Lite delle comari: differenze tra le versioni

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[[File:Rino Formica.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Rino Formica]]]]
 
La polemica tra Andreatta e Formica giungeva alla fine di una dura contrapposizione politica tra i due ministri, in merito alla recente questione della "separazione dei beni" tra [[Ministero del tesoro|Tesoro]] e [[Banca d'Italia]] (allora guidata da [[Carlo Azeglio Ciampi]]), consistente nel sollevamento di Bankitalia dall'obbligo della garanzia del collocamento integrale in asta dei [[Titolo di debito|titoli pubblici]] offerti dal Ministero del Tesoro. La "separazione consensuale" avvenne senza il minimo coinvolgimento, quantomeno formale, del [[Parlamento della Repubblica Italiana|parlamento]], e aveva provocato non pochi problemi a entrambi i governi Spadolini, soprattutto per il repentino aumento del [[fabbisogno|fabbisogno finanziario dello stato]] (e del conseguente [[debito pubblico|indebitamento dello stato]]) che essa aveva determinato.

Formica, per far fronte all'emergenza dei conti pubblici, propose (nella parole di Andreatta) "di rimborsare una quota soltanto del debito del Tesoro con una specie di concordato extragiudiziale".<ref name=andresole24>{{cita web|autore=Nino Andreatta|url=http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=891110&chId=30|titolo=l Divorzio tra Tesoro e Bankitalia e la lite delle comari: uno scritto per il Sole del 26 luglio 1991|accesso=18 gennaio 2013}}</ref> Alla proposta di Formica, Andreatta rispose "a rime baciate", paventando il panico che da tale decisione sarebbe derivato sullo stato di salute delle finanze statali.<ref name=andresole24/> Si parlò anche della possibilità, sostenuta da Formica, di giungere in tempi brevi a una tassazione delle rendite finanziarie e, in particolare, di [[Buono Ordinario del Tesoro|BOT]] e [[Certificato di credito del tesoro|CCT]].<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/25/formica-fa-cadere-la-borsa-il-ministro.html?ref=search 'Formica Fa Cadere La Borsa' E Il Ministro Presenta Denuncia - La Repubblica.It<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> La contrapposizione fu all'origine del duro scambio di battute successivo.
 
La "lite" tra i due era iniziata tra l'aprile e il maggio di quell'anno, quando Andreatta aveva detto, riferendosi al PSI, "quel partito ha in mente per l'Italia una forma di [[nazionalsocialismo]]". Di fronte alle inevitabili proteste l'economista di [[Trento]] si difese, affermando di aver inteso "''socialismo nazional(ista)''" ma di essersi espresso all'inglese, con l'aggettivo prima del sostantivo: la vera critica che intendeva muovere al PSI, a suo dire, atteneva all'indirizzo [[socialista]] e [[nazionalista]] del partito, ostinatamente contrario ai processi di privatizzazione e di liberalizzazione dell'[[economia]]. Questa spiegazione non placò le polemiche, che si conclusero - provvisoriamente - solo per intervento del [[Presidente della Repubblica Italiana|Quirinale]]. Ambienti vicini al Palazzo furono autorizzati a riferire che [[Sandro Pertini]] (il quale, da socialista, aveva combattuto il nazionalsocialismo nel [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]]) giudicava "disgustoso" il commento di Andreatta.