Omicidio Calabresi: differenze tra le versioni

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{{quote|Ieri il razzista Wallace, oggi l'omicida Calabresi. La violenza si rivolge contro i nemici del proletariato, contro gli uomini che della violenza più spregiudicata hanno fatto la loro pratica quotidiana di vita al servizio del potere. E fin troppo facile prevedere che si scateni era tutta la rabbia repressiva dello Stato contro le organizzazioni rivoluzionarie e i loro militanti. Ma questa non può essere una ragione per farci tacere oggi quella verità che abbiamo sempre detto ad alta voce: che Calabresi era un assassino, e che ogni discorso sulla «spirale della Violenza, da qualunque parte provenga» è un discorso ignobile e vigliacco, utile solo a sostenere la violenza criminale di chi vive sfruttando e opprimenclo. <nowiki>[...]</nowiki> Ma non possiamo nemmeno, ieri per Wallace, oggi per Calabresi, accettare un giudizio opportunista che fa di ogni azione diretta il risultato della provocazione e dell'infiltrazione del nemico di classe. l'omicidio politico non è certo l'arma decisiva per l'emancipazione delle masse dal dominio capitalista, così come l'azione armata clandestina non è certo la forma decisiva della lotta di classe nella fase che noi attraversiamo. Ma queste considerazioni non possono assolutamente indurci a deplorare l'uccisione di Calabresi, un atto in cui gli sfruttati riconoscono la propria volontà di giustizia.}}
 
Lo stesso giorno il quotidiano ripubblicò l'articolo scritto dopo la morte di Pinelli e una breve biografia di Calabresi, dove si ricordavano i suoi esordi come pubblicista, si ipotizzava che fosse stato addestrato dalla CIA, lo si accusava di essere tra gli organizzatori della strage di piazza Fontana, ideata (secondo il quotidiano) per accusare gli anarchici e, se si fosse riuscito, anche [[Giangiacomo Feltrinelli]]. Sempre secondo la ricostruzione del quotidiano rientravano in questo progetto gli arresti di anarchici compiuti dalla polizia guidata da Calabresi dopo le [[bombe del 25 aprile 1969]]<ref name=LC1_1972_05_18 />, attentati che anni dopo si riveleranno invece opera del movimento neofascista [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]].
 
Il leader di LC Sofri rifiutò però di intitolare ''Giustizia è fatta'', come chiesto da alcuni, né LC rivendicò tale delitto<ref name="Dell'Arti">Giorgio Dell'Arti, ''[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=SOFRI+Adriano Adriano Sofri]'', ''Cinquantamila giorni'', 19 settembre 2014.</ref>.