Fotografia post mortem: differenze tra le versioni

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[[File:Victorian era post-mortem family portrait of parents with their deceased daughter.jpg|thumb|left|Genitori in posa con la loro figlia morta.]]
Prima dell'invenzione della [[dagherrotipia]] nel [[1839]], l'unico modo per tramandare la propria immagine era farsi fare un [[ritratto]] e moltissima gente non poteva permetterselo dati i costi elevati. I primi dipinti che raffigurano, per esempio, bambini morti in tenera età, compaiono tra il [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo]] nell'[[Europa]] del Nord (Inghilterra) e in [[Spagna]]. Il ritratto post mortem era perciò una prerogativa delle classi più abbienti o addirittura degli artisti stessi: personalità come [[Luca Signorelli]], [[Claude Monet|Monet]], Ensor, Picasso, Gauguin hanno elaborato il lutto facendo l'ultimo ritratto della moglie di un amico o di un bambino a loro caro.
Dopo l'avvento della fotografia la gente iniziò a farsi fotografare assieme ai defunti per avere un ricordo indelebile di essi. Gli studi fotografici dell'epoca si organizzarono di conseguenza, organizzando le pose delle foto post mortem sia a casa del defunto, sia presso il loro studio.
 
Le foto post mortem furono particolarmente in voga nell'[[Epoca vittoriana]], ove il [[tasso di mortalità infantile]] era molto elevato e non di rado le fotografie post mortem erano l'unica foto che i genitori avevano dei loro figli.
Questo aspetto spiegherebbe perché i soggetti siano per lo più ritratti come se ancora fossero in vita; con gli occhi aperti, o così dipinti, o addirittura impegnati in piccole attività quotidiane.
 
Tuttavia, l’abbondanza di fotografie post mortem che ritraggono soggetti di cui si conservano numerosi altri scatti (ottenuti quando questi erano in vita), non permette di affrettare conclusioni. Alcuni recenti studi tendono a dimostrare che l'usanza vada ricondotta a più antiche e radicate pratiche di [[tanatometamorfosi]] (trattamento delle spoglie). In questo caso, esse rappresenterebbero una sorta di mummificazione visiva, dove la sembianza di vita sia resa necessaria per esprimere lo stato di salute dello spirito del defunto.
 
La successiva invenzione delle carte da visite, cioè delle foto ritratto che consentivano di stampare più copie da un unico negativo, permise che le immagini fossero inviate ai parenti in ricordo dei defunti.
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[[Categoria:Tecniche fotografiche]]
[[Categoria:Riti funebri]]
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