Angelika Kauffmann: differenze tra le versioni
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[[File:Kauffman-Garrick.jpg|thumb|Ritratto dell'attore shakesperiano [[David Garrick]]]]
Il padre, quindi, decise di riproporre un viaggio di formazione artistica in [[Italia]]. Fu proprio nel Bel Paese che Angelica ebbe modo di coltivare più intensamente le proprie doti pittoriche, attraverso lo studio delle opere del [[Correggio (pittore)|Correggio]], di [[Guido Reni]], dei [[Carracci]], del [[Domenichino]] e del [[Guercino]]. A Firenze, nel 1762, eseguì la copia di prestigiosi dipinti della Galleria Ducale; per quanto riguarda l'ambito accademico, ottenne il diploma dell'[[Accademia di belle arti di Firenze]] e l'investitura a «membro d'onore» all'[[Accademia Clementina]] a Bologna. Negli anni [[1763]]-[[1765|65]] visita [[Roma]] e [[Napoli]], dove studiò le collezioni del [[museo di Capodimonte]]. Nonostante l'insistenza della regina [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]] a farla diventare pittrice di corte, Angelica restò poco a Napoli, tanto che
In questa sua parentesi italiana, la giovane Kauffman raggiunse uno straordinario successo nella ritrattistica; ne scrisse [[Johann Joachim Winckelmann|Winckelmann]], in una lettera che mandò all'amico Franke nell'agosto 1764:
{{citazione|La giovinetta di cui parlo è nata a Coira, ma fu condotta per tempo in Italia da suo padre, che è pure pittore; parla assai bene l'italiano e il tedesco ... Parla inoltre correntemente il francese e l'inglese ... Si può chiamare bella e gareggia nel canto con le nostre migliori virtuose. Il suo nome è Angelica Kauffmann}}
Ciononostante,
=== Il soggiorno in Inghilterra ===
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}}
Nel soggiorno veneziano Kauffman strinse amicizia con la moglie dell'ambasciatore inglese John Murray: lady B. Wentworth. Quest'ultima invitò l'artista a seguirla a [[Londra]] - cosa che Angelica effettivamente fece nel giugno del 1766, passando per [[Parigi]], dove poté ammirare il [[Palazzo del Lussemburgo|Palais du Luxembourg]], ornato dalle opere di [[Rubens]]. L'artista trovò terreno fertile nella capitale inglese, dove già era conosciuta per un ritratto di [[David Garrick]] mandato alla [[Free Society]] nel 1764; di conseguenza numerosissimi furono i committenti, a partire da [[Augusta Sofia di Hannover]], [[John Spencer, I conte Spencer|John]] e [[Georgiana Spencer]] e [[Joshua Reynolds]].
Fu proprio con Reynolds, tra l'altro, che Kauffman coltivò l'interesse
Dopo l'arrivo del padre, Angelica scelse di sposare il conte svedese [[Frederick de Horn]], che però si rivelò ben presto un impostore, fuggendo con tutti i loro risparmi. Kauffman fu libera dal vincolo di matrimonio solo il 10 febbraio 1780, quando la Chiesa Anglicana dichiarò il matrimonio invalido.<ref name=dbi/>
=== Il ritorno in Italia e la morte ===
Il secondo marito non tardò ad arrivare: si trattava di una vecchia conoscenza del padre, il pittore veneziano [[Antonio Zucchi]],
[[File:Angelica Kaufmann Antonio Zucchi.jpg|thumb|Ritratto del marito [[Antonio Zucchi]], 1781|left]]
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Malgrado il flebile mercato artistico di Roma, la Kauffman continuò a produrre, mantenendosi intelligentemente in contatto con la clientela inglese e avendo importanti mecenati nei cortigiani europei più prestigiosi. Fu proprio in questo periodo che Angelica produsse le sue opere migliori, che spaziarono dalla ritrattistica alla pittura religiosa, che raggiunse l'apice nell'affrescamento della cappella del [[santuario di Loreto]].<ref name=dbi/>
Il marito Antonio morì il 26 dicembre 1795. Nonostante il lutto, che fu superato anche grazie alla vicinanza del cugino (successivo custode delle tele della pittrice),<ref>{{Cita|Baumgärtel|pp 28-32|wb}}.</ref> Angelica continuò a dipingere. Degna di è sono l'''Incoronazione della Vergine'', realizzata per la parrocchia di Schwarzenberg; le sue opere migliori, tra l'altro, vennero addirittura rilegate in un volume da [[Giuseppe Vallardi]], venduto poi al [[Victoria and Albert Museum]] di Londra. Per tutto il resto della sua vita rimase a vivere a Roma; anzi, fu una dei pochi artisti stranieri che non fuggirono all'arrivo delle truppe francesi che invasero la capitale dello Stato Pontificio alla fine del 1700.
Angelika Kauffman morì a 66 anni il 5 novembre 1807, a causa di un dolore al [[petto]] che fu costretta a patire per molto tempo, forse causato dai veleni della tavolozza che inalò per
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