Verrio Flacco: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Fasti Praenestini Massimo n1.jpg|upright=2.0|thumb|[[Museo Nazionale Romano]], i ''Fasti Praenestini'']]
FonteVerrio, prima per ricostruirne la vita e l'opera è il ''De grammaticis et rhetoribus'' di [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] (§ 17). Comecome altri grammatici, era un [[liberto]], maanche se non si conosce il nome del suo ''[[patronus]]''. Ignota è anche la sua terra di origine, ma si suppone però che fosse di [[Preneste]].: Svetonio, infatti, afferma che, non solo in quella città gli furono tributati onori e gli fu dedicata una statua, ma fu proprio lo stesso Verrio Flacco a riordinare i [[Fasti praenestini]]<ref>[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''De grammaticis'', 17, 4.</ref>.
 
Come insegnante, egli introdusse un nuovo sistema educativo. A differenza dei suoi colleghi, che prediligevano un tipo di apprendimento passivo da parte degli studenti, Verrio Flacco ne utilizzava uno basato sulla competizione e la promessa di un premio (di solito un libro di valore) per il vincitore<ref>[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''De grammaticis'', 17, 1.</ref>. Questo sistema, per i tempi certo innovativo, gli valse grande fama, tanto che lo stesso [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] lo scelse come precettore dei suoi figli.
 
=== Opere ===
{{Vedi anche|Storia della letteratura latina (31 a.C. - 14 d.C.)}}
 
Nulla dice Svetonio sulle opere di Verrio Flacco. Soltanto un suo accenno indiretto permette di stabilire che scrisse dei libri sull'[[ortografia]]: nel paragrafo 19viene, infatti, è ricordato che [[Scribonio Afrodisio]] ''[Verrii Flacci] libris de orthographia rescripsit'' ("replicò ai libri sull'ortografia di Verrio Flacco")<ref>[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''De grammaticis'', 19; dell'opera restano, comunque, 12 frammenti.</ref>.
 
In realtàComunque, si conoscono i titoli e si possiedono 67 frammenti di altri suoi scritti:.
* ''Res memoria dignae'', un'opera antiquaria citata da [[Aulo Gellio]];
* ''Saturnus'', altra opera antiquaria sui ''[[Saturnali]]a'';
* ''Res Etruscae'';
* ''De obscuris Catonis'', di argomento filologico.
 
In primo luogo, ''Res memoria dignae'', un'opera antiquaria citata da [[Aulo Gellio]] e [[Plinio il Vecchio]], di cui restano 9 frammenti, simili agli ''Exempla'' aneddotici di [[Cornelio Nepote]].
L'opera più importante è però il ''De verborum significatu'', il prodotto più completo ed erudito dell'antica lessicografia latina. Il testo è a noi noto grazie al compendio che ne fece [[Sesto Pompeo Festo|Festo]] ([[II secolo]]) e il successivo compendio di Festo operato da [[Paolo Diacono]] ([[VIII secolo]]). Da entrambi è possibile apprendere il carattere e la struttura dell'originaria opera di Verrio Flacco. Si trattava di un "vocabolario" di termini rari e eruditi, ordinati alfabeticamente e corredati di citazioni di autori precedenti utili a capirne contesto e significato. Quasi certamente l'opera non è completa, poiché, mentre la prima parte rispetta rigorosamente il criterio alfabetico, la seconda contiene termini in ordine sparso, inseriti dall'autore via via che li incontrava nelle sue letture: è questo il segnale rivelatore che Verrio Flacco non ebbe il tempo di procedere ad una completa revisione del suo testo.
 
Il ''Saturnus'', citato da Macrobio, era un'altra opera antiquaria sui ''[[Saturnali]]a''<ref>Macrobio, ''Saturnalia'', I 4 e 8.</ref>, di cui non possiamo definire, comunque, l'argomento.
 
*Del ''De obscuris Catonis'', di argomento filologico, restano due citazioni in [[Aulo Gellio]]<ref>XVII, 6; XVI, 4.</ref>
 
Le ''Res Etruscae'' o ''Disciplinae'', infine, testimoniate da due soli frammenti, erano in più libri e riguardavano, da quanto ce ne resta, la storia e le fondazioni etrusche.
 
L'opera più importante èAmplissimo peròera il ''De verborum significatu'', il prodotto più completo ed erudito dell'antica lessicografia latina. Il testo<ref>Dell'originale restano circa trenta frammenti.</ref> è a noi noto grazie al compendio che ne fece [[Sesto Pompeo Festo|Festo]] ([[II secolo]]) e il successivo compendio di Festo operato da [[Paolo Diacono]] ([[VIII secolo]])., Dadai entrambiquali è possibile apprendere il carattere e la struttura dell'originaria opera di Verrio Flacco. Si trattava di un "vocabolario" di termini rari e eruditi, ordinati alfabeticamente e corredati di citazioni di autori precedenti utili a capirne contesto e significato. Quasi certamente l'opera non è completa, poiché, mentre la prima parte rispetta rigorosamente il criterio alfabetico, la seconda contiene termini in ordine sparso, inseriti dall'autore via via che li incontrava nelle sue letture: è questo il segnale rivelatore che Verrio Flacco non ebbe il tempo di procedere ad una completa revisione del suo testo.
 
L'opera più importante era, comunque, costituita dai ''Fasti Praenestini'' o ''Kalendarium'', composto da Verrio FIacco per i prenestini, che fu inciso ad opera del ''municipium'' su un emiciclo marmoreo nel foro cittadino: ritrovate tra i ruderi di Preneste, furono pubblicati nel 1779 a Roma.
 
== Bibliografia ==