Marsilio Ficino: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = <ref>Rosanna Zerilli, ''Marsilio Ficino: alla lente dell'astrologia'', Edizioni Capone, 2010.</ref>
|Immagine = Portrait of Marsilio Ficino at- Angel Appearing theto DuomoZacharias Firence(detail).jpg
|Didascalia = Busto di Marsilio Ficino, addettaglio operadella scena dell<nowiki>'</nowiki>''Annuncio dell'angelo a Zaccaria'', di [[AndreaDomenico FerrucciGhirlandaio]], in ([[1522Cappella Tornabuoni]]) in, [[Santa Maria del FioreNovella]], [[Firenze]]
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=== ''Teologia platonica'' e altri lavori ===
[[File:Marsilio Ficino - Angel Appearing to Zacharias (detail).jpg|thumb|Marsilio Ficino, dettaglio della scena dell<nowiki>'</nowiki>''Annuncio dell'angelo a Zaccaria'', di [[Domenico Ghirlandaio]], in [[Cappella Tornabuoni]], [[Santa Maria Novella]], [[Firenze]]]]
Dal [[1469]] al [[1474]] stende l'opera più importante, i diciotto libri della ''Theologia platonica de immortalitate animarum'', dedicata a [[Lorenzo de' Medici]]. Dopo aver preso i voti sacerdotali il 18 dicembre [[1473]], compone la ''Religione cristiana'', in italiano, di cui darà poi la versione latina nella ''De christiana religione''. Dal [[1475]] al [[1476]] scrive la ''Disputatio contra iudicium astrologorum'' e nel [[1481]] viene dato alle stampe il suo ''Consiglio contro la pestilenza'', dopo il flagello dell'epidemia del [[1478]].<ref name=Garin>{{Cita|E. Garin|pp. 241-243|Garin}}.</ref>
[[File:Portrait of Marsilio Ficino at the Duomo Firence.jpg|thumb|Busto di Marsilio Ficino ad opera di [[Andrea Ferrucci]] ([[1522]]) in [[Santa Maria del Fiore]], Firenze]]
 
Nel [[1484]] inizia la traduzione delle ''[[Enneadi]]'' di [[Plotino]] e dal [[1488]] al [[1493]] traduce le opere di [[Giamblico]], [[Proclo]], [[Prisciano]], [[Porfirio]], [[Sinesio]], [[Teofrasto]], [[Michele Psello]], la ''Mistica teologia'' e i ''Nomi divini'' dello [[Pseudo-Dionigi]], e i frammenti di [[Atenagora di Atene]]:<ref name=Kristeller /> con questo ampio ''corpus'' platonico il Ficino persegue la sua teorizzazione della continuità della tradizione teologica da Ermete ai platonici prolungatasi attraverso [[Dionigi Areopagita]], [[Sant'Agostino|Agostino]], [[Apuleio]], [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio]], [[Macrobio]], [[Avicebron]], [[Al-Farabi]], [[Avicenna]], [[Duns Scoto]], [[Bessarione]] e il [[Nicola Cusano|Cusano]].<ref name=Cusimano />
 
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== La dottrina ==
[[File:Palazzo dei visacci 04 Marsilio Ficino.JPG|thumb|upright=0.7|Erma di Marsilio Ficino sul [[Palazzo dei Visacci]]]]
È noto come [[Aristotele]] concepisca l'essere umano come ''[[sinolo]]'', insieme indissolubile di [[materia (filosofia)|materia]] e [[forma (filosofia)|forma]], di [[Corpo (esoterismo)|corpo]] e [[anima]], cosicché il suo principale commentatore dell'antichità [[Alessandro di Afrodisia]] poteva ben dedurne esplicitamente la mortalità dell'anima contemporanea a quella del corpo.<ref>Alessandro di Afrodisia, ''L'anima'', a cura di P. Accattino e P. Donini, Roma-Bari, Laterza, 1996.</ref> Al contrario, [[Platone]] aveva già distinto le due sostanze, concedendo all'anima una vita separata e indipendente dal destino del corpo.
 
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==L'eredità==
[[File:Palazzo dei visacci 04 Marsilio Ficino.JPG|thumb|upright=0.7|Erma di Marsilio Ficino sul [[Palazzo dei Visacci]]]]
Pur esercitando un fortissimo impulso al rinnovamento del panorama filosofico dell'[[Europa]], in cui da diversi paesi si faceva costante richiesta delle sue opere,<ref>R. Marcel, ''Marsile Ficin'', pag. 534 e sgg., Parigi, Belles Lettres, 1958.</ref> dopo la fine del [[Rinascimento]] Ficino venne tradotto e commentato sempre meno. In [[Italia]], dove è riconosciuta la sua influenza sull'[[ermetismo (filosofia)|ermetismo]] [[XVI secolo|cinquecentesco]] e in particolare su [[Giordano Bruno]],<ref>Cesare Vasoli, ''Quasi sit deus: studi su Marsilio Ficino'', pp. 46-47, Conte, 1999. Cfr. anche A. Jugegno, ''II primo Bruno e l'influenza di Marsilio Ficino'', in «Rivista critica di storia della filosofia», n. XXIII, pp. 149-170, 1968.</ref> sarà [[Giambattista Vico]] a raccogliere nel [[XVIII secolo|Settecento]] l'eredità [[neoplatonica]] di Ficino, di cui lesse l'opera di traduzione, rammaricandosi del fatto che la [[filosofia moderna]] si fosse allontanata da lui, rinchiudendosi nelle angustie mentali di [[Cartesio]].<ref>Giambattista Vico, ''The Autobiography of Giambattista Vico'', pag. 137, trad. ingl. di Max Harold Fisch e Thomas Goddard Bergin, Ithaca, New York, Cornell University Press, 1963.</ref>