Giuba I: differenze tra le versioni

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[[Pompeo]] aiutò il padre a risalire sul trono. Di conseguenza Giuba divenne un alleato di Pompeo. Oltre a queste motivazioni di ordine politico, è probabile che vi fossero anche rancori personali con [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], che in gioventù aveva fatto di tutto per evitare che fosse punito un proprio cliente che gli aveva recato offesa tirandogli la barba (Svetonio, ''Il Divo Giulio''. 71)
 
Nel [[50 a.C.]], il tribuno della plebe [[Gaio Scribonio Curione]] aveva promulgato una legge con la quale aveva proposto di confiscare il regno di Giuba (Cesare, ''B. Civ.'' II, 25). L'anno successivo Curione fu incaricato da Cesare di comandare le sue truppe in Africa e dopo qualche vittoria iniziale, subì una sconfitta nei pressi di [[Utica (Tunisia)|Utica]] e venne ucciso. Nello stesso tempo però, sbilanciatosi troppo con le sue forze nei territori orientali del Regno, Giuba venne attaccato, ad ovest, da [[Bocco II]] di [[Mauretania]] che, sostenuto da truppe dell'avventuriero [[Publio Sittio]], aveva già conquistato [[Cirta]] (vicino all'odierna [[Costantina (Algeria)|Costantina]]) e due città della [[Getulia]]. Giuba fu costretto a rivolgersi contro di loro, lasciando [[Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica|Cecilio Metello Scipione]] a seguire gli eventi lungo le coste della Tunisia. Dopo lo sbarco in Africa di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] in persona, Giuba lasciò al suo luogotenente [[Saburra]] il compito di ricacciare indietro Bocco e Sittio, e si unì all'esercito dei Pompeiani che venne sconfitto alla [[Battaglia di Tapso]] ([[46 a.C.]]).
 
Benché sconfitto, Giuba riuscì a sottrarsi ai Romani, ma in una situazione disperata si fece uccidere in un duello concordato con il generale [[Marco Petreio]]. Secondo le descrizioni degli storici (romani), il carattere di Giuba era coraggioso, selvaggio e portato ai tradimenti.