Rete Adriatica: differenze tra le versioni

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In seguito alle conclusioni della commissione parlamentare d'inchiesta, istituita per esaminare i gravi problemi di gestione delle società ferroviarie private italiane, favorevoli al proseguimento dell'esercizio privato, il 23 aprile [[1884]] furono stipulate le convenzioni tra lo Stato e tre grandi società private, per la durata di 60 anni, e vennero approvate il 6 marzo [[1885]].
 
Le convenzioni ripartivano le linee ferrate italiane in senso longitudinale rispetto alla [[Italia|penisola]] e assegnavano alla Società italiana per le strade ferrate meridionali del gruppo Bastogi l'esercizio della maggior parte della rete ferroviaria gravitante sull'[[Adriatico]], già di sua proprietà, delle linee della [[Lombardia]] ad est di [[Milano]], del [[Veneto]] e dell'[[Emilia]], in parte ex [[SFAI]] e in parte ex [[Società per le strade ferrate romane|Romane]], per un totale di 4379  km, denominandole Rete Adriatica.
 
Per ottenere la concessione della Rete Adriatica la società pagò allo statoStato la somma di 115 milioni di [[Lira italiana|lire]] e in seguito a ciò aggiunse alla sua ragione sociale, "Società italiana per le strade ferrate meridionali, Esercizio della Rete Adriatica".
 
L'annuario statistico del [[1898]], pubblicato dal Ministero di agricoltura, industria e commercio, indica a dicembre [[1896]] in 5.602  km l'estensione della Rete Adriatica.
 
Per l'esercizio, alcune tratte strategiche e alcune grandi stazioni erano comuni con la Mediterranea; tra le più importanti, la [[Ferrovia Milano-Bologna|Piacenza-Parma]] e la [[Ferrovia Milano-Chiasso|Milano-Como]].