Gianni Corbi: differenze tra le versioni

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Al termine della guerra Corbi si dedica al giornalismo, scrivendo per ''[[Il Messaggero]]'' e, grazie a contatti con [[Arrigo Benedetti]], entra nel [[1955]], del neonato [[periodico|mensile]] ''[[L'espresso]]'', diretto dallo stesso Benedetti e con [[Eugenio Scalfari]] come vicedirettore, dove presto diviene caporedattore.
Nel marzo del [[1968]] diviene direttore della rivista sostituendo Scalfari, fino all'aprile del [[1970]].
Nel [[1971]] fu tra i firmatari dell'appello contro il commissario [[Luigi Calabresi]]. Rimarrà al settimanale come direttore editoriale per 15 anni, fino all'età del pensionamento. Fu poi "garante del lettore" del quotidiano "[[la Repubblica (quotidiano)|Repubblica]]" <ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/corbi/corbi/corbi.html|titolo=Repubblica e L'Espresso
dicono addio a Gianni Corbi|editore=Repubblica.it|accesso=}}</ref>.
 
Il [[Dossier Mitrokhin]], al report nº 35, lo accusa di essere stato una spia al soldi del [[KGB]] da prima del 1972<ref>{{cita web|url=http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/biografie%20antifascisti66.html|titolo=Biografia Gianni Corbi|editore=Storiaxxisecolo.it|accesso=}}</ref>, circostanza che tuttavia non è mai stata provata ed è stata fermamente smentita dallo stesso Corbi. Nel 2002  [[Paolo  Guzzanti]], presidente della Commissione bicamerale incaricata di indagare sul dossier, chiarì definitivamente che Corbi e gli altri giornalisti coinvolti (tra cui  [[Sandro  Viola]]  e [[Giuliano Zincone]]) erano «persone innocentissime»<ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=ZINCONE+Giuliano|titolo=Cinquantamila giorni. Giuliano Zincone|editore=Corriere della Sera|data=30 ottobre 2014|accesso=19 ottobre 2016}}</ref>.
 
== Note ==