva da un Paese all'altro, o per la formazione di insediamenti coloniali, o per motivi commerciali, o per la presenza di guerre da cui fuggire. Nei tempi in cui gli imperi venivano fondati sulla guerra e sulla colonizzazione attiva, si mirava a spostarsi permanentemente nelle aree conquistate (per esempio come fecero gli spagnoli in [[America Latina]], ed i portoghesi in [[Brasile]]). Eppure, dalla prima metà del 20° secolo si è verificato un flusso di migrazioni inverse: coloro che si erano precedentemente spostati per cercare condizioni di vita migliori, invece di rimanere, hanno deciso di tornare al proprio Paese di origine. Ovviamente questo non aiuta la diffusione della lingua, che anzi perde ogni contatto nel Paese estero.
 
Esistono anche casi più disperati, ovvero spostamenti di massa dai Paesi del terzo mondo verso l'Europa e il Nord America dovuti a condizioni di vita disagiate e guerre civili. Con la speranza di riuscire a costruirsi un futuro migliore, milioni di persone si sono spostate, creando delle comunità di parlanti di lingue straniere all'interno dei Paesi ospitanti. Alcuni tra gli esempi più famosi sono le comunità di parlanti arabi in Francia ed Olanda, turchi in Germania, persiani in Russia e Germania. Sebbene questo fattore possa influire positivamente nello sviluppo di una lingua come LF nel Paese ospitante, ciò non accade per diverse ragioni. Dato che queste lingue vengono usate come L1 all'interno delle comunità, esse vengono socialmente considerate al pari di forme dialettali e dunque di nessuna utilità economico-culturale per il resto della società.
 
Infine, è assai poco probabile che possano nuovamente verificarsi eventi come creazione di imperi; piuttosto, uno scenario possibile è che si tenti di instaurare rapporti e collegamenti commerciali con le aree africane, in cui c’è apertura allo sviluppo. Certamente questo sarebbe impossibile in continenti come l'Europa o l'Australia o il Nord America, tecnologicamente avanzati, politicamente stabili e capaci di autodifendersi.<ref>{{Cita|Ostler|p. 235}}</ref>
 
Per quanto riguarda la tendenza a considerare il cinese come la lingua che spodesterà l'inglese, è sufficiente riportare che, sebbene il mercato cinese sia sì in espansione mondiale, esistono davvero pochissime realtà in cui il cinese viene studiato come L2 in Paesi non asiatici, soprattutto per la difficoltà di apprendimento. Invece, le lingue studiate in Cina sono il cantonese e l'inglese, e non si prevede che questa situazione sia destinata a cambiare in tempi brevi.
 
Quest’analisi porta alla conclusione che - perlomeno nel medio termine - non esistono lingue in grado di sostituire l'inglese nel suo ruolo di LF globale.
 
=== La tecnologia nel futuro della LF ===