Ordine sacro: differenze tra le versioni

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Nella [[Chiesa latina]] l'elenco completo dei due ordini, quello sacerdotale e quello episcopale, è menzionato per la prima volta nella lettera di [[papa Cornelio]] ([[251]]-[[253]]) a Fabio vescovo di [[Antiochia]], nella quale erano indicati gli ordini allora in uso nella [[Diocesi di Roma|Chiesa di Roma]].
 
Prima del [[Concilio Vaticano II]], nella Chiesa latina e [[Rito orientale|orientale]] i diversi gradi dell'ordine erano suddivisi in due categorie: ordini maggiori ([[episcopato]], [[presbiterato]], [[diaconato]] e [[suddiaconato]]) e [[ordini minori]] ([[accolitato]], [[esorcistato]], [[lettorato (liturgia)|lettorato]], [[ostiariato]]), e questi ultimi non erano sacramenti. Nella Chiesa latina chi riceveva gli ordini, a partire da quelli minori, veniva [[Tonsura|tonsuratotonsura]]to e diventava [[chierico]].
 
Dopo il [[Concilio Vaticano II]] (cfr. il decreto [[Presbyterorum Ordinis]]) gli ordini minori sono stati ridotti e non vengono più chiamati ordini, ma [[Ministero (cattolicesimo)|ministeri]]: sono quelli dell'[[accolito]] e del [[lettorato (liturgia)|lettore]].
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* [[Diaconato]]: i [[diacono|diaconi]]. Sono collaboratori dei vescovi nella modalità del servizio. Predicano la parola di Dio, amministrano il [[battesimo]], assistono alla celebrazione del [[Matrimonio]], coordinano il ministero della carità nella chiesa.
 
Questo sacramento è chiamato "ordine" in quanto con questo termine si designava, in epoca romana, un «corpo sociale», un gruppo di persone con funzioni pubbliche. Tale termine passò poi nella terminologia ecclesiastica per indicare un "collegio" o comunque un gruppo di persone incaricate di un ministero pastorale e/o dell'amministrazione di un culto.<ref>«La parola Ordine, nell'antichità romana, designava corpi costituiti in senso civile, soprattutto il corpo di coloro che governano. ''Ordinatio'' – ordinazione – indica l'integrazione in un ''ordo'' – ordine –. Nella Chiesa ci sono corpi costituiti che la Tradizione, non senza fondamenti scritturistici, chiama sin dai tempi antichi con il nome di ''taxeis'' (in greco), di ''ordines'': così la liturgia parla dell<nowiki>'</nowiki>''ordo Episcoporum'' – ordine dei Vescovi –, dell<nowiki>'</nowiki>''ordo presbyterorum'' – ordine dei presbiteri –, dell<nowiki>'</nowiki>''ordo diaconorum'' – ordine dei diaconi. Anche altri gruppi ricevono questo nome di ''ordo'': i catecumeni, le vergini, gli sposi, le vedove...» [[Catechismo della Chiesa cattolica]], num. 1537.</ref>
 
Come i sacramenti del [[battesimo]] e della [[confermazione]], nella teologia cattolica si dice che l'ordine conferisce un ''carattere'': l'ordine resta valido per tutta la vita di chi lo ha ricevuto (sebbene le funzioni non possano essere lecitamente attuate), anche in seguito a condanna alla pena della [[Sospensione a divinis|sospensione "a divinis"]], alla [[dimissione dallo stato clericale]] oppure alla decisione di abbandono del ministero.
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Nella [[Chiesa cattolica]] gli ordini sacri sono conferiti solamente a uomini; anche i ministeri istituiti ([[lettorato (liturgia)|lettorato]] e [[accolitato]]) sono riservati a uomini, anche se le donne possono svolgere ''de facto'' tali servizi durante le celebrazioni liturgiche, leggendo la [[Bibbia]] e (più raramente) prestando servizio all'altare.
 
