Nathan di Gaza: differenze tra le versioni

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Nel 1663 si trasferì a [[Gaza]] dove divenne famoso come profeta dell'autoproclamato [[messia]] [[Sabbatai Zevi]].
 
== Biografia ==
 
Nathan nacque a Gerusalemme attorno agli anni [[1643]]-[[1644]] da genitori immigrati nell'[[Impero Ottomano]] dalla [[Germania]] o dalla [[Polonia]]. Suo padre Elisha Hayyim ben Jacob era un rabbino di sottile intelligenza che operava come tramite tra gli ebrei che vivevano a Gerusalemme e quelli abitanti le città più distanti dell'Impero. Durante i suoi viaggi, oltre alle offerte fatte dagli ebrei più ricchi verso i loro correligionari più poveri, distribuiva [[Cabala ebraica|opere cabalistiche]] che recuperava in giro per la [[Terra di Israele|Palestina]]. Una volta che si stabilì definitivamente a Gerusalemme prese il soprannome di "[[Ashkenaziti|Ashkenazi]]", per distinguersi dalla maggior parte della popolazione di origine [[sefardita]]. Morì in [[Marocco]] nel [[1673]].
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Nel dicembre dello stesso anno, Sabbatai Zevi e Nathan di Gaza si separarono. Il primo partì alla volta della [[Turchia]] dove cominciò a presentarsi e a reclamare il suo nuovo ruolo di salvatore del popolo ebraico e non vide più Nathan fino alla sua conversione all'[[Islam]]. Ciononostante, dall'autunno del [[1665]] fino all'estate del [[1666]] i due lavorarono alacramente per convincere il mondo ebraico della messianicità di Sabbatai Zevi.
Vedendo che i [[rabbini]] di Gerusalemme erano ostili al [[Sabbatai_ZeviSabbatai Zevi#Il_seguito_del_SabbatianesimoIl seguito del Sabbatianesimo|sabbatianesimo]], Nathan proclamò [[Gaza]] come la nuova [[città santa]]. Cominciò poi un'imponente opera di proselitismo attraverso scritti che spedì alle comunità ebraiche di tutta Europa.
Dopo l'[[apostasia]] di Sabbatai, avvenuta nel [[1666]], Nathan di Gaza non venne meno alle sue certezze ma, anzi, sottopose il Sabbatianesimo ad una profonda revisione atta a dimostrare la necessità che il messia si sporcasse con il più efferato dei peccati contemplati dalla [[religione ebraica]], l'apostasia appunto, per poter realmente redimere il [[popolo di Israele]]. Reputando la Palestina non più sicura si trasferì a [[Smirne]] continuando a diffondere il sabbatianesimo. Nel frattempo i rabbini di Gerusalemme, vedendo il crescente favore che il movimento incontrava agli occhi degli ebrei d'Europa, il [[9 dicembre]] [[1666]], pronunciò un [[cherem]] contro i suoi aderenti e, in particolare, contro Nathan di Gaza.
Alla fine dell'aprile del 1667 si trasferì a [[Edirne|Adrianopoli]] dove continuò la sua opera di proselitismo convincendo gli ebrei della comunità locale ad abolire i [[Digiuni ebraici|digiuni]] del 17 di [[Tammuz (mese)|Tammuz]] e del [[Tisha b'Av|9 di Av]].
 
== Viaggi attraverso l'Europa ==
In seguito si recò con alcuni seguaci a [[Tessalonica]], [[Chio (isola)|Chio]] e [[Corfù]].
Da Corfù si recò a [[Venezia]] nel marzo del [[1668]] dove il rabbinato della comunità cittadina lo costrinse a scrivere una confessione nella quale dichiarava che tutte le sue profezie erano frutto di immaginazione. In seguito gli ebrei veneziani costrinsero Nathan a partire per [[Livorno]], città la cui comunità ebraica era risaputamente a lui ostile, dandogli una scorta che gli impedisse di dirigersi altrove. Indovinando, tuttavia, i motivi che spingevano i veneziani a mandarlo a Livorno riuscì a eludere la sua scorta e a dirigersi verso [[Roma]] dove, tuttavia, venne riconosciuto e allontanato. Si diresse allora volontariamente verso Livorno dove riuscì addirittura a fare qualche proselito. Da qui tornò infine ad Adrianopoli per poi ripartire per un'ulteriore serie di viaggi che sembra avergli occupato il resto della vita.
 
