Stanze di Raffaello: differenze tra le versioni

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==Storia==
[[File:Sanzio 01.jpg|thumb|upright=1.4|La ''[[Scuola di Atene]]'']]
[[Giulio II]], pochi anni dopo l'inizio del suo pontificato, si rifiutò di utilizzare l'[[Appartamento Borgia]], indissolubilmente legate al suo predecessore [[Alessandro VI]]. Testimonia una nota del suo cerimoniere [[Paride Grassi]]: ''"non volebat videre omni hora figuram Alexandri praedecessoris sui"'' ("non voleva vedere in ogni istante l'immagine del suo predecessore Alessandro"). Per questo scelse alcuni ambienti al secondo piano del [[Palazzo Apostolico]] nell'ala settentrionale, frutto delle ricostruzioni parziali di [[Niccolò V]]<ref name=D100>De Vecchi, ''Raffaello'', cit., pag. 100.</ref>.
 
Secondo quanto testimonia [[Vasari]] questi ambienti presentavano già decorazioni quattrocentesche importanti, con alcune pareti affrescate da [[Piero della Francesca]], [[Benedetto Bonfigli]], [[Andrea del Castagno]], [[Luca Signorelli]] e [[Bartolomeo della Gatta]]<ref name=D100/>.
 
In un primo tempo la ridecorazione degli ambienti venne affidata a un gruppo di artisti tra cui [[Pietro Perugino]], [[il Sodoma]], [[Baldassarre Peruzzi]], il [[Bramantino]] e [[Lorenzo Lotto]]<ref name=D100/>, oltre al tedesco [[Johannes Ruysch]], specialista nelle grottesche<ref name=DVC202>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 202.</ref>. Perugino ad esempio lavorò alla volta della [[Stanza dell'Incendio]] nel [[1508]], ma il suo lavoro non piacque al papa che lo liquidò velocemente<ref>Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004, pag. 154. ISBN 88-8117-099-X</ref>.
 
Fu probabilmente [[Bramante]], architetto pontificio incaricato di ricostruire la [[Basilica vaticana]], a suggerire al pontefice il suo conterraneo [[Raffaello Sanzio]], a quell'epoca di stanza tra Firenze, l'Umbria e le Marche, reduce da un clamoroso successo con la ''[[Pala Baglioni]]'' a [[Perugia]]. Non è chiaro quando il pittore giunse a Roma: sicuramente il 21 aprile [[1508]] era ancora a Firenze (lettera allo zio Simone della Ciarla), mentre il 13 gennaio [[1509]] era già accreditato alla tesoreria pontificia per un ordine di pagamento, verosimilmente legato alla Stanza della Segnatura<ref name=D100/><ref>È ormai respinta l'autenticità di una lettera al [[il Francia|Francia]] datata 5 settembre [[1508]], vedi De Vecchi, ''Raffaello'', cit., pag. 100. Per approfondire vedi [[Stanza della Segnatura#Storia|Storia della Stanza della Segnatura]]</ref>. Probabilmente l'urbinate si aggiunse nel corso degli ultimi mesi del 1508<ref name=DVC202/>.
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Da ovest a est si susseguono una serie di ambienti di forma rettangolare, che presero il nome dagli affreschi situati. Si incontrano così la [[Stanza dell'Incendio]], la [[Stanza della Segnatura]], la [[Stanza di Eliodoro]] e la [[Sala di Costantino]] (nella visita turistica si fa di solito il percorso inverso, passando per un balcone cinquecentesco sul Cortile del Belvedere). Le prime tre sono coperte da volta crociera e misurano circa 7 metri per 8; la quarta 10x15. Queste sono le stanze interessate dagli affreschi di Raffaello.
 
A questo complesso si aggiungono [[Sala dei Chiaroscuri]] o dei Palafrenieri, già affrescata su disegni di Raffaello nel [[1517]] (distrutti sotto [[Paolo IV]] e sostituiti da altri ordinati da [[Gregorio XIII]] nel [[1582]]), la [[cappella Niccolina]] (cappella privata del papa, affrescata da [[beato Angelico]] ai tempi di Niccolò V), la [[Loggia di Raffaello|Loggia]] sul cortile di San Damaso, la Loggetta e il ''cubiculum'', ossia la camera da letto del pontefice. Di questi ambienti sono oggi visitabili le Stanze raffaellesche, passaggio obbligato nel percorso che conduce alla [[Cappella Sistina]], e la Niccolina, mentre gli altri ambienti, di dimensioni più contenute e più difficili da sorvegliare, sono accessibili solo agli studiosi.
 
