Al-Farazdaq: differenze tra le versioni

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{{Avvisounicode}}
{{titolo minuscolo}}
{{Bio
|Nome = Al-Farazdaq
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = in lingua araba {{arabo|الفرزدق}}, traducibile con "La pagnotta", soprannome di '''HammamTammām ibn Ghalib Abu FirasGhālib''',{{Arabo|ﺗمام inبن linguaغالب}}, arabala همامcui بن''[[kunya]]'' غالبera ،Abū Firās, {{arabo|ابو فراس}}
|ForzaOrdinamento = FarazdawFarazdaq
|Sesso = M
|LuogoNascita = Najd
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 641
|LuogoMorte = BastraBaṣra
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 728 o 730
|Attività = poeta
|Nazionalità = arabo
|PostNazionalità = , panegiricopanegirista e autore satirico
}}
 
== Biografia ==
 
Beduino appartenente al clan nobile dei DarimDārim trasferitosi dalla originaria [[Penisola araba|Arabia]] orientale ai territori [[Iraq|iracheni]], si rivelò un importante e prezioso testimone del primo secolo dell'[[egiraEgira]].
 
HaÈ rappresentatostato ilun rappresentante dei cosiddetti ''mukhāḍramūn'', che agirono nel periodo di transizione tra la cultura [[beduino|beduina]] tradizionaledella [[Jahiliyya]] e la società [[islam|musulmana]] che si stava formando.
 
Già noto come poeta all'età di quindici anni, a causa sia delle sue tendenze [[libertinaggio|libertine]] e antireligiose sia per le sue frecciate argute che punzecchiarono vari [[califfi]] del ramo [[omayyade]] dei [[Marwanidi]], glifu capitaronoprotagonista di molte vicissitudini, sia in patria sia a [[Medina]].
 
Nel [[669]] fu costretto a scappare da Basra[[Bassora|Baṣra]], pera causa delle minacce del ''[[Wali (governatore)|Walī]]'' di [[al-Kufa|Kufa]] [[Ziyad ibn Abihi]], e trovartrovò rifugio presso Medina, dove, accolto favorevolmente dall'emiro[[Emiro]] SaidSaʿīd ibn al-AsʿĀṣ, rimase dieci anni descrivendo la vita delle tribù [[beduini|beduine]] ''Banudei Banū Naschal'' e ''Banudei Fuqaim''Banū Fuqaym. Però a causa di alcuni suoi versi di contenuto amoroso venne cacciato dal califfo [[Marwan ibn al-Hakam|Marwān I]] e quindi rientrò a BasraBaṣra grazie ai favori del successore di [[Ziyad ibn Abihi|Ziyād]], suo figlio [[Ubayd Allah ibn Ziyad|ʿUbayd Allāh]].
 
In tutta la sua vita alternò momenti di disgrazia a quelli di successo e di stima, e queste sue vicende personali si intrecciarono con le lotte politiche intraprese dalla varie correnti attive nel primo secolo dell'egiraEgira.
 
Grazie alla sua satira sociale e politica, le sue opere assursero, attraverso i secoli, al ruolo di importanti testimonianze, fisse nel tempo, di una società in rapida evoluzione.
 
L'opera che ha reso immortale la poesia di Alal-Farazdaq fu il monumentale ''[[Diwan|Dīwān]]'' ("Canzoniere"), costituito da circa ottocento composizioni. L'opera può essere considerata la più vasta della [[letteratura araba]], ed è costituita da lamenti, poemi satirici e lodi.<ref>{{Cita web|url= http://www.britannica.com/EBchecked/topic/201778/al-Farazdaq|titolo=al-Farazdaq nell’Enciclopedia Britannica|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
Per quanto riguarda i contenuti e lo stile, l'autore riadattò la tradizionale canzonepoesia beduina, ildella ''[[qasida|qasīda]]'' alle esigenze mutanti della realtà a lui contemporanea, aggiungendovi l'elemento epigrammatico, talvolta non privo di sfondi osceni e di sensualità.
 
Una delle caratteristiche più rilevanti dell'autore fu la sua ricchezza linguistica e lessicale.
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== Bibliografia ==
*''SharhSharḥ diwanDīwān Alal-FarFarazdaq'', Recensionecommento del Canzoniere di Alal-FarFarazdaq, Cairo, 1936
*
 
==Collegamenti esterni==