William Gilbert: differenze tra le versioni

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Nel primo decennio del [[Seicento]], molte delle lettere che Galileo scambiò con Fra' [[Paolo Sarpi]] ([[1552]]-[[1623]]) e con [[Giovanfrancesco Sagredo]] ([[1571]]-[[1620]]) attestano il forte interesse per il libro di Gilbert, del quale Galileo sottolinea più volte la singolare combinazione di novità, fondate su osservazioni ed esperimenti, con inammissibili manifestazioni di credulità.
 
Gilbert osservò la magnetizzazione per influenza, l'inclinazione e la variazione magnetiche. Paragonò la [[Terra]] ad un grande magnete e, utilizzando un piccolo magnete sferico, ne studiò il campo prodotto. Da questi esperimenti conclude che il [[campo magnetico terrestre]] è esso stesso originato da un magnete ed è la causa del comportamento delle [[bussola (strumento)|bussole]]. Precedentemente si credeva che le bussole puntassero al Nord perché attratte dalla stella [[Polare]] o da una grande isola magnetica posta vicino al [[Polo Nord]]. In questo stesso lavoro Gilbert studiò l'[[elettricità statica]] generata dall'[[Ambra (resina)|ambra]], e dal nome greco di questo materiale (''electron'') coniò il termine ''forza elettrica''. L'unità di misura del [[potenziale magnetico]] prende il nome di [[gilbert (unità di misura)|gilbert]] in suo onore. Fu lui ad inventare il termine ''elettricità''.
 
== Fonti ==