Nadir Shah: differenze tra le versioni

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|altrititoli =
|data di nascita = 22 novembre 1688<ref name="Nader p.17">La data esatta della nascita di Nadir è sconosciuta ma il 6 agosto è indicato invece come la data più probabile secondo lo storico Axworthy p.17 (e note) e ''[[The Cambridge History of Iran]]'' (Vol. 7 p.3); altre biografie propendono per il solo anno 1688.</ref>
|luogo di nascita = [[Dargaz]], [[Persia]]<ref name="histories.cambridge.org">{{citeCita web|url=http://histories.cambridge.org/extract?id=chol9780521200950_CHOL9780521200950A002|titletitolo=The Cambridge History of Iran Volume 7|worksito=cambridge.org}}</ref>
|data di morte = 19 giugno 1747<ref name="iranicaonline.org"/>
|luogo di morte = [[Quchan]], [[Persia]]
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{{vedi anche|Guerra russo-persiana (1722-1723)|Trattato di Costantinopoli (1724)}}
Nadir crebbe durante gli ultimi anni di governo della [[dinastia Safavide]] che aveva retto le sorti della [[Persia]] dal [[1502]]. Al suo picco di importanza, sotto figure come [[Abbas il Grande]], la Persia safavide era stata un potente impero, ma all'inizio del XVIII secolo lo stato era in serio declino e lo scià regnante, [[Sultan Husayn]], appariva un sovrano debole. Quando Sultan Husayn tentò di reprimere una ribellione degli [[Ghilzai|afghani Ghilzai]] a [[Kandahar]], il governatore da lui inviato ([[Gurgin Khan]]) venne ucciso.
Sotto il loro capo [[Mahmud Hotaki]], gli afghani ribelli si mossero verso ovest contro lo scià stesso e nel 1722 sconfissero le forze imperiali nella [[Battaglia di Gulnabad]] assediando la capitale, [[Isfahan]].<ref>{{CiteCita web|url=http://persian.packhum.org/persian/pf?file=90001014&ct=30|titletitolo=An Outline of the History of Persia During the Last Two Centuries (A.D. 1722-1922)|pagep=30|worksito=Edward G. Browne|publishereditore=[[Packard Humanities Institute]]|locationcittà=London|accessdateaccesso=2010-09-24 settembre 2010}}</ref> Dopo che lo scià fallì nel suo tentativo di fuga e di radunare altrove un esercito come aveva progettato di fare, la città rimase alla carestia e Sultan Husayn abdicò, lasciando il potere a Mahmud. Nel Khorasan, Nadir dapprima tentò di sottomettere il governatore locale afghano di [[Mashhad]], Malek Mahmud, e poi si ribellò costruendo un proprio piccolo esercito. Il figlio di Sultan Husayn si era nel frattempo autoproclamato [[Tahmasp II di Persia|Shah Tahmasp II]], ma aveva trovato ben poco supporto ed era stato costretto a trovare rifugio presso la tribù [[Qajar]], che gli offrì di sostenerlo. Nel frattempo, inoltre, il rivale della Persia, l'Impero ottomano alleato coi russi, aveva colto l'occasione del caos interno al paese per dividersi i suoi territori.<ref>This section: Axworthy pp. 17–56</ref> Nel 1722, la Russia, guidata da [[Pietro il Grande]] aiutata da alcuni reggenti caucasici che avevano in odio l'Impero safavide come [[Vakhtang VI]], lanciarono la [[Guerra russo-persiana (1722-1723)]] nella quale la Russia riuscì a conquistare alcuni territori persiani del [[Caucaso]] settentrionale e meridionale, oltre a buona parte dell'entroterra settentrionale della Persia. Tra questi territori era incluso il [[Dagestan]] (con la città di [[Derbent]]), [[Baku]], [[Gilan]], [[Mazandaran]] e [[Astrabad]]. Le regioni ad ovest di questi confini, i territori iraniani di [[Georgia]] e [[Azerbaigian]] con l'[[Armenia]] vennero sottomessi ed annessi dagli ottomani. Le nuove acquisizioni di russi ed ottomani vennero confermate dalla firma del [[Trattato di Costantinopoli (1724)]].<ref>{{cite bookCita libro|titletitolo=E. J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936 |lastcognome=Houtsma |firstnome=M. Th. |author2autore2=van Donzel, E. |yearanno=1993 |publishereditore=BRILL |isbn=90-04-08265-4 |pagespp=760 |url=https://books.google.com/books?id=ro--tXw_hxMC&pg=PA760&dq=%2B1724+%2Btreaty+%2Bottoman+%2Brussia&as_brr=3&sig=orLtpRFya8SvSAgXc8p3NsxFhqM }}</ref>
 
