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=== Il progetto di riforma costituzionale del 2006 ===
Durante la [[XIV Legislaturalegislatura della Repubblica Italiana|XIV Legislatura]], la maggioranza parlamentare che sosteneva il governo della [[Casa delle Libertà]] approvò un disegno di [[legge costituzionale]] concernente "Modifiche alla Parte II della Costituzione" che, nella parte riguardante la forma di governo, adottava proprio il premierato<ref>[http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=14&id=149609 DDL COST "Modifiche alla Parte II della Costituzione"]</ref>.
 
In questa versione, l'elezione diretta del primo ministro era prevista soltanto ''secondo modalità'' stabilite dalla legge e non escludeva la nomina da parte del presidente della Repubblica.
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Tuttavia tale legge elettorale, prevedendo un [[premio di maggioranza]], ha anche codificato l'obbligo per le forze politiche e per le coalizioni di depositare il proprio programma ed il nome del proprio premier designato, pur in assenza di vincoli formali di nomina per il [[presidente della Repubblica]], stante l'attuale tenore dell'[[s:Costituzione della Repubblica italiana#Art. 92|articolo 92]] della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]].
 
Nel febbraio/marzo 2007, nel contesto normativo descritto, a meno di un anno dall'inizio della [[XV Legislaturalegislatura della Repubblica Italiana|XV legislatura]], a seguito della "crisi-lampo" del [[governo Prodi II]], il presidente del Consiglio subordinò la propria permanenza alla guida dell'esecutivo all'accettazione, da parte dei partiti della maggioranza, di "dodici punti" politico-programmatici, l'ultimo dei quali, {{Citazione necessaria|ispirandosi ai principi del premierato}}, stabiliva che, in caso d'insanabile disaccordo su una decisione, sarebbe stato il presidente del Consiglio a sintetizzare la posizione ufficiale del governo e della maggioranza.
 
=== L'Italicum ===