Georgij Maksimilianovič Malenkov: differenze tra le versioni

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Dopo l'attacco a Žukov, Malenkov acquistò potere nella cerchia dei collaboratori fidati di Stalin. Nel 1946 fu nominato membro candidato al [[Politburo]]. Anche se Malenkov venne temporaneamente messo in ombra da suoi rivali quali [[Andrej Ždanov]] e [[Lavrentij Berija]], presto egli tornò nelle grazie di [[Stalin]], specialmente dopo la misteriosa morte di Ždanov nel 1948. Quello stesso anno, Malenkov divenne Primo Segretario del [[Comitato Centrale del PCUS]].
=== Attacco a Leningrado ===
Al termine della seconda guerra mondiale, Malenkov mise in atto il piano di Stalin per distruggere tutta la competizione politica e culturale proveniente dalla città di [[Leningrado]], ex capitale della Russia, in modo da concentrare tutto il potere a Mosca. Leningrado e i suoi leader di partito si erano guadagnati enorme rispetto e fama grazie alla resistenza eroica durante il terribile [[assedio di Leningrado]]. Sia Stalin che Malenkov avevano già espresso in passato il proprio disprezzo verso chi era nato e aveva studiato a Leningrado, quindi organizzarono un attacco nei confronti dell<nowiki>'</nowiki>''élite'' culturale della città. Berija, Malenkov, e [[Viktor Abakumov|Abakumov]] diedero il via a massicce esecuzioni di massa dei loro rivali nella repressione del 1949, nota come "Affare di Leningrado", dove furono trucidati tutti i capi di Leningrado e gli alleati di Ždanov, e migliaia di altri oppositori furono mandati nei [[Gulag]] con l'approvazione di Stalin. {{Cn|Malenkov in persona ordinò la distruzione del museo dell'assedio di Leningrado dichiarando che il mito della "strenua resistenza dei 900 giorni dei leningradesi" era una menzogna diffusa da traditori per screditare la grandezza del compagno Stalin}}. Contemporaneamente, Malenkov sostituì tutta la dirigenza comunista di Leningrado e provincia con fedelissimi a Stalin. Quindi, per testare l'affidabilità di Malenkov come suo potenziale successore, l'anziano Stalin iniziò a diminuire la propria attività politica delegando sempre più le questioni importanti a Malenkov.<ref>{{cita libro|autore1=Zhores A. Medvedev|autore2=Roy Aleksandrovich Medvedev|titolo=The Unknown Stalin: His Life, Death, and Legacy|url=https://books.google.com/books?id=vMGwAAAACAAJ|anno=2005|editore=Overlook Press|isbn=978-1-58567-644-6|p=40|lingua=en}}</ref> Nell'ottobre 1952, Stalin abolì formalmente la carica di Segretario Generale, sebbene ciò non ne diminuì l'autorità.<ref>{{cita libro|authorautore=Geoffrey Roberts|titletitolo=Stalin's Wars: From World War to Cold War, 1939–1953|url=https://books.google.com/books?id=5GCFUqBRZ-QC&pg=PA345|anno=2006|editore=Yale University Press|isbn=0-300-11204-1|p=345|lingua=en}}</ref>
 
Tra il 1952 e il 1953, molte copertine del ''[[Time (rivista)|Time]]'' indicarono Malenkov come il più accreditato successore di Stalin.<ref>{{en}} [http://www.google.com/imgres?imgurl=http://img.timeinc.net/time/magazine/archive/covers/1952/1101521006_400.jpg&imgrefurl=http://www.time.com/time/covers/0,16641,19521006,00.html&h=527&w=400&sz=36&tbnid=FIr1L3ebh1QQaM:&tbnh=90&tbnw=68&prev=/search%3Fq%3Dmalenkov%26tbm%3Disch%26tbo%3Du&zoom=1&q=malenkov&docid=1fqjLBK25CKBQM&sa=X&ei=7sZJT6_fIcSpiAK1h_TICA&ved=0CEgQ9QEwBQ&dur=669 Time magazine 1952, 1953 cover and editorials].</ref>