==La caduta della dinastia Hotak==
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==Politica religiosa==
[[File:Nader shah and his sons.jpg|thumb|250px|Nadir Shah e due dei suoi figli]]
I safavidi avevano introdotto lo [[sciismo]] come religione di stato in Persia. Nadir venne probabilmente cresciuto come sciita <ref name="Axworthy p.34">Axworthy p.34</ref> ma successivamente sposò la fede [[sunniti|sunnita]]<ref name="Mattair">{{CiteCita booklibro|titletitolo=Global security watch--Iran: a reference handbook|last1cognome1=Mattair|first1nome1=Thomas R.|authorlink=|volume=|edition=|yearanno=2008|publishereditore=ABC-CLIO|locationcittà=|isbn= 9780275994839978-0-275-99483-9|pagep=3|url=https://books.google.com/books?id=Qtmp_2GjVA8C&lpg=PP1&pg=PA3#v=onepage&q&f=false|accessdateaccesso=2010-09-24 settembre 2010}}</ref>. Egli credeva che lo sciismo safavide avesse intensificato i conflitti con i sunniti ottomani. Il suo esercito era un misto di sciiti e sunniti (con una minoranza di cristiani) ed includeva [[Qizilbash]], [[uzbechi]], [[pashtun]], cristiani [[georgiani]] ed [[armeni]],<ref>{{citeCita web|url=http://m-hosseini.ir/zand/articles-1/30.pdf|titletitolo=The Army of Nader Shah|accessdateaccesso=17 Decemberdicembre 2014}}</ref><ref>Steven R. Ward. [https://books.google.nl/books?id=MOuVAgAAQBAJ&pg=PA45&lpg=PA45&dq=soldiers+nader+shah+circassians&source=bl&ots=4PftdGVXMA&sig=Kzm_eMUcJ7vDAt39llRcMKdvSJM&hl=nl&sa=X&ei=QKeRVIrUE5Kt7AaWnYHQBQ&ved=0CCUQ6AEwATgK#v=onepage&q=soldiers%20nader%20shah%20circassians&f=false ''Immortal, Updated Edition: A Military History of Iran and Its Armed Forces''] Georgetown University Press, 8 jan. 2014 p 52</ref> oltre ad altre minoranze. Egli era intenzionato a far adottare alla Persia una forma di religione che fosse più accettabile dai sunniti e suggerì che lo stato dovesse adottare quella forma di sciismo chiamata "[[jafarismo]]" in onore del sesto [[imam]] sciita [[Ja'far al-Sadiq]]. Egli bandì quindi certe pratiche sciite che erano particolarmente offensive nei confronti dei sunniti come ad esempio la maledizione dei primi tre califfi. Personalmente Nadir si dice che avesse differenti visioni sulla religione ed un gesuita francese che aveva servito la sua persona come medico riportò che era difficile inquadrarlo in una credenza religiosa specifica ma gli amici migliori lo definivano più propriamente un ateo.<ref>Axworthy p.168</ref> Nadir sperava dunque che lo [[jafarismo]] venisse accentato come quinta scuola (''[[mazhab]]'') dell'Islam sunnita e che gli ottomani avrebbero ammesso anche questi fedeli all'annuale pellegrinaggio a [[La Mecca]]. Nei successivi negoziati di pace, gli ottomani si rifiutarono di includere i jafaristi come quinta ''mazhab'' ma permisero ai pellegrini persiani comunque di partecipare ai pellegrinaggi. Nadir si dimostrò interessato a mantenere i diritti religiosi dei persiani in particolare per il commercio portato dai pellegrini.<ref name="iranica"/> L'altra speranza primaria di Nadir erano le sue riforme religiose necessarie dal momento che lo sciismo era stato uno dei principali elementi di supporto della dinastia precedente. Egli fece strangolare il [[mullah]] di Persia dopo che questo aveva espresso pieno supporto ai safavidi. Tra le sue riforme vi fu l'introduzione di quello che divenne noto come ''kolah-e Naderi'', un cappello con quattro punte che simboleggiava i primi quattro [[califfo|califfi]].<ref name="iranica"/><ref name="This section: Axworthy pp.137–174"/>
 
Nel 1741, otto mullah musulmani e tre europei oltre a cinque sacerdoti armeni tradussero il corano e i salmi in persiano. Lacommissione venne supervisionata da [[Mirza Mehdi Khan Astarabadi|Mīrzā Moḥammad Mahdī Khan Monšī]], lo storiografo di corte ed autore di ''Tarikh-e-Jahangoshay-e-Naderi'' (Storia delle guerre di Nadir Shah). Terminata la traduzione venne presentata a Nadir Shah a [[Qazvīn]] nel giugno del 1741, ma egli si disse ad ogni modo poco soddisfatto dell'opera svolta.
