Voschod 1: differenze tra le versioni

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Voschod 1 venne lanciato il 12 ottobre [[1964]] alle ore 07.30 [[UTC]] dalla rampa di lancio n. 1 del [[cosmodromo di Baikonur]]. Dopo circa 9 minuti aveva raggiunto la traiettoria d'orbita prevista. Durante la seconda orbita intorno alla Terra, l'equipaggio non omise di trasmettere uno speciale messaggio di saluto a tutti gli atleti che stavano disputando i [[Giochi della XVIII Olimpiade|giochi olimpici di Tokyo]]. Successivamente vennero trasmesse delle immagini televisive registrate all'interno dell'abitacolo della capsula spaziale. Ovviamente non mancò il collegamento via radio con [[Mosca (Russia)|Mosca]], dove fra l'altro vi fu un colloquio tra l'equipaggio ed il Primo Segretario del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] (PCUS), cioè il leader dell'Unione Sovietica [[Nikita Chruščёv]].
 
Le 24 ore della durata della missione furono relativamente brevi, confrontandola con precedenti missioni eseguite da parte dei sovietici. A tutt'oggi non è definitivamente stato chiarito, se tale durata corrisponde a quanto previsto dai programmi originari, oppure se l'atterraggio sia stato anticipato, cioè se fu effettuata un'interruzione della missione a causa degli enormi problemi di un cosmonauta dovuti dallaalla cosiddetta malattia dello spazio (un malessere con sintomi paragonabili al ''mal di mare'') oppure se l'interruzione della missione fu dovuta a causa della difficile situazione politica di Mosca, dove proprio in quel momento Chruščёv stava per essere dimesso da tutte le sue cariche di potere.
 
Ad ogni modo Voschod 1 atterrò il giorno successivo del lancio alle ore 07.47 UTC. Il posto d'atterraggio si trova circa a 52°2' nord, 68°8' est, a circa 30 km a nordovest di Qostanai. Al contrario delle capsule [[programma Vostok|Vostok]] i tre cosmonauti non venivano catapultati dalla capsula spaziale mediante un [[seggiolino eiettabile]], ma atterrarono all'interno della stessa. Per questo motivo, oltre al [[paracadute]] principale, per frenare la capsula venivano utilizzati appositi retrorazzi alimentati da carburante solido. I tre cosmonauti poterono uscire dall'abitacolo autonomamente ed attendere le squadre di soccorso e di recupero.