Parroco: differenze tra le versioni

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Sempre per il diritto canonico, il parroco può essere nominato dal vescovo per un tempo definito, in Italia per nove anni. Prima della scadenza dei nove anni, il vescovo non ha, però, il potere di revocarlo, se non per gravi motivi. Quando lo richiedano le circostanze, il capo della [[diocesi]] può comunque ''invitare'' quello della parrocchia a dimettersi, se sussistono motivi proporzionati o la destinazione ad altro incarico.
 
I vecchi codici di diritto canonico (l'ultimo a contemplarlo è quello del 1917) prevedevano il diritto di [[giuspatronato]]. Tale diritto, non più previsto, è ancora in vigore in alcune parrocchie e prevede la possibilità per una famiglia ("giuspatronato privato") o per la cittàcomunità intera, attraverso("giuspatronato i suoi rappresentanti,popolare") di scegliere il proprio pastore. InÈ altresempre èmeno invecediffuso, cadutoma resiste in disuso,alcuni comeluoghi adquello esempiopopolare nellada parrocchiaun [[Grado]],punto nelladi [[Diocesivista di Gorizia]]formale, dove l'ultimala voltanomina asdel vescovo deve essere statoratificata usatoda èassociazioni statoo nelraramente [[1999]]da conelezioni. laSpesso nominail ditentativo della [[Mons.Chiesa Armando Zorzincattolica|Chiesa]]. Nelnon 2016riesce a terminare questo istituto, che viene difeso come legame con lale nominatradizioni di [[Monsuna comunità più che per questioni di reale potere. MicheleIn Centomo]]alcune parrocchie esiste ancora anche il comunegiuspatronato haprivato. rinunciatoDove al'istituto taleancora dirittoesiste, ormairiguarda solo formalel'incarico adi normaparroco deltitolare [[Codicee non quello di [[Amministratore (diritto canonico)|C.I.C.amministratore parrocchiale]], motivo per cui spesso il vescovo nomina un amministratore e non facendoneun parroco a pieno usotitolo.
 
== Curiosità ==