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[[File:Karnal battle based on Axworthy's interpretation.jpg|thumb|Alla [[Battaglia di Karnal]], Nadir schiacciò l'enorme esercito Mughal di sei volte più grande del proprio]]
Pur essendo in forze di uno a sei, Nadir Shah riscì a schiacciare l'esercito Mughal in meno di tre ore di combattimento nella [[Battaglia di Karnal]] del 13 febbraio 1739. Dopo questa spettacolare vittoria, Nadir catturò Mohammad Shah ed entrò con lui a [[Delhi]].<ref name="Browne">{{CiteCita web|url=http://persian.packhum.org/persian/pf?file=90001014&ct=33|titletitolo=An Outline of the History of Persia During the Last Two Centuries (A.D. 1722-1922)|pagep=33|worksito=Edward G. Browne|publishereditore=Packard Humanities Institute|locationcittà=London|accessdateaccesso=2010-09-24 settembre 2010}}</ref> Quando si sparse la voce falsa che Nadir era stato assassinato, alcuni indiani della città iniziarono ad attaccare e ad uccidere i persiani. Nadir, furioso, reagì ordinando ai suoi soldati di [[sacco di Delhi|saccheggiare la città]]. Durante il corso della giornata (22 marzo) 20.000-30.000 indiani vennero uccisi dalle truppe persiane, fatto che costrinse Mohammad Shah a chiedere clemenza a Nadir.<ref>Axworthy p. 8</ref>
 
Nadir si accordò per cessare i massacri ed a ritirarsi dalla città, ma Mohammad Shah gli dovette dare di conseguenza le chiavi del tesoro reale perdendo in quell'occasione una serie di oggetti preziosi come il [[Takht e Taus|Trono del Pavone]] che divenne un simbolo della potenza imperiale persiana. Si è stimato che Nadir prese con sé un tesoro per un valore di 700.000.000 di rupie. Tra i molti gioielli, Nadir ottenne anche i diamanti [[Koh-i-Noor]] e [[Darya-ye Noor]]. Le truppe persiane lasciarono Delhi all'inizio di maggio del 1739, ma prima di lasciare la città, Nadir decise di farsi cedere tutti i territori ad est dell'Indo da Muhammad Shah.<ref>{{citeCita booklibro|last1cognome1=Axworthy|first1nome1=Michael|titletitolo=Sword of Persia: Nader Shah, from Tribal Warrior to Conquering Tyrant|datedata=2010|publishereditore=I.B. Tauris|isbn=978-08577334740-85773-347-4|pagespp=212, 216}}</ref> I soldati di Nadir portarono in Persia anche un centinaio tra elefanti, cavalli e cammelli. Le somme saccheggiate in India fecero si che Nadir poté fermare la tassazione in Iran per un periodo di tre anni dopo il suo ritorno.<ref>Axworthy pp.1–16, 175–210</ref> Il suo obbiettivo rimaneva comunque avere il denaro necessario per proseguire la lotta contro il vicino [[Impero ottomano]],<ref>{{citeCita booklibro|url=https://books.google.com/books?id=9o0AAwAAQBAJ&pg=PR15&lpg=PR15&dq=nader+shah+most+powerful+in+the+world&source=bl&ots=xUwP9BVabm&sig=D_IapjOD5xv2rmTfU-baigg-bWI&hl=nl&sa=X&ei=ewiFU-6kFcW2PbCkgOAJ&ved=0CFAQ6AEwBDgK#v=onepage&q=nader%20shah%20most%20powerful%20in%20the%20world&f=false|titletitolo=The Sword of Persia: Nader Shah, from Tribal Warrior to Conquering Tyrant|accessdateaccesso=8 Marchmarzo 2015}}</ref> e proseguire altre campagne nel [[Caucaso]] settentrionale.
