Storia di Siracusa in epoca greca: differenze tra le versioni

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=== Platone a Siracusa ===
{{Vedi anche|Viaggi di Platone in Sicilia}}
[[Platone]], uno dei più grandi pensatori della sua epoca, venne per ben tra volte a Siracusa; nella sua prima visita incontrò Dionisio I, il quale lo cacciò in malo modo, salvo poi pregarlo di non dire niente del modo in cui l'aveva trattato in Grecia. Nella sua seconda e terza visita incontrò invece [[Dione di Siracusa|Dione]] e [[Dionisio II]], due personaggi molto influenti della polis; il primo era il cognato di Dionisio I, mentre il secondo era il legittimo erede al trono siracusano, poiché figlio del precedente tiranno. Il motivo per il quale Platone compì questi viaggi a Siracusa fu che egli voleva conseguire e realizzare la sua "''Repubblica dei filosofi''"; una sorta di regno dove il tiranno si comporta da filosofo, regnando così con giustizia e buon senso. Aveva scelto Siracusa per la realizzazione importante di questo suo progetto, ma incontrò numerose difficoltà nel portarlo avanti, infatti ai sovrani siracusani i discorsi tutti incentrati sull'eguaglianza e sulla giustizia, non piacevano affatto, forse perché mal si adattavano al concetto di "potere assoluto", forma politica molto sperimentata a Siracusa sotto la tirannia dei due Dionigi. Nonostante la sua passione infatti Platone alla fine lascerà perdere il suo progetto repubblicano, dedicando ai siracusani nella sua [[Lettera VII]] una serie di rimproveri e rammarichi per il modo "''non sano e non saggio''" nel quale viveva il popolo e la politica aretusea.<ref>{{Cita web|url=http://www.loescher.it/librionline/risorse_portalefilosofia/download/DiogeneN17_1.pdf|titolo=Platone a Siracusa|accesso=dicembre 2009}}</ref>
Questi anni vennero caratterizzati da un susseguirsi di diversi tiranni e comandanti. Nessuno dei quali degni, agli occhi dei siracusani, di poter prendere il posto quale loro sovrano.