Fortezza della Verrucola: differenze tra le versioni
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La fortezza, le cui prime notizie documentate risalgono agli inizi del [[XII secolo]], conserva tutti gli elementi di un [[castrum]] [[medioevo|medievale]] con un vero sistema di fortificazioni che risponde all'organizzazione militare e giuridica di un dominio [[feudo|feudale]]. Le mura castellane includono la corte, la cappella, e diverse torri.
==Storia==
Nella documentazione medievale il toponimo
L'importanza strategica dovuta alla presenza di percorsi viari transappenninici fa sì che nel corso dei secoli XIII e XIV Verrucola sia contesa tra diverse forze. L'antica signoria dei Bosi, i [[Dallo]], i Nobili di [[Castello Aghinolfi]], i Lucchesi ed i [[Malaspina]] lottano tra loro per assumerne il dominio<ref>Nicola Gallo, ''Guida storico-architettonica... '', p. 235-236</ref>. Questi ultimi rivendicano antichi privilegi imperiali basati su diritti legati alla propria genealogia. Sulla base di questi privilegi comprendono Verrucola nella loro prima divisione del [[1221]] tra Corrado e Opizzone Malaspina ma non ne avranno il pieno dominio che oltre un secolo dopo.
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Nei primi del [[XIV secolo]] Spinetta perde quasi tutti i suoi beni e va esiliato a Verona in seguito alla sconfitta riceuta da [[Castruccio Castracani]], il cui esercito invade la Lunigiana distruggendo il [[castello di Agnino]] e altre fortificazioni minori. Solo l'improvvisa morte del nemico permette a Spinetta di rientrare in possesso della Verrucola e degli altri possedimenti. Assegna la fortezza per testamento ai figli di Isnardo II, e suoi nipoti. Nel 1399 i Visconti di Milano calano in Lunigiana, espugnano la Verrucola mandando in esilio il marchese Niccolò, l'ultimo dei quattro figli di Isnardo II, e la sua famiglia. Questi, che governa il feudo fin dal 1348, nel 1402 rientra in possesso delle sue terre ma nel giugno del [[1418]] assieme alla famiglia è assassinato nel castello da sicari dei marchesi Leonardo e Galeotto di [[Castel dell'Aquila (Fivizzano)|Castel dell'Aquila]], loro congiunti. Gli unici scampati alla strage sono la figlia Giovanna e il figlio Spinetta, che chiedono protezione alla [[Repubblica fiorentina]].
[[File:Fivizzano-Verrucola-chiesa santa Margherita.JPG|thumb|Altare della chiesa di Santa Margherita dei Bosi all'interno della
I marchesi dell'Aquila s'impadroniscono del feudo espandendosi nella Lunigiana orientale, ma incontrano l'opposizione di Firenze che lo recupera a favore del superstite Spinetta<ref>E. Bassani, ''Castelli di Lunigiana'', p. 74</ref>. Tuttavia i coinvolgimenti bellici di Verrucola non sono ancora finiti ed il castello viene conquistato nel [[1437]] da [[Niccolò Piccinino]], per conto del [[ducato di Milano]], e ancora nel [[1450]] del marchese [[Giacomo I Malaspina]]. Spinetta prima di morire nel 1478 lascia il suo feudo per testamento alla [[Repubblica Fiorentina]] che vi consolida il suo dominio.
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