Funzionario: differenze tra le versioni

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Il funzionario pubblico che dirige un'unità organizzativa svolge anche funzioni [[management|manageriali]], dovendo impiegare le risorse che gli sono state affidate e, in primo luogo, le risorse umane, per conseguire degli obiettivi. In realtà i funzionari burocratici sono tradizionalmente piuttosto restii, almeno in certi paesi, a vedersi nelle vesti di ''[[manager]]'', preferendo sottolineare il loro ruolo di esecutori della legge e di garanti della [[legalità]] dell'azione amministrativa.
 
Alcune recenti concezioni, che vanno sotto il nome di ''new public management'', tendono al superamento di quest'idea, evidenziando come la legalità, più che un obiettivo, debba essere intesa come un vincolo dell'attività amministrativa, al quale i funzionari si debbono attenere nel perseguimento degli obiettivi loro affidati. In quest'ottica, il lavoro del funzionario deve essere valutato non solo sotto l'aspetto della legalità ma anche sotto quelli dell'[[efficienza]] e dell'efficacia, non diversamente dai manager delle organizzazioni private, aprendo così la strada all'introduzione, anche nelle organizzazioni pubbliche, di sistemi di [[pianificazione aziendale|pianificazione]] e [[controllo di gestione]]. A questa filosofia s'ispirano anche riforme, come quella attuata in Italia negli [[anni 1990|anni '90 del XX secolo]], volte ad enucleare una specifica categoria di [[dirigente|dirigenti]] pubblici, dotandoli di maggiore autonomia decisionale ma sottoponendoli, nel contempo, ad una più incisiva responsabilità riferita anche e soprattutto ai risultati dell'attività svolta.
=== Rapporto della [[funzione pubblica]] con la politica ===
[[Max Weber]] ha elaborato la visione del funzionario come espressione del [[potere]] razionale-legale<ref>Max Weber, ''Parlamento e governo nel nuovo ordinamento della Germania e altri scritti politici''. [1918], Tr. it. Luigi Marino. Torino: Einaudi, 1982.</ref>: eppure anche lui "riconosce che il potere reale di uno stato moderno non sta nelle mani del sovrano, né in quelle dei parlamentari o nei loro discorsi, ma finisce per essere nelle mani di chi tiene le leve dell’amministrazione"<ref>Luigi Cominelli, ''Cittadini e amministrazione: [[Burocrazia|burocrazie]] disfunzionali e diffusione dei rimedi'', Sociologia del diritto : 3, 2010 (Milano: Franco Angeli, 2010).</ref>.
 
Per converso, vi è invece chi sostiene che proprio la selezione della [[classe dirigente]] si vale della professionalità del funzionario pubblico, secondo "una nobile tradizione, quella che gli storici chiamano dell’[[osmosi]]: funzionari che divengono politici, quali [[Antonio Di Rudinì]], [[Cesare Correnti]], [[Michele Pironti]], [[Carlo Schanzer]] e lo stesso [[Giovanni Giolitti]], [[Meuccio Ruini]] (...) l’epoca d’oro dello Stato italiano, quando le classi dirigenti del Paese reclutavano gli esperti che, ricchi dell’esperienza sul campo, come amministratori, fertilizzavano la politica"<ref>[[Sabino Cassese]], ''[[Antonio Maccanico]] e la misura dell'ideale'', Nuova antologia : 611, 2267, 3, 2013, p. 71.</ref>.
[[Stato italiano]], quando le classi dirigenti del Paese reclutavano gli esperti che, ricchi dell’esperienza sul campo, come amministratori, fertilizzavano la politica"<ref>[[Sabino Cassese]], ''[[Antonio Maccanico]] e la misura dell'ideale'', Nuova antologia : 611, 2267, 3, 2013, p. 71.</ref>.
 
== In diritto del lavoro ==
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Il termine ''funzionario di partito'', sebbene possa essere genericamente riferito a tutti i titolari di uffici all'interno di un [[partito politico]], viene solitamente utilizzato in modo più specifico per designare i componenti degli apparati burocratici stabili dei [[partito di massa|partiti di massa]]. Costoro, come tutti i funzionari burocratici, svolgono la loro attività a tempo pieno e sono remunerati con uno stipendio, il che li fa rientrare nella categoria [[Max Weber|weberiana]] dei ''politici di professione'', di coloro, cioè, che vivono di politica.
=== In Italia ===
Finita con la [[Prima Repubblica (Italia)|prima Repubblica]] l’era del funzionariato dell'apparato dei [[partiti]] di massa "e la possibilità della politica di pagarsi da sola, (...) di continuare a sopravvivere e a finanziare i propri addetti, si è trovata l’ipocrita forma di trasferire questo funzionariato nelle istituzioni (laddove vi erano, dopo le riforme del sistema politico, i fondi) creando però alcune distorsioni pericolose": in tal maniera è stata descritta l'evoluzione che ha portato alle nomine [[intuitu personae]] nei gabinetti ministeriali e nelle strutture amministrative [[Intuitu_personae#Nei_rapporti_fiduciari_con_organi_elettivi|degli organi elettivi]]<ref>Michele Morrocchi, ''Politica, giovani e società civile : un dialogo difficile a sinistra'', Quaderni del Circolo Rosselli : 82 n.s., 3, 2003 , pp. 26-27 (Firenze : Alinea, 2003).</ref>.
 
==Note==