== Opere ==
Gli scritti di Nathan di Gaza sono stati uno degli strumenti principali attraverso i quali egli cercò di convincere la comunità ebraica europea della messianicità di [[Sabbatai Zevi]].
Negli anni della sua predicazione pubblica compose infatti un gran numero di lettere e documenti nei quali disegnava una nuova teologia ebraica che unisse le nozioni della [[qabbalah]] ebraica medievale con elementi della [[Isaac ben Solomon Luria|mistica luriana]]. In aggiunta a ciò, il suo saggio ''Derush ha-Tanninim'' (“''Trattato sui draghi''”; pubblicato da [[Gershom Scholem|Scholem]] in ''be-Iqvot Mashiah'' [Gerusalemme, 1944]) analizza la nozione di una "nuova ''[[Torah]]''" dalla quale sono epurate tutte le [[Mitzvah|mitvzot]] positive e negative e che divenne la base di ciò che Scholem definì "antinomismo sabbatiano".
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Scrisse inoltre un libro di preghiere per la festività del [[Tu BiShvat]] e un opera di ascetica sabbatiana, il ''Tiqqun Qeri'ah''.
 
== Morte ==
Nathan di Gaza morì, secondo alcune fonti, venerdì 11 gennaio 1680 a Üsküp, nell'[[Impero ottomano]] (ora [[Skopje]], [[Repubblica di Macedonia]])<ref>[http://books.google.com/books?id=YEnq2cYMTwYC&pg=PA75#v=onepage&q&f=false Sephardi and Middle Eastern Jewries: history and culture in the modern era By Harvey E. Goldberg, Jewish Theological Seminary of America p. 75]</ref><ref>[http://books.google.com/books?id=NoPZu79hqaEC&pg=PA980 Encyclopedia of the Jewish diaspora: origins, experiences, and culture, Volume 1 p. 980]</ref><ref>[books.google.com/books?id=kNmGJHrAC3IC&pg=PA475]Perceber: romanzo eroicomico By Leonardo Colombati p. 475</ref><ref>[http://www.geschichteinchronologie.ch/eu/jugoland/EncJud_juden-im-jugoland-d/EncJud_Yugoslavia-band16-kolonne871-872.gif] ''Encyclopaedia Judaica'', 1971 pp. 871-2</ref>. Secondo altre fonti, invece, morì a [[Sofia]], sempre nell'[[Impero ottomano]] (ora in [[Bulgaria]]) e solo successivamente il suo corpo fu trasportato a Üsküp dove fu sepolto.<ref>[http://books.google.com/books?ei=1_xsTvCEOISeOpuwuNkF&ct=result&id=cFAwAAAAYAAJ&dq=nathan+of+gaza+died+in+sofia&q=+died+sofia#search_anchor Restoring the Jews to their homeland: nineteen centuries in the quest for Zion, Author Joseph Adler, Publisher J. Aronson, 1997, ISBN 1568219784, p. 36.]</ref><ref>[http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=208&letter=G Nathan of Ghaza, Jewish Encyclopedia online.]</ref><ref>[http://books.google.com/books?ei=kgBtTp6NGImAOpu34OMF&ct=result&id=DacvAQAAIAAJ&dq=nathan+gaza+died+in+sofia&q=sofia#search_anchor A history of the Jewish people, Authors Max Leopold Margolis, Alexander Marx, Publisher Atheneum, 1985, ISBN 0-689-70134-9, p. 566.]</ref> Una terza ipotesi lo vuole invece morto alla fine di un viaggio tra Sofia e Üsküp. Questa versione vuole che egli sia arrivato fino a Üsküp e abbia subito cercato dei becchini affinché gli scavassero la tomba. Egli disse loro che era prossimo alla morte e che voleva che tutto fosse pronto in modo da poter essere sepolto prima che iniziasse lo [[shabbat]].
Dopo la sua morte il suo luogo di sepoltura divenne un importante luogo di pellegrinaggio per i seguaci del sabbatianesimo<ref>[http://books.google.com/books?id=YEnq2cYMTwYC&pg=PA75 Sephardi and Middle Eastern Jewries: history and culture in the modern era, by Harvey E. Goldberg, Jewish Theological Seminary of America p. 75]</ref> finché non fu distrutto durante la [[seconda guerra mondiale]].<ref>[http://books.google.com/books?id=CIPR5L5SAtYC&pg=PA300 Honored by the Glory of Islam: Conversion and Conquest in Ottoman Europe By Marc David Baer p. 300]</ref>
 
== Note ==
{{Reflist}}
* {{JewishEncyclopedia|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6651-ghazzati-nathan-benjamin-ben-elisha-ha-levi|article=GHAZZATI, NATHAN BENJAMIN BEN ELISHA HA-LEVI}}
 
== Bibliografia ==
* Marc D. Baer,“The double bind of race and religion: The conversion of the Dönme to Turkish secular nationalism”, in ''Comparative Studies in Society and History'', 46 (2004), pp.&nbsp;682–708.
* [[Maurizio Blondet]], ''Cronache dell'Anticristo'', EFFEDIEFFE, 2001.
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* Gershom Sholem, ''Ŝabettay Şevi - Il Messia mistico'', Einaudi, Torino 2000.
 
== Collegamenti esteri ==
* http://www.kheper.net/topics/Kabbalah/Nathan.htm
* http://www.sparknotes.com/philosophy/kabbalah/terms/char_7.html