Legio IIII Flavia Felix: differenze tra le versioni

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La IIII ''Flavia'' fu mandata a ''[[Burnum]]'' (moderna [[Chistagne]], [[Dalmazia]]) a rimpiazzare la [[Legio XI Claudia|XI ''Claudia'']]; fu probabilmente in questo periodo che ricevette il titolo ''Felix'', «serena». Dopo l'invasione dei [[Daci]] dell'[[86]], [[Domiziano]], in occasione delle [[Campagne daciche di Domiziano|sue campagne daciche]], spostò la legione in Mesia Superiore, a ''[[Singidunum]]'', sebbene alcune sue [[vessillazioni]] rimanessero a ''[[Viminacium]]'', la base della [[Legio VII Claudia|VII ''Claudia'']]. Nell'[[88]] la ''Flavia Felix'' partecipò all'invasione punitiva della [[Dacia (regione storica)|Dacia]], partecipando alla vittoriosa [[battaglia di Tape (88)|battaglia di Tape]]; dieci anni dopo fece parte dell'esercito che, guidato da [[Traiano]], determinò la definitiva [[conquista della Dacia]] occupando la [[fortezza legionaria]] di ''[[Berzobis]]''. Per ordine di [[Adriano]] la ''Flavia Felix'' andò a [[Belgrado]], ma vessillazioni sono attestate in varie parti del confine, ad ''[[Apulum]]'', a ''[[Naissus]]'', a ''[[Ulpiana]]'' e ad ''[[Aquincum]]'' ([[Budapest]]). La IIII si recò in oriente nel [[165]], per partecipare alla [[Campagne partiche di Lucio Vero|campagna contro i Parti dell'imperatore Lucio Vero]].
 
Dopo la morte di [[Pertinace]], diversi pretendenti al trono emersero tra i comandanti militari: la IIII sostenne [[Settimio Severo]] contro [[Pescennio Nigro]] e [[Clodio Albino]], e quando questi completò la propria campagna orientale, la ''Flavia Felix'' rimpiazzò la [[Legio II Adiutrix|II ''Adiutrix'']] ad ''Aquincum''. Di questa legione sono stati rinvenute sue tracce durante la campagna germanica di [[Massimino Trace]] del [[235]]. In questa circostanza Massimino, riteneva che fosse una priorità dell'Impero la guerra "antigermanica",<ref>[[Santo Mazzarino]], ''L'Impero romano'', p. 492.</ref> continuò a combattere gli [[Alemanni]], riuscendo non solo a respingere le loro incursioni lungo il [[limes germanico-retico]], ma anche a penetrare profondamente in [[Germania Magna|Germania]]<ref name="AurVitDeCaes26.1">[[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus'', 26.1.</ref> per circa 30-40 [[Miglio (unità di misura)|miglia romane]] (45-60 chilometri) e a battere sul loro terreno le armate alemanne, nella regione del [[Württemberg]] e [[Baden-Württemberg|Baden]].<ref>Michael Grant, ''Gli imperatori romani, storia e segreti'', p. 186; al termine delle operazioni militari di Massimino, furono ricostruiti numerosi [[:Categoria:Forti militari di unità ausiliarie dell'antica Roma|forti ausiliari]] come quelli di [[Echzell]], [[Butzbach]], [[Kapersburg]], [[Saalburg]] e [[Kleiner Feldberg]] (cfr. H.Shonberger, ''The Roman Frontier in Germany: an Archaeological Survey'', p. 175).</ref> Campagne archeologiche di scavo, condotte dal 2008 al 2011, hanno rivelato, infatti, tracce di uno [[Battaglia di Harzhorn|scontro militare]] tra le armate romane ed i Germani presso l'Harzhorn, nell'area boschiva nei pressi di [[Kalefeld]] (in [[Bassa Sassonia]]).<ref>Michael Geschwinde & Petra Lönne, «La spedizione dimenticata», in rivista ''[[Archeo (periodico)|Archeo, attualità dal passato]]'', n. 332, ottobre 2012, pp. 30-37.</ref>
 
Venne quindi impiegata dall'imperatore [[Decio]] ([[249]]-[[251]]) contro i [[Gepidi]]. Combatté probabilmente nelle diverse campagne lanciate contro i [[Sasanidi]] in oriente, ma il campo-base è attestato ancora in Mesia ancora nella prima metà del [[IV secolo]], e poi fino alla ''[[Notitia Dignitatum]]''.<ref>''[[Notitia Dignitatum]]'', ''in partibus Orientibus'', XLI.</ref>