Elmetto Adrian Mod. 16: differenze tra le versioni

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L'elmo Farina, di concezione rudimentale, si dimostrò scomodo ed eccessivamente pesante (2.250 gr per il modello alto e 1.850 gr per quello basso).
 
All'ingegner Farina si deve anche la paternità di modelli sperimentali di [[Corazza Farina|corazze individuali]] (dal peso di 9.250 gr circa), capaci di resistere ai proiettili cal. 6,5  mm del fucile [[Carcano Mod. 91]] sparati da distanze non inferiori di 125 metri.
Anche queste protezioni erano destinate ad alcuni dei soldati incaricati di particolari mansioni quali l'apertura di varchi nei reticolati nemici.
 
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Nel [[1916]] l'Italia produsse una nuova versione dell'Adrian, detto Mod. 16 di fattura più solida ma meno rifinito e di qualità inferiore rispetto al modello francese in quanto realizzato, sempre a stampo a freddo, con lamiera più sottile.
L'elmetto Adrian Mod. 16 può essere considerato, il precursore dei moderni elmetti dal punto di vista costruttivo e tipologico, anche se fu prevalentemente condizionato dalla valenza estetica, ispirata agli elmi e caschi di cavalleria, piuttosto che dall'esigenza pratica di una valida protezione del combattente. Ne è testimonianza il fatto che non si reputò necessario sottoporre il modello a test balistici ai quali invece verranno sottoposti i modelli inglesi e tedeschi.
 
L'elmetto Adrian Mod. 16 restò in dotazione al [[Regio Esercito]] per poco più di quindici anni fino a quando vennero introdotti i nuovi elmetti, prima lo sperimentale [[Elmetto M31|M31]] e quindi il modello definitivo [[elmetto M33|"modello M33"]] che ebbe una più lunga vita operativa, circa 60 anni, ed un buon successo, ma comunque molte truppe italiane (quasi tutte), durante lo sbarco in Sicilia, lo avevano a disposizione. Al contrario la [[Francia]] dopo la [[prima guerra mondiale]] elabora modifiche e varianti all'Adrian Mod. 16, quali il Mod. 1922 e il Mod. 1926, e continuerà ad utilizzare tale elmetto durante tutta la [[seconda guerra mondiale]].
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==Evoluzione dal modello 1915 al modello 1916==
[[File:Adrianladisperata.jpg|thumb|Un elmetto militare Elmetto Mod. 16 della [[Grande Guerra]], riadattato da un militante di una delle numerose [[squadrismo|squadre d'azione]] battezzate ''[[La Disperata]]''.]]
Il nuovo elmetto francese, che verrà chiamato dopo la guerra “modello 1915”, era composto da una calotta, una visiera anteriore, un coprinuca posteriore simile alla visiera anteriore, ed una crestina che fungeva da copertura dello sfiatatoio. Questi quattro pezzi, ottenuti da una lamiera di acciaio con spessore 0,7  mm stampata a freddo, erano assemblati e fermati tra loro mediante coppiglie o chiodi.
 
La particolare tecnica di assemblaggio dei quattro pezzi rendeva l'elmetto decisamente fragile. Infatti se veniva colpito lateralmente questo andava letteralmente in pezzi. Nonostante questi non trascurabili inconvenienti si era affermata la necessità di dotare tutte le truppe, e non solo alcuni reparti speciali, di questi elmetti.
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==Collegamenti esterni==
*[{{cita web|http://www.ilmio.net/artiglieria/Articoli/adrian.pdf |Articolo di Roberto Bocuzzi, 2003]}}
*[{{cita web|http://www.esercito.difesa.it/root/uniformi/sto_equip_elm15.asp |Scheda tecnica del Mod. 1915 dell'Esercito Italiano]}}
*[{{cita web|http://www.esercito.difesa.it/root/uniformi/sto_equip_elmfoto.asp |Immagini fotografiche dell'elmetto Adrian dell'Esercito Italiano]}}
 
{{Portale|guerra}}