Beatificazione: differenze tra le versioni

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Nel [[XIV secolo]], {{Chiarire|il [[Papa]]}} cominciò ad autorizzare il culto di alcuni [[santo|santi]] solo in ambito locale prima che fosse completato il processo di [[canonizzazione]]. Tale pratica è all'origine della procedura di beatificazione, in cui una persona è detta ''beata''. Il [[culto]] pubblico del beato è universale nella recita del [[martirologio]]<ref>[http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20011002_conf-martirologio_it.html Conferenza stampa di presentazione del nuovo Martirologio Romano, intervento del cardinale Jorge Medina Estévez]</ref>, mentre le altre celebrazioni liturgiche, l'[[Celebrazione eucaristica|Eucaristia]] e la [[liturgia delle Ore]], sono approvate in ambiti più ristretti (singole [[diocesi]] o [[famiglia religiosa|famiglie religiose]]).
 
Il 25 gennaio [[1525]], [[papa Clemente VII]] concesse un indulto ai [[Ordine dei Frati Predicatori|Domenicani]] del [[Chiesa di San Giacomo Apostolo dei Domenicani|Convento]] di [[Forlì]] per celebrare la messaMessa del beato [[Giacomo Salomoni]] ogni volta che, durante l'anno, la loro devozione li spingesse a farlo. Questo indulto è considerato importante nella storia delle celebrazioni liturgiche dedicate ad un beato, tanto da risultare come il più antico citato da [[papa Benedetto XIV]] nel documento ''De canonizatione''[http://www.ewtn.com/library/mary/ceblesse.htm].
 
Per il papa è possibile operare una beatificazione equipollente: il papa approva, con un semplice decreto, un culto spontaneo ed esistente da vario tempo, senza indagini specifiche e senza attendere il verificarsi di un miracolo. Questa procedura è stata seguita ad esempio da [[Pio IX]] nel [[1868]] per il vescovo bresciano [[Guala de Roniis]].