Antievoluzionismo: differenze tra le versioni

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La critica di Sermonti al darwinismo inizia nel [[1970]], e arriva alle sue conseguenze finali affermando che:
 
{{Citazione|L'idea di uno sviluppo evolutivo graduale della nostra specie da creature come l'australopiteco, attraverso il pitecantropo, il sinantropo e il neanderthaliano, deve essere considerata come totalmente priva di fondamento e va respinta con decisione. L'uomo non è l'anello più recente di una lunga catena evolutiva, ma, al contrario, rappresenta un taxon che esiste sostanzialmente immutato almeno fin dagli albori dell'era Quaternaria [...] Sul piano morfologico e anatomo-comparativo, il più "primitivo" - o meno evoluto - fra tutti gli ominidi risulta essere proprio l'Uomo di tipo moderno! [...] Sono senz'altro meno lontani dalla verità coloro che [...] sostengono l'ipotesi opposta, e cioè che AustralopiteciAustralopitechi, Arcantropi e Paleoantropi siano tutte forme derivate dall'Uomo di tipo moderno!}}
 
In ambiti estranei alla comunità scientifica tale ipotesi è sostenuta, seppur con basi diverse, anche dall'archeologo e scrittore [[Michael A. Cremo]], che, insieme al collega [[Richard L. Thompson]], nel suo libro ''Forbidden Archeology'' ([[1993]]), sostengono di avere numerose prove (in forma di scheletri, impronte e manufatti umani) le quali testimonierebbero che esseri umani, già classificabili come ''[[Homo sapiens sapiens]]'', abitavano il pianeta diversi milioni di anni fa.