===Stanza della Segnatura===
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[[File:Parnaso 12.jpg|thumb|Il ''[[Parnaso (Raffaello)|Parnaso]]'', dettaglio]]
{{vedi anche|Stanza della Segnatura}}
L'ambiente prende il nome dal più alto tribunale della Santa Sede, la "Segnatura Gratiae et Iustitiae", presieduto dal pontefice e che usava riunirsi in questa sala. La celebrazione delle categorie del sapere negli affreschi ([[teologia]], [[filosofia]], [[poesia]] e [[giurisprudenza]]), ha fatto pensare che originariamente la sala fosse destinata a ospitare lo [[studiolo]] e la biblioteca del papa.
 
Nelle scene principali Raffaello si rifiutò di operare una semplice galleria di ritratti, come avevano fatto ad esempio [[Perugino]] nel [[Sala delle Udienze del Collegio del Cambio|Collegio del Cambio]] o [[Pinturicchio]] nell'[[Appartamento Borgia]], ma cercò di coinvolgere i personaggi in un'azione, caratterizzandoli con moti ed espressioni. Ciò è particolarmente evidente sin nel primo affresco, la ''[[Disputa del Sacramento|Disputa]]''. Temi tipici del Rinascimento, come la concordanza tra sapienza antica e moderna, pagana e cristiana, la poesia come fonte di rivelazione e conoscenza, la giustizia come culmine delle virtù etiche, vengono così ad essere rappresentate tramite azioni, in maniera del tutto naturale e diretta. Al posto delle rappresentazioni ermetiche dei suoi predecessori Raffaello creò scene che dovevano apparire concrete ed eloquenti, familiari grazie alla straordinaria padronanza del mezzo pittorico<ref name=DVC204>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 204.</ref>.
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# ''[[Disputa del Sacramento]]'' (Teologia, 1509)
# ''[[Scuola di Atene (Raffaello)|Scuola di Atene]]'' (Filosofia, 1509-1511)
# ''[[Parnaso (Raffaello)| Parnaso]]'' (Poesia, 1510-1511)
# ''[[Virtù e la Legge]]'' (Giurisprudenza, 1511), con ''[[Gregorio IX approva le Decretali]]'' (legge canonica) e ''[[Triboniano consegna le Pandette a Giustiniano]]'' (legge civile)
 
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[[File:Liberazione di san pietro 03.jpg|thumb|''[[Liberazione di san Pietro]]'' (dettaglio)]]
{{vedi anche|Stanza di Eliodoro}}
Mentre la [[Stanza della Segnatura]] era in via di completamento, Raffaello, nell'estate del [[1511]], iniziò ad elaborare i disegni per la decorazione della stanza successiva, destinata a sala delle Udienze. A giugno il papa era tornato a Roma dopo una campagna militare disastrosa contro i francesi, che aveva comportato la perdita di [[Bologna]] e la continua minaccia degli eserciti stranieri nella penisola<ref name=DVC205>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 205.</ref>.
 
In quel momento di incertezza politica venne deciso un programma decorativo che sottolineasse la protezione accordata da Dio alla sua Chiesa in alcuni momenti della sua storia, descrivendo interventi miracolosi contro nemici interni ed esterni, e affidandosi al culto dell'[[Eucarestia]], particolarmente caro al papa<ref name=DVC205/>.
 
La decorazione ebbe luogo tra la seconda metà del [[1511]] e il [[1514]], con un pagamento a saldo al Sanzio datato 1º agosto [[1514]]<ref name=DVC206>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 206.</ref>.
 
Quattro gli affreschi alle pareti:
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# ''[[Incontro di Leone Magno con Attila]]'' (1514)
 
Nella volta Raffaello ha rappresentato quattro episodi biblici. Rispetto alla stanza precedente appaiono evidenti le novità stilistiche, derivate dal confronto con Michelangelo e con i coloristi veneti. Le scene sono più concitate, con ombre più profonde, colori più densi, composizioni in cui la ricerca di simmetria si fa più libera e sciolta, fino alla prima scena completamente asimmetrica, l<nowiki>'</nowiki>''[[Incontro di Leone Magno con Attila]]'', anche per la contrapposizione tra la furia degli Unni e il pacato avanzare del papa, sicuro della propria infallibilità garantita dalla protezione divina<ref>De Vecchi, cit., pag. 108.</ref>.
 
