Torri di Quartesolo: differenze tra le versioni

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In epoca romana il territorio era attraversato dalla [[via Emilia]] completata nel 187 a.C. e che portava da Vicenza a Padova; è perciò probabile che fosse interessato da stanziamenti umani. A Lerino è stato rinvenuto un cippo riportante il nome di due famiglie romane.
 
Le torri di ''Quartixolus de subtus'', così chiamato per distinguerlo dal ''Quartixolus de supra'' che eraè [[Settecal'attuale (Vicenza)|frazione di [[Setteca']], furono edificate dai vicentini a protezione della vicina città nel primo periodo comunale - il XII secolo - caratterizzato dalle rivalità con Padova. Le fortificazioni furono costruite nel punto in cui il fiume [[Tesina]], originatodopo dallche vi è confluito l'[[Astico]] ed ingrossato dal Tribolo e dalla Tergola, tagliando la strada per Padova "''perde'' – come scriveva [[Filippo Pigafetta]] – ''la nominanza nel Bacchíglione''".
 
Qui si trovavano una o più torri che lo storico padovano [[Albertino Mussato]] (1261 – 1329) chiama "Bitifredo". Egli parla con diretta cognizione della fortificazione vicina al ponte sul Tesina ed afferma che i padovani "''sopra il ponte trovarono impedimento''", ma finalmente "''presero una torre nella quale uccisero tutte le guardie dello Scaligero'' ([[Cangrande I della Scala|Cangrande]])". Lo scontro in questione avvenne nell'aprile del 1313 ed è assai probabile che in quell'occasione i padovani abbiano distrutto la torre del ponte<ref>Dalla cronaca si rileva non solo una precisa descrizione dei luoghi e dei fatti, ma anche una malcelata soddisfazione del cronista per come erano andate le cose. L'anno precedente, 1312, il Mussato era stato fatto prigioniero dai vicentini nella battaglia persa dai padovani presso il borgo di San Pietro.</ref>.
 
Nella cronaca del Pagliarini<ref>Battista Pagliarini, ''Croniche di Vicenza'', 1663, III, 152</ref>, infatti, si legge che "''nel 1315 li Signori della Scala ristaurarono la torre del Quartisolo la quale molto tempo avanti era stata spianata da padovani et fu ristaurata accioché i padovani non infestassero con le armi et il fuoco li sobborghi della città''".
 
La distruzione definitiva delle Torri di ''Quartixolus de subtus'' ebbe luogo nel 1387 quando [[Antonio della Scala]] - come narra la cronaca di Conforto da Costozza<ref>Conforto da Costozza, ''Frammenti di storia vicentina (aa.1371-1387)'', a cura di C. Steiner, in RIS, 2, XIII/1, Città di Castello, 1915</ref> - ormai sull'orlo della disfatta e temendo di non poterle difendere, le fece demolire; di esse, da quel momento, non se ne parla piú<ref>Antonio Canova e Giovanni Mantese, ''I castelli medievali del vicentino'', Accademia Olimpica, Vicenza, 1979,pp. 89-90</ref>.
 
=== Età moderna e contemporanea ===