Falce (arma): differenze tra le versioni

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===Origini===
Il primo popolo dell'[[Antichità]] a fare un uso sistematico della [[falce (attrezzo)|falce]] quale arma da guerra furono i [[Traci]].<br>
Le tipologie di armi a lama ricurva, affilata sul lato concavo, sviluppate da questa popolazione furono molteplici: la falce da guerra vera e propria, la [[romfaia]], [[arma inastata]] con lama di falce ma dalla curvatura non marcata quanto la falce da guerra, ed il ''[[sica (arma)|sica]]'', una sorta di [[falcetto (attrezzo)|falcetto]] da guerra (''ensis falcatus'', ''falcata''<ref>Il termine [[falcata]] indica oggi una spada monofilare, simile alla [[kopis]] degli antichi cavalieri [[elleni]], in uso presso i [[Celti]] dell'[[Penisola iberica|Iberia]]. Si tratta comunque di armi con lama curva affilata sul solo lato concavo.</ref> o ''falx supina'' in [[lingua latina|latino]])<ref>[[Valerio Massimo]], ''[[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]]'', III, 2.12; [[Ovidio]], ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]''; [[Giovenale]], ''[[Satire (Giovenale)|Satire]]''.</ref>.
 
I [[persiani]] montarono invece lame di falce sulle ruote delle loro [[bighe]], creando i [[Carro falcato|carri falcati]]<ref>[[Senofonte]], ''[[Anabasi (Senofonte)|Anabasi]]''.</ref> per cercare di riequilibrare il rapporto di forze tra [[cavalleria]] e [[fanteria]] messo in crisi dalla [[fanteria pesante]] dei Greci, la [[falange oplitica]]. La schiacciante vittoria di [[Alessandro Magno]] nella [[Battaglia di Gaugamela]] ([[331 a.C.]]) dimostrò però che l'epoca dei carri da guerra era definitivamente cessata.