Lo schema è il seguente:
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[[File:Raphael Charlemagne.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Incoronazione di Carlo Magno]]'', [[Stanza dell'Incendio di Borgo]]]]
{{vedi anche|Stanza dell'Incendio di Borgo}}
La [[Stanza dell'Incendio di Borgo]] fu l'ultima in cui è riscontrabile un intervento diretto di Raffaello. L'esecuzione degli affreschi venne affidata in larghissima parte agli aiuti ([[Giulio Romano]], [[Giovan Francesco Penni]], [[Giovanni da Udine]] e altri) poiché il maestro era ormai preso da altre commissioni papali, prime fra tutti gli [[arazzi di Raffaello|arazzi della Sistina]] e l'architettura della [[Basilica vaticana]], dove il Sanzio aveva preso l'incarico di [[Bramante]] dopo la sua morte<ref name=D112>De Vecchi, cit., pag. 112</ref>.
 
Studi approfonditi hanno messo in luce la frenetica attività raffaellesca di quegli anni, sottolineando il fiorire ininterrotto di idee e soluzioni di grande innovazione, tanto da lasciare necessariamente indietro le possibilità di esecuzione diretta di un così gran numero di iniziative. Inoltre è incontestato come nell'opera degli allievi qualcosa dell'idea originale venga inevitabilmente tradita, senza per questo diminuire il valore dell'ideazione iniziale<ref name=D112/>. Nell'''[[Incendio di Borgo]]'', il primo degli affreschi e quello in cui la mano di Raffaello è più presente, appaiono evidenti i motivi ripresi da Michelangelo, che anticipano stilemi del [[manierismo]].
 
[[File:Incendio di borgo 02.jpg|thumb|''[[Incendio di Borgo]]'', dettaglio]]
Gli affreschi vennero realizzati tra il [[1514]] e il [[1517]]. Il tema principale è quello di esaltare la figura di [[papa Leone X]] attraverso storie tratte dalla vita di altri due papi con lo stesso nome: [[Papa Leone III|Leone III]] e [[Papa Leone IV|Leone IV]]. Ciascuna scena contiene allusioni al pontificato attuale e numerose citazioni classiche e letterarie tipiche della corte pontificia.
 
Quattro gli affreschi alle pareti:
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[[File:Sala di costantino, battaglia di Ponte Milvio 04.jpg|thumb|''[[Battaglia di Costantino contro Massenzio]]'', dettaglio]]
{{vedi anche|Sala di Costantino}}
La [[Sala di Costantino]], quarta e ultima Stanza dell'appartamento, venne commissionata a Raffaello da [[Leone X]] nel [[1517]], come ricorda [[Vasari]] nel[[le vite]] del Sanzio e di [[Giovan Francesco Penni]]. Il maestro però, negli ultimi frenetici anni di vita, fece in tempo solo a preparare i cartoni, morendo nel [[1520]]<ref name=D123>De Vecchi, ''Raffaello'', cit., pag. 123.</ref>. L'opera è quindi datata dal [[1520]] fino al [[1524]] quando, ormai sotto [[Clemente VII]], [[Giulio Romano]], evidentemente libero da impegni col papa, partì per [[Mantova]]. A Raffaello è attribuita l'ideazione del complesso decorativo, ma l'intera stesura e probabilmente anche la composizione delle scene nella parete spetta agli allievi<ref name=D123/>.
 
Il tema iconografico principale, le storie di [[Costantino Magno]], mira all'esaltazione della Chiesa, della sua vittoria sul paganesimo e al suo insediamento nella città di Roma. Si tratta di una celebrazione storico-politica che proseguiva le riflessioni della [[Stanza di Eliodoro|seconda]] e della [[Stanza dell'Incendio|terza stanza]]<ref name=D123/>.
 
La sala misura 10x15 metri, con le quattro scene principali che simulano arazzi appesi alle pareti. Ai lati, tra nicchie con figure allegoriche, si trovano figure di pontefici tra angeli. La stesura è riferita a [[Giulio Romano]], [[Giovan Francesco Penni]], [[Raffaellino del Colle]]. [[Perin del Vaga]] dipinse gli [[sguancio|sguanci]] nelle pareti. Il soffitto originario era composto da travi lignee. Nel [[1582]], sotto [[Gregorio XIII]], venne sostituito da volte e decorato da affreschi, con il ''Trionfo della religione cristiana'', affidati al pittore siciliano [[Tommaso Laureti]] e completati nel [[1585]].
 
Quattro sono gli affreschi principali:
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==Collegamenti esterni==
* [{{cita web|http://www.vaticanstate.va/IT/Monumenti/MuseiVaticani/Stanze_di_Raffaello.htm |Le Stanze di Raffaello nel sito ufficiale dei Musei Vaticani]}}
* [{{cita web|http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/r/raphael/index.html |Le Stanze di Raffaello in Web Gallery of Art]}}
 
{{Stanze di Raffaello}}