Logografia (storia): differenze tra le versioni

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<br>I logografi cercarono per la prima volta di razionalizzare il patrimonio mitico precedente e di introdurre la concezione lineare della storia. Il mito, appartenente alla cultura greca epica, non era più accolto passivamente, ma veniva interpretato e messo in correlazione con il presente, degno anch'esso di essere memorabile come i racconti epici.<br>
Viste nell'insieme, le opere di questi scrittori trattano di genealogie mitiche, fondazioni di città o storie di etnie greche e barbare, cronache e impalcature cronografiche, raccogliendo, in effetti, da quanto rimane della loro produzione, materiale orale ed epigrafico, ponendosi, in effetti, come editori di cronache locali<ref>Dionigi di Alicarnasso, ''Su Tucidide'', VII.</ref>.<br>
Con la logografia si può dire che il discorso storico si svincoli, sia pure in modo embrionale, dal puro racconto, esercitando una sorta di selezione ed ordinamento del materiale tràdito, in modo, comunque, piuttosto larvale rispetto ad Erodoto: per questo motivo, oltre che per la mancanza di attrattive stilistiche, le opere di questi autori scomparvero dalla tradizione, restando puri serbatoi di dati almeno fino all'[[Età alessandrina|età alessandrina]].
==Note==
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