Skáldskaparmál: differenze tra le versioni

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Lo '''Skàldskaparmàl''' (in [[lingua norrena|norreno]] "dialogo sull'arte poetica") è la seconda parte dell'[[Edda in prosa]], opera dello [[scrittore]] e [[storia|storico]] [[islanda|islandese]] [[Snorri Sturluson]].
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Lo '''Skàldskaparmàl''' (in [[lingua norrena|norreno]] "dialogo sull'arte poetica") è la seconda parte dell'[[Edda in prosa]], opera dello [[scrittore]] e [[storia|storico]] [[islanda|islandese]] [[Snorri Sturluson]].
 
Questa seconda parte dell'Edda in prosa (senza contare il [[Formáli]]) è la più lunga delle tre che compongono l'opera ed è caratterizzata, rispetto alle altre due, da una generale mancanza di sistematicità e organizzazione. Si tratta infatti di un testo, pieno di citazioni e di narrazioni giustapposte senza un'apparente armonia di base, il cui intento rimane comunque chiaro, ovvero quello di fornire esempi di tecniche compositive nell'arte [[poesia|poetica]]: lo ''skáldskapr'', appunto. Questa mancanza di organicità lascia supporre che esso sia stato l'ultima parte dell'Edda a essere composta e che al momento dell'assassinio di Snorri, nel [[1241]], fosse ancora incompiuto. Pertanto, non è nemmeno da escludere che sia stato completato da compilatori e da copisti successivi all'autore, i quali furono incaricati di trasmettere e divulgare la sua opera.
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Diversamente dal [[Gylfaginning]], che si proponeva di parafrasare soprattutto il canzoniere [[edda poetica|eddico]], il Discorso sull'arte scaldica indaga più a fondo la cosiddetta [[poesia scaldica]], cioè composta dagli [[scaldo|scaldi]] (parola derivante dal norreno ''skáldr'' "poeta"), ovvero poeti e cantori di professione, profondissimi conoscitori della lingua, delle figure retoriche e della tecnica compositiva, il cui compito principale era quello di tramandare il patrimonio [[storia|storico]] e [[letteratura|letterario]] della propria cultura attraverso la ricapitolazione degli antichi poemi e di comporre nuove opere di carattere [[mitologia|mitologico]]-[[religione|religioso]], [[encomio|encomiastico]] o d'occasione.
 
I personaggi in questo dialogo sono il [[Jötunn|gigante]] del [[mare]] [[Ægir]] e il dio della [[poesia]] [[Bragi]], in cui il secondo spiega al primo delle difficili figure retoriche tipiche della poetica norrena, quali le ''[[kenning]]ar'' e gli [[úkend heiti]], semplici denominazioni o epiteti considerati particolarmente poetici. Lo scopo di questo libro è pertanto istruire il lettore sull'arte poetica nordica, spiegandogli così il significato di molti epiteti mitologici citati nelle opere di antichi [[scaldo|scaldi]].
 
In questo libro vengono narrate alcune storie che si possono trovare anche su altre fonti mitologiche, come il rapimento di [[Iðunn]] da parte di [[Þjazi]], il matrimonio tra [[Skaði]] e [[Njörðr]], il furto da parte di [[Odino]] dell'[[idromele]] della poesia, i combattimenti tra [[Thor]] ed i giganti [[Hrungnir]] e [[Geirrøðr]].
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== Collegamenti esterni ==
* {{lingue|it|non}}cita [web|http://www.bifrost.it/GERMANI/Fonti/EddaSnorri-3.html |Il testo dello Skáldskaparmál su Bifrost - Il ponte arcobaleno]|lingua=it non}}
 
{{Ciclo di Völsung}}
{{Mitologia norrena}}
 
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[[Categoria:Ciclo di Völsung]]
[[Categoria:Edda in prosa]]