Druso Cesare: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nacque nel [[7]] e nel [[19]] il padre [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] morì, forse fatto avvelenare dallo stesso [[Tiberio]] con l'aiuto di [[Gneo Calpurnio Pisone]], che si suicidò poco dopo.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', II}}.</ref> Nel [[23]] prese la ''toga virilis'' con gli stessi privilegi concessi al fratello [[Nerone Cesare|Nerone]].<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|IV, 4}}; {{cita|Nony 1988|I, 115}}.</ref> Druso fu fidanzato da piccolo con la sorella di [[Otone|Marco Salvio Otone]]<ref>{{cita|Svetonio|''Otone'', I}}.</ref> ma infine sposò [[Emilia Lepida#Emilia Lepida, moglie di Druso Cesare|Emilia Lepida]], figlia di [[Marco Emilio Lepido (console 6)|Marco Emilio Lepido]] (figlio di [[Cornelia Scipione]], figlia a sua volta di un precedente matrimonio di [[Scribonia]], prima moglie di [[Augusto]]), e di [[Vipsania Marcella]] (figlia di [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] e della sua seconda moglie [[Claudia Marcella maggiore]]).<ref>{{cita|Nony 1988|I, 123}}.</ref> Lo storico latino [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] riferisce che, durante l'unione, "lei perseguitò il marito con continue accuse
A questo scopo Seiano usò la moglie di Druso, Emilia Lepida, per controllare il marito e riferirgli ogni sua mossa.<ref>{{cita|Nony 1988|I, 124}}.</ref> Nel [[29]] la madre e il fratello Nerone, furono accusati di tramare contro Tiberio e vennero imprigionati, esiliati ed infine uccisi.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|V, 4}}.</ref> Druso venne allora chiamato a [[Isola di Capri|Capri]] da Tiberio, che voleva tenerlo vicino a sé.<ref>{{cita|Spinosa 1991|III, 170}}.</ref> Nel [[31]] Tiberio, iniziando ad essere sospettoso, nominò Druso quale suo erede, poiché aveva paura di cadere vittima di qualche sommossa.<ref>{{cita|Svetonio|''Tiberio'', LXV}}.</ref> Neanche questo salvò il figlio di Germanico che, infatti, dopo pochi anni dalla sua partenza, venne richiamato a Roma, arrestato ed infine incarcerato nelle segrete del Palatino.<ref>{{cita|Nony 1988|I, 128}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 170}}.</ref> Morì di fame dopo nove giorni di segregazione, imprigionato negli scantinati del [[Palazzi imperiali del Palatino|Palazzo Imperiale]], ridotto a masticare l'imbottitura del letto.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 23}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 170}}.</ref> Dopo la sua morte Tiberio fece esporre in pubblico il corpo e infierì sul defunto, presentandolo come folle e depravato sessuale.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 24}}.</ref>
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