Velino (fiume): differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Piana Reatina#La bonifica}}
[[File:Cascata delle Marmore 3.JPG|thumb|upright|La [[Cascata delle Marmore]], con la quale il Velino confluisce nel [[Nera (Italia)|Nera]]]]
 
Nell'[[antica Roma]] il Velino era chiamato ''Avens flumen'', mentre fino al XVII secolo era riportato sulle carte geografiche come ''Mellino''.<ref>{{Cita libro|autore=Ileana Tozzi e Roberto Lorenzetti|titolo =Il paesaggio civile e naturale della provincia reatina|editore =L'orbicolare|città =Milano|anno =2007|pagine = 33|capitolo =Il fiume simbolo: il Velino|isbn =978-88-95061-38-2}}</ref>
 
In epoca pre-[[civiltà romana|Romana]] il fiume impaludava nella [[Piana di Rieti]] formando il [[Lago Velino]]. Nel [[271 a.C.]] il console [[Manlio Curio Dentato]], a scopo di bonifica, realizzò un taglio sulla costa rocciosa dove oggi si trova il primo e maggiore salto. Tale opera, detta ''Cavo Curiano'', fu poi successivamente ingrandita in epoca medievale, anche a seguito delle proteste degli abitanti di Terni che venivano periodicamente inondati dall'enorme massa d'acqua proveniente dal Velino. Dopo alterne vicende conseguenti agli interessi contrapposti dei ternani e dei reatini (questi ultimi avevano interesse a che il Velino non inondasse più la Piana Reatina), vicende che videro l'intervento d'illustri e famosi architetti ([[Antonio da Sangallo il Giovane]], [[Carlo Maderno]], [[Giovanni Fontana (architetto)|Giovanni Fontana]], ecc.) finalmente nel [[XVIII secolo]], sotto il papato di [[Pio VI]], l'architetto Andrea Vici, realizzò la sistemazione definitiva della costa rocciosa (le Marmore che danno il nome alla cascata) che è giunta ai nostri giorni.