Eleutherios Venizelos: differenze tra le versioni

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Grazie alla prudenza di Venizelos nel disporre l'esercito e la marina, la nazione si trovò ben preparata allo scoppio delle ostilità, e fu così possibile avanzare militarmente ed annettere velocemente i territori di [[Epiro]], [[Macedonia (regione)|Macedonia]] e le [[Isole egee]] settentrionali. Ci furono molte discussioni tra Venizelos e il Principe [[Costantino I di Grecia|Costantino I]], circa l'avanzata dell'esercito e quali città dovessero essere liberate per prime. Questo fu il primo conflitto tra Venizelos e Costantino, che divenne Re dopo l'assassinio del padre, avvenuto nel [[1913]].
 
Ciononostante questa guerra mostrò gli enormi passi in avanti compiuti dagli ellenici e dalle loro forze armate dalla sconfitta ad opera dei Turchi nel [[1897]] anche grazie al contributo di una missione militare francese invitata nel paese nel 1911 potendo adesso contare sulla linea ferroviaria [[Atene]]-[[Larissa]] per gli spostamenti, su un esercito di 120.000 soldati delle forze regolari e 140.000 della guardia nazionale e delle forze di riserva<ref>{{cita|Fotakis|p. 42}}.</ref> armati prevalentemente con i fucili austroungarici [[Mannlicher-Schönauer]] e circa 160 pezzi d'artiglieria principalmente cannoni francesi da montagna [[Schneider 76 mm Modèle 1909]], una potente e moderna marina e persino su un primo nucleo di aviazione formato da quattro  [[Biplano|biplani]]  terrestri  [[Société des avions Henri & Maurice Farman|Farman]] ed in seguito da altri velivoli (anche  [[Idrovolante|idrovolanti]]) che avrebbero rinforzato le linee greche. Particolarmente significative furono le vittorie greche di [[Battaglia di Sarantaporo|Sarantaporo]], [[Battaglia di Giannitsa|Giannitsa]] e [[Battaglia di Bizani|Bizani]] oltre che il dominio sul [[Mar Egeo]] stabilito attraverso gli scontri di [[Battaglia di Elli|Elli]]  e di [[Battaglia di Lemno|Lemno]] dalla flotta ellenica capeggiata dalla moderna ammiraglia [[Georgios Averof (incrociatore)|Georgios Averof]] importata dall'[[Italia]] ed entrata in servizio nel [[1911]].
 
Con il [[Trattato di Londra (1913)|Trattato di Londra]] alla fine della [[Prima guerra balcanica|Prima Guerra Balcanica]] Grecia ottenne l'annessione anche di [[Creta]].
 
==== [[Seconda guerra balcanica|Seconda Guerra Balcanica]] ====
Tuttavia sebbene la guerra si fosse conclusa con la vittoria della lega balcanica, i dissensi fra gli Stati della lega sfociarono in ulteriori tensioni causate dalla spartizione della  [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]]. Tali tensioni portarono alla  [[seconda guerra balcanica]], che vide la Bulgaria contrapporsi a Serbia e Grecia, successivamente appoggiate da impero ottomano e  [[Romania]] che si concluse con il [[Trattato di Bucarest (1913)|Trattato di Bucarest]] con cui alla Grecia vennero assegnate  definitivamente [[Salonicco]], la regione dell'[[Epiro]], una buona parte della Macedonia (fino a  [[Bitola]]) e  [[Cavala]].
 
Il successivo conflitto tra Costantino e Venizelos ebbe luogo durante la [[I guerra mondiale]].
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Questa diatriba tra Venizelos e Costantino fu all'origine della "[[Grande Divisione]]", una profonda ferita sociale per la Grecia nei decenni a seguire.
 
Poco tempo dopo, il 9 ottobre [[1916]], l'uomo politico raggiunse [[Salonicco]] ed entrò nel "''Comitato di Difesa nazionale''", trasformato in "''Governo Provvisorio di Difesa nazionale''" fondando un nuovo stato che comprendeva la Grecia settentrionale e le [[Isole egee|Isole Egee]]. Mise quindi in piedi un esercito greco che potesse affiancarsi agli Alleati e dichiarò guerra alla [[Bulgaria]] l'11 novembre con il pretesto che essa aveva attaccato la [[Serbia]], che aveva un trattato di alleanza con la Grecia. La Grecia si trovò allora tagliata in tre parti dal "Grande Scisma" (o ''Ethnikos Dikhasmos''): a sud, la zona dipendente dal governo reale, con capitale [[Atene]]; a nord (in [[Tessaglia]] e in [[Epiro]]), quella del governo provvisorio, con capitale Salonicco; e fra le due, una zona neutra controllata dalle forze alleate per evitare la guerra civile che incombeva. Con la guerra civile imminente nel  [[1916]]  Costantino cercò dalla Germania la promessa di assistenza militare e navale, ma senza successo. Finalmente, il 12 giugno [[1917]], sotto la minaccia d'uno sbarco dell'Intesa al [[Pireo]], [[Costantino I di Grecia|Costantino I]] partì per l'esilio, senza però ufficialmente abdicare. Il suo secondogenito, [[Alessandro I di Grecia|Alessandro I]], sale allora sul trono per sostituirlo. Il 21 giugno, Venizelos formò un nuovo governo ad Atene e prosegue la sua politica bellicista contro le Potenze Centrali<ref>Apostolos Vacalopoulos, ''Histoire de la Grèce moderne, Horvat''h, 1975, pp. 220-225.</ref>.
 
