Architettura neoclassica in Italia: differenze tra le versioni
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[[File:Palazzo pitti, scalone del poccianti 07.JPG|thumb|left|[[Pasquale Poccianti]], scalone monumentale di [[Palazzo Pitti]], Firenze]]
Nella seconda metà del Settecento [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Pietro Leopoldo]] divenne [[Granducato di Toscana|granduca di Toscana]]; governante illuminato,
Paoletti, che vantava una eccellente preparazione sia sul piano architettonico che su quello tecnico, trasmise ai suoi allievi questa duplice attitudine, proprio negli anni in cui a [[Parigi]] si verificava la scissione tra l<nowiki>'</nowiki>''[[Académie des beaux-arts]]'' e l<nowiki>'</nowiki>''[[École polytechnique]]''.
A differenza di altre regioni, dove negli anni del rinnovamento giunsero spesso architetti da fuori, l'Accademia di [[Firenze]] formò direttamente i principali protagonisti di una stagione particolarmente densa e interessante per il Granducato di Toscana:<ref name="R. De Fusco, L'architettura dell'Ottocento, p. 70"/> [[Giuseppe Cacialli]] (1770-1828), [[Pasquale Poccianti]] (1774-1858), [[Luigi de Cambray Digny]] (1779-1843), [[Cosimo Rossi Melocchi]] (1758-1820), [[Giuseppe Valentini (architetto)|Giuseppe Valentini]] (1752-1833), [[Alessandro Manetti]] (1787-1865) e [[Carlo Reishammer]] (1806-1883).
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