Diocesi di Betlemme: differenze tra le versioni

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→‎Il trasferimento in Francia: altre fonti sembrano indicare mancanza di certezze
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Tra i diversi possedimenti europei di proprietà del vescovo di Betlemme, c'erano anche dei beni attorno a [[Clamecy (Nièvre)|Clamecy]], in [[Borgogna]], nella contea di [[Nevers]]. Infatti, nel [[1168]] il crociato [[Guglielmo IV di Nevers|Guglielmo IV]], [[conte di Nevers]], aveva promesso al vescovo di Betlemme che se la città fosse caduta in mano musulmana l'avrebbe accolto, lui stesso o i suoi successori, nella cittadina di Clamecy. Nel [[1224]] il vescovo Rainiero, durante un viaggio in Francia, aveva ottenuto dalla contessa Mahaut di Nevers la conferma della donazione fatta quarantasei anni prima dal conte Guglielmo IV.<ref>Chevalier-Lagenissière, ''op. cit.'', pp. 76-77.</ref>
 
Rientrati in madrepatria, i vescovi francesi di Betlemme non sempre risiedettero a Clamecy, per la loro particolare situazione giuridica. Molti di loro divennero [[vescovo coadiutore|coadiutori]] di altri vescovi del regno oppure vicari generali. Svolsero quest'ultima funzione i vescovi Wulfran d'Abbeville per l'[[arcidiocesi di Rouen]], Aimard de La Roche per la [[diocesi di Ginevra]], Bertrand Albergey per la [[diocesi di Mende]]. Molti tra i vescovi del [[XV secolo]] furono vescovi coadiutori: Buisson a [[Diocesi di Autun|Autun]], Pilory ad [[Diocesi di Amiens|Amiens]], Albergey a [[Arcidiocesi di Clermont|Clermont]], Léonard a [[Diocesi di Liegi|Liegi]], Philibert de Beaujeu a [[Diocesi di Auxerre|Auxerre]].
 
L'ultimo vescovo a mettere piede in [[Terra santa]] fu probabilmente Guillaume († [[1346]] o [[1347]]), che spese molte energie per raccogliere fondi per il restauro della basilica della Natività di Betlemme; secondo Riant, potrebbe aver raggiunto la sua sede in Oriente dove sarebbe morto.<ref>Riant, ''L'église de Bethléem et Varazze'', pp. 587-588.</ref>
 
All'inizio del [[XV secolo]] fu regolarizzata{{citazione necessaria}} la situazione giuridica dei vescovi di Betlemme. Il re di Francia [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]], il 9 febbraio [[1413]], concesse ai vescovi di Betlemme gli stessi diritti e le medesime prerogative di cui godevano gli altri vescovi francesi.,<ref>Chevalier-Lagenissière, ''op. cit.'', pp. 134-137.</ref><ref name=CE>[http://www.newadvent.org/cathen/10778a.htm Georges Goyau, "Nevers" in ''The Catholic Encyclopedia'' (New York 1911)</ref> ma il clero francese vi si opposero e i detenitori del titolo di vescovo di Betlemme erano sempre considerati [[vescovo titolare|vescovi ''in partibus infidelium'']].<ref name=CE/> Essi venivano nominati dal re e canonicamente istituiti dal papa; avevano giurisdizione episcopale su un piccolissimo territorio, costituito dal sobborgo di Panthenor in Clamecy, da un ospizio (''hôpital'' o ''maison-Dieu'') e da una cappella dedicata a ''Notre-Dame'', nellaessi qualeesercitavano avevanotutte le funzioni episcopali proprie, nonostante il pienofatto che il vescovo di Auxerre negava rotundamente il loro diritto di esercitareagire tuttecosì, leper funzioniesempio episcopalicome propriequando la questione è stata discussa all'Assemblea generale del clero di Francia del 27 agosto 1770<ref>[https://books.google.it/books?id=SMkUs9rjAOgC&pg=PA593&dq=%22Bethl%C3%A9em+n%27a+aucun+titre%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjn46DnkMXSAhVrIcAKHT_kBRQQ6AEIKjAD#v=onepage&q=%22Bethl%C3%A9em%20n'a%20aucun%20titre%22&f=false Jérôme Marie Champion de Cicé, ''Procès-verbal de l'Assemblée-générale du clergé de France, tenue à Paris, au couvent des Grands-Augustins, en l'année 1770'', p. 593]</ref> e quando il ''Parlement'' ha espresso un giudizio contrario il 22 febbraio 1674<ref>[https://books.google.it/books?id=cPhAAAAAcAAJ&pg=PA142&dq=Bethl%C3%A9em+%22transf%C3%A9r%C3%A9+en+France%22&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=Bethl%C3%A9em%20%22transf%C3%A9r%C3%A9%20en%20France%22&f=false ''Journal du palais, ou recueil des principales décisions de tous les parlemens & cours souveraines de France'', volume 3 (Thierry 1673), p. 142].</ref> Da questo momento i vescovi, almeno ''de jure'', stabilirono definitivamente la loro residenza a Clamecy. Non di rado, nell'esercizio dei suoi diritti, il vescovo di Betlemme entrava in conflitto con i vescovi delle diocesi limitrofe, in particolare con quello di Auxerre, che gli contestava la sua giurisdizione spirituale e soprattutto i benefici e le rendite di cui era detentore. Questa situazione di conflitto durò fino alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]], cioè fino alla Rivoluzione francese e la perdita del possedimento a Clamecy.<ref>Riant, ''L'église de Bethléem et Varazze'', p. 555.</ref>
 
Durante l'episcopato di Arnaud de Limone ([[1436]]-[[1457]]) la cappella di ''Notre-Dame'' fu restaurata e dotata di un [[Capitolo (canonici)|capitolo]] di [[Canonico|canonici]].
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Nella seconda metà del [[XVI secolo]], tutti i vescovi nominati dai duchi di Nevers non vennero confermati dalla [[Santa Sede]] e dunque non ricevettero la consacrazione episcopale, limitandosi ad amministrare i beni della mensa episcopale. Di fatto la sede betlemmita restò [[Sede vacante|vacante]] per tutto questo periodo.<ref>Chevalier-Lagenissière, ''op. cit.'', p. 199. Secondo Riant, la vacanza della sede fu dovuta al fatto che i re francesi non controfirmarono le presentazioni dei vescovi di Clamecy fatte dai duchi di Nevers, ma sempre contestate dalla [[Santa Sede]] (cfr. ''L'église de Bethléem et Varazze'', p. 597.</ref>
 
La diocesisede episcopale, quale suffraganea dell'[[arcidiocesi di Sens]], classificazione che non impediva una classificazione del vescovo come [[vescovo titolare|vescovo ''in partibus'']] senza giurisdizione episcopale nemmeno nel territorio dove aveva preso asilo,<ref>[https://books.google.it/books?id=-cdgAAAAcAAJ&pg=PA203&dq=Bethl%C3%A9em+%22dernier+suffragant%22&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=Bethl%C3%A9em%20%22dernier%20suffragant%22&f=false ''Journal encyclopédique'' ([[Encyclopédie]], annata 1771, vol. V, parte II, pp. 203–204]</ref> fu soppressa in seguito al [[Concordato del 1801|concordato]] con la [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[Qui Christi Domini]]'' di [[papa Pio VII]] del 29 novembre [[1801]].
 
=== La sede titolare ===