Cultura lesbica: differenze tra le versioni

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== Cultura e sottocultura ==
Poiché le lesbiche sono un gruppo sociale minoritario spesso si parla di "sottocultura" lesbica, intendendo in questo modo non tanto una presunta inferiorità, ma piuttosto una sua propria specificità rispetto al mondo eterosessuale maggioritario.
 
La [[cultura]] delle lesbiche è cresciuta all'interno del grande filone della cultura femminile e, più specificatamente, della cultura delle donne. Per molti anni, in tempi più difficili dei nostri, la cultura delle scrittrici, musiciste, poetesse lesbiche si è mimetizzata all'interno della cultura delle donne. Solo in tempi più recenti alcuni studi hanno identificato molte protagoniste della cultura del '900 come lesbiche.
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== Aree di interesse ==
=== Nella letteratura ===
In campo letterario fino al [[XIX secolo]] a parlare di lesbismo furono sempre e soltanto uomini, da [[Decimo Giunio Giovenale|Giovenale]] a [[Charles Baudelaire|Baudelaire]], da [[Denis Diderot|Diderot]] a James. Ma all'inizio del '[[XX secolo|900]] a [[Londra]], [[Parigi]], e [[Berlino]] all'interno del vivace clima intellettuale ed artistico dell'epoca, si crearono le prime comunità di donne scrittrici, poetesse, artiste.
 
Tra le parigine le più conosciute furono [[Natalie Clifford-Barney]], [[Renée Vivien]], [[Gertrude Stein]] e [[Tamara de Lempicka]]; tra le londinesi [[Vita Sackville-West]], [[Virginia Woolf]], [[Radclyffe Hall]] (autrice di uno dei primi drammatici romanzi lesbici, ''[[Il pozzo della solitudine]]'' del [[1928]]), [[Katherine Mansfield]] e [[Ivy Compton-Burnett]]. Tra le berlinesi degna di nota è [[Christa Winsloe]], dal cui romanzo ''La ragazza Manuela'' verrà tratto il film ''Ragazze in uniforme''.
 
Non tutte erano dichiaratamente lesbiche, ma ciò che le univa era una vita spesa principalmente con altre donne, una rete di amicizie con donne lesbiche e una sensibilità particolarmente attenta alla descrizione dei personaggi femminili e delle relazioni tra loro.
 
Le scrittrici della prima metà del [[Novecento]] spesso utilizzavano linguaggi in codice per mascherare la tematica lesbica: storie d'amore eterosessuali ma "diverse" (come ne ''La mia Antonia'' di [[Willa Cather]]), personaggi che cambiano sesso (''[[Orlando (romanzo)|Orlando]]'' di Virginia Woolf), storie di uomini gay (molti romanzi di [[Marguerite Yourcenar]]), storie lesbiche scritte sotto pseudonimo (''Carol'' di [[Patricia Highsmith]]). Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] negli [[anni 1950|anni cinquanta]], all'interno della letteratura "pulp" di consumo che si vendeva nei drugstore e nelle edicole ebbe molta fortuna il filone lesbico, di cui una delle più interessanti autrici fu [[Ann Bannon]].
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== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web|http://www.lezpop.it/ |La cultura pop in salsa lesbica]}}
* [{{cita web|http://www.culturagay.it/cg/index.php |Culturagay.it]}}
* {{En}}cita [web|http://www.glbtq.com/ |Gay, lesbian, bisexual, transexual and queer encyclopedia]|lingua=En}}
* {{en}}cita [web|http://www.cla.purdue.edu/WAAW/corinne/books.htm |What Is Revealed: Lesbian Art Books Come of Age]|lingua=en}}
* {{en}}cita [web|http://archives.evergreen.edu/webpages/curricular/2007-2008/fashioningthebody/lesbian-photography/index.html |Lesbian Photography]|lingua=en}}
* {{en}} Ilana Eloit and Jonathan D. Katz ''[http://www.leslielohman.org/exhibitions/2011/Lesbians%20Seeing%20Lesbians%20Catalog%20Essay%202011.pdf Lesbians Seeing Lesbians - Building Community in Early Feminist Photography]''
 
{{Storia LGBT}}