Il [[Magistero della Chiesa cattolica|Magistero]] si è sempre espresso in maniera negativa rispetto all'ordinazione femminile. Questa posizione fu affermata per la prima volta da Paolo IV<ref name="InterInsigniores">{{Cita web |url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19761015_inter-insigniores_it.html |titolo=Inter insigniores |autore= Franjo Card. Šeper |editore=Sacra Congregazione per La dottrina della fede |data 15 ottobre 1976}}</ref> e ribadita con forza come definitiva da Giovanni Paolo II.<ref>{{cita web |url=https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_letters/1994/documents/hf_jp-ii_apl_19940522_ordinatio-sacerdotalis.html |autore=Giovanni Paolo II |titolo=Lettera apostolica - Ordinatio sacerdotalis |editore=Libreria Editrice Vaticana |anno=1994}}</ref>
Anche Papa Francesco ha ribadito che questa posizione affermando che sul sacerdozio femminile ''"La porta è chiusa"''.<ref>{{cita web |url=http://www.teologhe.org/la-porta-chiusa-di-papa-francesco-la-delusione-delle-donne-sul-tema-del-sacerdozio-femminile/ |titolo=La “porta chiusa” di papa Francesco. La delusione delle donne sul tema del sacerdozio femminile}}</ref>
 
Le motivazioni del Magistero sono le seguenti:
 
1) la scelta di Gesù in quanto Gesù non avrebbe scelto donne fra i suoi apostoli alcuna donna.
 
''"Si deve, però, riconoscere che vi è qui un insieme di indizi convergenti, i quali sottolineano il fatto importante che Gesù non ha affidato alle donne l'incarico dei Dodici."''<ref name="InterInsigniores" />
 
2) la Tradizione della Chiesa è stata concorde nel rigettare l'ordinazione di donne sacerdote.
 
''"Questa pratica della Chiesa riveste, dunque, un carattere normativo: nel fatto di non conferire l'Ordinazione sacerdotale se non ad uomini è implicita una tradizione continua nel tempo, universale in Oriente e in Occidente, ben attenta nel reprimere tempestivamente gli abusi. Una tale norma, che si appoggia sull'esempio del Cristo, è seguita perché viene considerata conforme al disegno di Dio per la sua Chiesa."''<ref name="InterInsigniores" />
 
3) solo un sacerdote uomo può agire in persona Christi.
 
''"È per questo che non si deve mai trascurare questo fatto che Cristo è un uomo. Pertanto, a meno che non si voglia misconoscere l'importanza di questo simbolismo per l'economia della Rivelazione, bisogna ammettere che, nelle azioni che esigono il carattere dell'Ordinazione ede in cui è rappresentato il Cristo stesso, autore dell'Alleanza, sposo e capo della Chiesa, nell'esercizio del suo ministero di salvezza – e ciò si verifica nella forma più alta nel caso dell'Eucaristia –, il suo ruolo deve essere sostenuto (è questo il senso originario della parola persona) da un uomo: il che a questi non deriva da alcuna superiorità personale nell'ordine dei valori, ma soltanto da una diversità di fatto sul piano delle funzioni e del servizio."''<ref name="InterInsigniores" />
 
Diversi teologi cattolici non accettano questa posizione e negano che si possa parlare di infallibilità per questo documento; a tale scopo si fa il caso di altre posizioni magisteriali ritenute infallibile anche in assenza di una definizione dogmatica e poi abbandonate dallo stesso magistero.<ref>{{cita web |url=http://www.womenpriests.org/it/teaching/mag_con2.asp |titolo=I teologi analizzano “Ordinatio Sacerdotalis” }}</ref> Questi teologi dissidenti sostengono che la scelta di solo apostoli uomini è comprensibile alla luce del contesto ebraico che Gesù non voleva urtare e non può essere presa come una norma eterna e valida per una società in cui la donna si è emancipata e ha superato il tradizionale stato di subalternità.
 
Tommaso d'Aquino, ad esempio, motivava l'impossibilità di un'ordinazione femminile con lo stato di soggezione che è naturale nelle donne:
 
''"Per ricevere i sacramenti certe cose sono richieste quasi dalla natura stessa del sacramento: quindi in mancanza di esse uno non può ricevere né il sacramento, né la grazia sacramentale. Altre invece sono richieste non dalla natura del sacramento, ma dalla legge, per il rispetto dovuto al sacramento. E senza di esse si riceve il sacramento, ma non la grazia sacramentale. Ora, il sesso virile è richiesto per ricevere l'ordine non solo in quest'ultima maniera, bensì anche nella prima. Perciò anche se su una donna venissero fatte tutte le cerimonie dell'ordinazione, essa non riceverebbe l'ordine. Essendo infatti il sacramento un segno, gli atti che lo compiono non devono soltanto produrre la grazia sacramentale, ma [anche] esprimerne il segno. [..] Non potendo dunque il sesso femminile esprimere alcuna eminenza di grado, essendo la donna in stato di sudditanza, è chiaro che essa non può ricevere il sacramento dell'ordine."''<ref>{{cita web |url=http://www.viviroma.it/summatheologiae/S_q39.htm |titolo=Supplemento Questione 39}}</ref>
 
