Matteo I Visconti: differenze tra le versioni

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===Gli ultimi anni===
 
Nel [[1320]] – mentre continua l'altalena di scontri fra Guelfi e Ghibellini - prende avvio ad [[Avignone]] il processo avviato da [[papa Giovanni XXII]] contro Matteo contro il quale si solleva l'accusa di [[negromanzia]] diretta a provocare la morte del Papa con la complicità di [[Dante Alighieri]]. Matteo rifiutò di presentarsi innanzi alla corte nella città papale e invocò l'età avanzata e l'ormai precario stato di salute. Il 15 gennaio [[1321]] si spegne Bonacosa Borri, moglie di Matteo e il mese successivo giunge la sentenza che condanna Matteo in contumacia per negromanzia. In dicembre il papa chiederà all'arcivescovo di Milano di aprire un nuovo processo contro di lui e suo figlio Galeazzo per [[eresia]]. L'arcivescovo [[Aicardo Antimiani]] lo avvierà e concluderà condannando Matteo quale eretico e disponendo la confisca dei suoi beni e la perdita di tutte le cariche. All'inizio del [[1322]] addirittura il cardinale [[Bertrando del Poggetto|Bertrand du Pouget]], l'angelo della pace (''pacis angelus'') del papa, legato investito dal [[1320]] di poteri particolari per lottare contro gli eretici in Lombardia, proclama, da [[Asti]], la santa crociata contro i Visconti riunendo i ''crociati'' a [[Valenza (Italia)|Valenza]], mentre le contese che coinvolgevano Guelfi e Ghibellini e fra di essi vari membri della famiglia Visconti (Marco, [[Galeazzo I Visconti| Galeazzo]]) continuavano in tutta la Lombardia.
L'accusa di eresia è poi estesa a tutti i figli di Matteo e ben 1465 citazioni a comparire sono inviati agli uomini più vicini ai Visconti e gli stessi cittadini milanesi sono minacciati dall'inquisizione.