=== Dopo la Grande Guerra ===
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{{vedi anche|Guerra greco-turca (1919-1922)}}Tuttavia le conseguenze territoriali di qui trattati motivarono i [[Giovani Turchi]] di [[Mustafa Kemal Atatürk|Mustafa Kemal]] a guidare la neonata [[Turchia|Repubblica di Turchia]] nella [[Guerra greco-turca (1919-1922)|Guerra greco-turca]] al fine di riprendere il controllo dei territori ceduti ai greci.
 
Nel mentre che si svolgeva la guerra Alessandro I morì il 25 ottobre  [[1920]]  di  [[setticemia]], dopo essere stato morso da una scimmia dei giardini del [[Palazzo presidenziale (Atene)|Palazzo Reale]] di [[Atene]] tre settimane prima e, dopo il rifiuto della corona da parte del fratello  [[Paolo di Grecia|Paolo]], venne avanzata l'ipotesi di un ritorno sul trono di Costantino.
 
Venizelos si oppose alla restaurazione dell'antico sovrano e avrebbe preferito proclamare la [[repubblica]] in Grecia. Ma il Primo Ministro era consapevole che le grandi Potenze europee, e in particolare il [[Regno Unito]], non erano disposti ad accettare una tale evoluzione e non si risolse quindi a modificare la forma istituzionale del Paese.
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Nella campagna che precedette le elezioni legislative programmate per il 1º novembre [[1920]], la questione del regime e del ritorno eventuale di Costantino I sul trono oppose dunque i [[Venizelismo|venizelisti]] ai monarchici. Il Primo Ministro e i suoi sostenitori apparirono come i responsabili d'una guerra greco-turca che non conduceva ad alcunché. Per contro, i sostenitori della monarchia promettevano di porre fine al conflitto, senza peraltro presentare un vero piano di ritiro. Desiderosi di restaurare la pace, gli elettori ellenici votarono infine per il cambiamento e i venizelisti guadagnarono solo 118 seggi parlamentari su un totale di 369. Nel Paese, lo ''choc'' è così grave che Venizelos e i suoi sostenitori più vicini scelgono di abbandonare la Grecia e di partire in esilio, con grande scontento delle popolazioni greche dell'Asia minore appena liberate a seguito della Grande Guerra.
 
Dopo le elezioni, un nuovo governo, incarnato da [[Dimitrios Rallis]], organizzò un [[plebiscito]] destinato a richiamare Costantino I al potere. All'estero, la restaurazione del cognato del [[Guglielmo II di Germania|Kaiser]] fu malvista e gli Alleati fecero sapere ad Atene che avrebbero tolto alla Grecia ogni loro sostegno se l'antico re fosse risalito sul trono. Nonostante tutto, questo plebiscito fu organizzato in dicembre e i risultati truccati diedero il 99% dei voti a favore del ritorno dell'antico monarca.<ref>John van der Kiste, ''op. cit.'', p. 137.</ref> Il 19 dicembre  [[1920]], egli assunse il nuovo nome di Costantino XII, in ideale continuazione con i  ''basileis''  [[Imperatori bizantini]]. Gli Alleati si infuriarono e la Grecia si ritrovò isolata sulla scena internazionale.
 
Il ritorno di Costantino e dei suoi sostenitori al potere ebbe anche altre conseguenze gravi oltre che a livello diplomatico. Nelle forze armate, la disfatta elettorale di Venizelos condusse all'allontanamento di tutti i suoi sostenitori dal comando, e ciò nel momento in cui si trattava di marciare su [[Ankara]]. I veterani della [[Prima guerra mondiale]], largamente responsabili della conquista di Smirne e dell'Asia Minore avvenuta durante la prima fase della guerra con i turchi, furono congedati, mentre il Comando Supremo dell'Esercito fu affidato al generale [[Anastasios Papoulas]], un elemento assai vicino a Costantino I.