===== Diaconesse =====
Almeno fino al [[VI secolo]] in tutta Europa e fino all'VIII secolo in Oriente, era presente un'ordine di [[diaconessa|diaconesse]]<ref>{{Cita web|url=http://www.womenpriests.org/it/traditio/deac_his.asp|titolo=Storia delle Donne Diacono}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Jean Daniélou |titolo=The Ministry of Women in the Early Church |anno=1974 |editore=Faith Press |p=14 |ISBN=071640365X}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4223|titolo=IL RUOLO DELLE DIACONESSE NELLA CHIESA PRIMITIVA}}</ref>. Era detta allora diaconessa la responsabile di una comunità monastica di donne, come attesta, tra gli altri, Gregorio di Nissa. Le diaconesse portavano il maforion, o velo di perfezione, assistevano le donne nella piscina battesimale, praticavano l'unzione e potevano distribuire la comunione alle ammalate.
 
Le diaconesse erano semplicemente consacrate con condizione di ammissione come la verginità o la vedovanza, con attività principale l' assistenza caritativa e sanitaria alle donne.<ref>{{Cita web|url=http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4223|titolo=LA COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE (2003)}}</ref>
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===Come si viene ordinati===
{{vedi anche|Rito dell'ordinazione sacerdotale}}
Tutte le ordinazioni vengono celebrate ordinariamente nel corso della [[Messa]]. Momenti culminanti sono l'[[imposizione delle mani]] (gesto antichissimo con cui viene trasmesso il dono dello [[Spirito Santo]]) e la preghiera consacratoria (con cui si chiede a [[Dio#Visione_cristianaVisione cristiana|Dio]] la speciale [[grazia divina]] di cui ha bisogno l'ordinando per compiere il proprio ministero). L'ordinazione dei diaconi e dei preti viene impartita dal vescovo; l'ordinazione dei vescovi (chiamata consacrazione) viene impartita secondo il diritto canonico da almeno tre vescovi, tuttavia è valida anche se è impartita da un vescovo solo.
 
=== Altri uffici ecclesiastici ===
 
Nella Chiesa cattolica di rito latino esistono inoltre numerose cariche spettanti ad appartenenti all'ordine sacro, sebbene siano considerati alla stregua di titoli onorifici oppure differenziazioni all'interno dei vari gradi dell'ordine (cioè compiti, officii) e non comportino un'effettiva ordinazione (non sono cioè dei sacramenti):
* [[Arcivescovo]] è il vescovo che presiede un'[[arcidiocesi]].
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Si hanno due tipi di sacerdozio:
 
1) sacerdote e diacono sposato;
 
2) sacerdote e monaco (diacono non sposato)
 
Tutti gli altri titoli ecclesiastici gerarchici sono una pura invenzione umana e non divina.<ref>{{Cita web|url=http://web.tiscali.it/chiesaortodossa/sacramenti.htm|titolo=Ordine Sacro}}</ref>
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Altre Chiese protestanti non hanno il termine di Ordine Sacro, ma solo un [[pastore (protestantesimo)|servizio pastorale]] non ordinato.
 
Ai ministri non è prescritto il [[celibato]], e fino al [[XX secolo]] non erano ammesse donne al ministero. Questa regola è stata progressivamente abbandonata da numerose [[Protestantesimo|denominazioni protestanti]].<ref>{{cita web |url=http://www.saenotizie.it/Documenti/PDF/Verona/VogtDonneChiesa.pdf |titolo=Donne e chiesa. Esperienze di donne nelle chiese protestanti}}</ref> Ad eccezione di gran parte dei pentecostali e dei gruppi evangelici più conservatori, ammettono le donne al pastorato anche di ordinamento episcopale.
 
== Note ==