 
==Il Caucaso settentrionale, l'Asia centrale, l'Arabia e la seconda guerra ottomana==
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[[File:Nadir Shah.jpg|thumb|upright|Visione occidentalizzata di Nadir negli ultimi anni di vita da un'opera di [[Jonas Hanway]] (1753). Sullo sfondo si noti una torre di teschi umani.<ref>Axworthy p. 273</ref>]]
[[File:Nader Shah Jewels 3 - edited.png|thumb|Il pugnale di Nadir Shah con una piccola parte del suo tesoro personale. Attualmente essi fanno parte dei [[Gioielli della corona di Persia]].]]
Nadir divenne sempre più crudele nella sua amministrazione dello stato sia per la sua malattia sia per il suo desiderio di accumulare sempre più denaro e ricchezze per pagare le sue costose campagne militari. Nuove rivolte scoppiarono e Nadir le schiacciò violentemente, iniziando a costruire torri di teschi con le vittime dei suoi massacri ad imitazione di quanto a suo tempo fatto da [[Tamerlano]], uno dei suoi eroi mitici. Nel 1747 Nadir si recò a Khorasan, dove intendeva punire i ribelli curdi. Molti dei suoi ufficiali temevano che egli stesse però anche tramando contro loro stessi e pertanto essi decisero di agire per primi assassinandolo il 20 giugno 1747,<ref name="iranicaonline.org">{{citeCita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/afsharids-dynasty|titletitolo=AFSHARIDS|worksito=iranicaonline.org}}</ref> a [[Quchan]] nel [[Khorasan]]. Venne sorpreso nel sonno da Salah Bey, capitano delle guardie, e trafitto da una spada. Nadir fu in grado di uccidere due dei suoi assassini prima di morire.<ref name="Afsharid Dynasty">{{citeCita web|url=http://www.iranchamber.com/history/afsharids/afsharids.php|titletitolo=History of Iran: Afsharid Dynasty (Nader Shah)|worksito=iranchamber.com}}</ref><ref>Axworthy pp. 243–286</ref>
 
Dopo la sua morte, venne succeduto da suo nipote Ali Qoli, che si rinominò [[Adil Shah]] ("re giusto"). Adil Shah fu probabilmente uno dei coinvolti nell'assassinio di Nadir.<ref name="The History of Iran"/> Adil Shah venne deposto nel giro di un anno. Durante la lotta tra Adil Shah, suo fratello [[Ebrahim Khan Afshar|Ibrahim Khan]] e [[Shahrukh Afshar|Shah Rukh]] gran parte dei governatori provinciali dichiararono la loro indipendenza dallo stato persiano andando a formare stati loro personali e l'intera Persia cadde in uno stato di anarchia. L'[[Oman]] ed i khanati uzbechi di [[Bukhara]] e [[Khiva]] riottennero la loro indipendenza, mentre l'[[Impero ottomano]] riconquistò l'[[Anatolia]] orientale e la [[Mesopotamia]]. Alla fine, [[Karim Khan]] fondò la [[dinastia Zand]] e divenne il solo regnante dell'Iran dal 1760. [[Eraclio II di Georgia|Eraclio II]], che nel 1744 era stato nominato re di [[Cartelia]] dallo stesso Nadir per il suo leale servizio,<ref>Ronald Grigor Suny. [https://books.google.nl/books?id=riW0kKzat2sC&pg=PA55&dq=erekle+appointed+king+of+kakheti+by+nader+shah&hl=nl&sa=X&ei=8VWUVa6TMMWqsgGV0JroCw&ved=0CCMQ6AEwAQ#v=onepage&q=erekle%20appointed%20king%20of%20kakheti%20by%20nader%20shah&f=false "The Making of the Georgian Nation"] [[Indiana University Press]], 1994. ISBN 978-0253209153 p 55</ref> prese il controllo totale dei propri territori e proclamò una formale indipendenza dal governo persiano. Negli anni successivi egli procedette all'unificazione