Restauro della Pietà di Michelangelo: differenze tra le versioni

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Il 7 ottobre 1972, terminate le ricerche in laboratorio, si passò alla fase esecutiva del restauro, direttamente sulla ''Pietà'' vaticana.
 
Ecco come [[Cesare Brandi]], allora direttore dell'[[Istituto superiore per la conservazione ed il restauro|Istituto Centrale del Restauro]] e [[fondista]]autore deldi articoli di fondo per il Corriere della Sera, raccontò alcune fasi del restauro: «''Quando l'esecrabile sfregio della ''Pietà'' avvenne si sentirono correre voci e affermazioni tutt'altro che rassicuranti, come quella che addirittura prevedeva l'inserzione di un tassello di marmo al posto dell'occhio offeso della Madonna. Per fortuna erano dicerie o vanterie fuori luogo di artisti che si ritenevano capaci di poter mettere le mani addosso alla ''Pietà''. Il genere di restauro che è stato invece attuato, e se ne deve essere grati, è un restauro prudente, rispettoso e removibile. Soprattutto apprezzo il fatto che anche le piccolissime aggiunte che sono state fatte alla palpebra offesa e ai lati del naso, che fu staccato di colpo, sono in un materiale sintetico facilmente asportabile, come del resto anche il mastice con cui è stata attaccata la punta del naso e le parti ricostituite di frammenti del velo''.»<ref>{{Cita| Devreux|p. 41.}}</ref>
 
==== L'occhio sinistro ====