Callisto (astronomia): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
aggiornato
disambigua
Riga 78:
Tale oceano interno è stato scoperto indirettamente attraverso studi del [[campo magnetico]] attorno a [[Giove (astronomia)|Giove]] e ai suoi satelliti più interni.<ref name="Zimmer 2000">{{Cita pubblicazione|cognome=Zimmer|nome=C.|autore2=Khurana, K. K.|titolo=Subsurface Oceans on Europa and Callisto: Constraints from Galileo Magnetometer Observations|rivista=Icarus|anno=2000|volume=147|numero=2|pp=329–347|doi=10.1006/icar.2000.6456|url=http://www.igpp.ucla.edu/people/mkivelson/Publications/ICRUS147329.pdf|formato=PDF|bibcode=2000Icar..147..329Z|cognome3=Kivelson|nome3=Margaret G.}}</ref> Callisto, infatti, non possiede un campo magnetico proprio, ma solo un campo indotto che varia in direzione, in risposta alle diverse configurazioni orbitali del satellite rispetto al campo magnetico di Giove. Ciò suggerisce che all'interno di Callisto si trovi uno strato di fluido molto conduttivo. L'esistenza di un oceano sarebbe più probabile se l'acqua contenesse una piccola quantità di [[ammoniaca]] o altre sostanze [[antigelo]], fino al 5% del peso.<ref name="Spohn 2003" /> In tal caso, lo strato di acqua e ghiaccio potrebbe raggiungere uno spessore di 250–300&nbsp;km.<ref name=Kuskov2005/> I modelli che non prevedono l'esistenza dell'oceano indicano un maggiore spessore per la litosfera ghiacciata, che potrebbe raggiungere una profondità di circa 300 chilometri.
 
Un altro indizio a favore dell'esistenza dell'oceano interno è che l'emisfero del satellite direttamente opposto al bacino di [[Valhalla (Callisto)|Valhalla]] non mostra alcuna frattura, a differenza di quanto succede agli antipodi di crateri di simili dimensioni sulla [[Luna]] o su [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]]. Uno strato liquido sarebbe probabilmente in grado di assorbire le [[onde sismiche]] prima che esse possano rifocalizzarsi sul punto opposto della [[Crosta (esogeologia)|crosta]] planetaria.<ref name="Spohn 2003" />
 
Al di sotto dell'oceano, Callisto sembra presentare un nucleo particolare, non interamente uniforme, ma stabile. I dati della [[sonda Galileo]] suggeriscono che questo nucleo sia composto da [[roccia]] e [[ghiaccio]] compressi, con una percentuale di roccia crescente all'aumentare della profondità.<ref name=Kuskov2005/><ref name="Anderson 1998">{{Cita pubblicazione|cognome=Anderson|nome=J. D. |autore2=Schubert, G. |autore3=Jacobson, R. A. |autore4= et al. |titolo=Distribution of Rock, Metals and Ices in Callisto|rivista=Science|anno=1998|volume=280|pp=1573–1576|doi=10.1126/science.280.5369.1573|url=http://trs-new.jpl.nasa.gov/dspace/bitstream/2014/19178/1/98-0442.pdf|formato=PDF|pmid=9616114|numero=5369|bibcode = 1998Sci...280.1573A |cognome5=Moore |nome5=W. B. |cognome6=Sjo Gren |nome6=W. L. }}</ref>
Riga 87:
{{vedi anche|Superficie di Callisto}}
[[File:Callisto2.jpg|thumb|Un'immagine di Callisto ripresa dal [[Voyager 2]] alla distanza di {{M|2 318 000|k|m}}. I punti brillanti che ne costellano la superficie sono [[cratere meteoritico|crateri da impatto]], un terreno pesantemente craterizzato indica solitamente una superficie planetaria molto antica.]]
[[File:Valhalla crater on Callisto.jpg|thumb|Immagine ripresa dalla [[Voyager 1]] di [[Valhalla (Callisto)|Valhalla]].]]
 
Callisto è il [[satellite naturale]] più pesantemente craterizzato del [[sistema solare]].<ref name="Zahnle 1998">{{Cita pubblicazione|cognome=Zahnle|nome=K.|autore2=Dones, L. |titolo=Cratering Rates on the Galilean Satellites|rivista=Icarus|anno=1998|volume=136|numero=2|pp=202–222|doi=10.1006/icar.1998.6015|url=http://lasp.colorado.edu/icymoons/europaclass/Zahnle_etal_1998.pdf|formato=PDF|pmid=11878353|bibcode=1998Icar..136..202Z|cognome3=Levison|nome3=Harold F.}}</ref> A differenza del vicino [[Ganimede (astronomia)|Ganimede]], che mostra un terreno variegato, Callisto non presenta evidenza di attività simili alla [[tettonica a placche]]. Pur trattandosi di due oggetti relativamente simili sembra che Callisto abbia avuto una storia geologica più semplice.<ref name="Nagel2004">{{Cita pubblicazione|cognome=Nagel |nome=K.A |cognome2=Breuer |nome2=D. |cognome3=Spohn |nome3=T. |titolo=A model for the interior structure, evolution, and differentiation of Callisto |data=2004 |volume=169 |numero=2 |pp=402–412 |doi=10.1016/j.icarus.2003.12.019 |bibcode=2004Icar..169..402N |rivista=Icarus }}</ref>
Riga 93:
In effetti, i crateri da impatto e gli anelli ad essi concentrici rappresentano le uniche strutture presenti su Callisto; non vi sono infatti grandi montagne o altre caratteristiche prominenti.<ref name="Bender 1997">{{Cita pubblicazione|autore=Bender, K. C.; Rice, J. W.; Wilhelms, D. E.; Greeley, R. |titolo=Geological map of Callisto |editore=U.S. Geological Survey |anno=1997 |url=http://astrogeology.usgs.gov/Projects/PlanetaryMapping/DIGGEOL/galsats/callisto/jcglobal.htm }}</ref> Ciò è dipeso probabilmente dalla natura della superficie: lo scorrimento del [[ghiaccio]] in tempi geologici ha cancellato i crateri e le montagne più grandi. I [[Cratere meteoritico|crateri da impatto]] e le strutture multianello, le [[Scarpata|scarpate]] e i depositi ad esse associate sono le uniche grandi caratteristiche che si trovano sulla superficie.<ref name="Greeley 2000"/><ref name="Bender 1997"/>
 
La superficie di Callisto è dominata da due enormi strutture: [[Valhalla (Callisto)|Valhalla]] (la più grande) presenta una regione centrale brillante larga {{M|600|k|m}} e anelli concentrici che raggiungono i {{M|3 000|k|m}} di [[diametro]]; la seconda, [[Asgard (Callisto)|Asgard]], presenta un diametro esterno di {{M|1 400|k|m}}.<ref name="Map 2002">{{cita web|titolo=Controlled Photomosaic Map of Callisto JC 15M CMN |editore=U.S. Geological Survey |data=2002 |url=http://geopubs.wr.usgs.gov/i-map/i2770/}}</ref>
 
Sono presenti inoltre delle ''[[Catena (esogeologia)|catenae]]'', come la [[Gipul Catena]], una lunga serie di crateri da impatto in linea retta sulla superficie. L'origine di ciascuna di esse è da ricondursi all'impatto su Callisto di oggetti catturati dalla gravità gioviana e poi frammentati dalle [[forza di marea|forze di marea]] del pianeta (come accaduto alla [[Cometa Shoemaker-Levy 9]]).<ref name="Greeley 2000"/>