del proprio regno con quello di Cachezia divenendo il primo re georgiano dopo tre secoli a gestire una propria politica indipendente,<ref>[[Ehsan Yar-Shater|Yar-Shater, Ehsan]]. [https://books.google.nl/books?id=FEAOAQAAMAAJ&q=erekle+king+of+an+united+eastern+georgia&dq=erekle+king+of+an+united+eastern+georgia&hl=nl&sa=X&ved=0CEsQ6AEwBWoVChMIgYCqnuL_yAIVw7QPCh3jQA4U ''Encyclopaedia Iranica, Vol. '''8''', parts 4-6''] Routledge & Kegan Paul (original from the [[University of Michigan]]) p 541</ref> riuscendo a mantenere l'autonomia dei suoi domini sino all'arrivo della [[dinastia Qajar]]. Il resto dei territori iraniani nel [[Caucaso]], comprendenti l'attuale [[Azerbaigian]], [[Dagestan]] ed [[Armenia]] vennero governati dai kahnati caucasici, e pur essendo vassalli dello scià,<ref>Encyclopedia of Soviet law By Ferdinand Joseph Maria Feldbrugge, Gerard Pieter van den Berg, William B. Simons, Page 457</ref> erano ''de facgto'' semi-indipendenti e tali rimasero sino all'avvento della dinastia Qajar alcuni decenni dopo. Ad est, [[Ahmad Shah Durrani]] aveva già proclamato la propria indipendenza con la fondazione del moderno [[Afghanistan]]. L'Iran infine perse il [[Bahrain]] durante l'invasione di Bani Utbah del 1783.
 
Nadir Shah era molto conosciuto anche al pubblico europeo dell'epoca. Nel 1768, [[Cristiano VII di Danimarca]] commissionò al filologo [[William Jones]] di tradurre in francese una biografia persiana scritta dal suo ministro [[Mirza Mehdi Khan Astarabadi]].<ref>{{citeCita web|url=http://encyclopedia.jrank.org/JEE_JUN/JONES_SIR_WILLIAM_1746_1794_.html|titletitolo=SIR WILLIAM JONES (174... - Online Information article about SIR WILLIAM JONES (174...|worksito=jrank.org}}</ref> Questa venne pubblicata nel 1770 col titolo di ''Histoire de Nadir Chah''.<ref>Axworthy p.330</ref> La campagna indiana di Nadir inoltre allertò la [[British East India Company]] dell'estrema debolezza dell'Impero Mughal e della possibilità dunque di approfittare di questo vuoto di potere per ulteriori colonizzazioni. Senza Nadir, "l'arrivo degli inglesi [in India] sarebbe stato ritardato e sarebbe giunto in forma differente, con ripercussioni globali importanti".<ref>Axworthy p.xvi</ref>
 
== Altri progetti ==
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==Bibliografia==
* [[Michael Axworthy]], ''The Sword of Persia: Nader Shah, from Tribal Warrior to Conquering Tyrant'' Hardcover 348 pages (26 July 2006) Publisher: [[I.B. Tauris]] Language: English ISBN 1-85043-706-8
* {{cite bookCita libro| last1 cognome1= Fisher | first1 nome1= William Bayne | last2 cognome2= Avery | first2nome2= P. | last3 cognome3= Hambly | first3 nome3= G. R. G | last4 cognome4= Melville | first4 nome4= C. | title titolo= The Cambridge History of Iran | volume = 7 | url = https://books.google.nl/books?id=H20Xt157iYUC&dq=agha+muhammad+khan+invade+georgia&hl=nl&source=gbs_navlinks_s | publisher editore= [[Cambridge University Press]] | location città= Cambridge | year anno= 1991 | isbn = 05212009540-521-20095-4 | ref cid= harv}}
* Lawrence Lockhart ''Nadir Shah'' (London, 1938)
* Ernest Tucker, ''Nadir Shah's Quest for Legitimacy in Post-Safavid Iran'' Hardcover 150 pages (4 October 2006) Publisher: University Press of Florida Language: English ISBN 0-8130-2964-3