Niccolò dei Salimbeni: differenze tra le versioni

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Dante riferisce come egli ''discoverse'' il costoso vizio dei [[chiodo di garofano|chiodi di garofano]], allora costosissima spezia importata dall'oriente, e lo ''appiccò'' all'"orto", probabilmente una metafora colorita per indicare Siena. Gli antichi commentatori poi su questi versi cucirono la storia di come egli adorasse questa erba per condire le carni e arrivasse anche a usarla al posto della brace per cuocere gli arrosti della cacciagione ([[Benvenuto da Imola]]).
 
Altri commentatori però indicano nel ''Niccolò'' del passo dantesco un'altra figura, il banchiere Niccolò dei [[Bonsignori (famiglia)|Bonsignori]], anche se l'identificazione con il Salimbeni potrebbe essere avvalorata anche dalla presenza di un fratello di Niccolò, tale [[Stricca]], pure citato pochi versi prima in questo canto.
 
==Bibliografia==